Cuba, la rinuncia di Fidel – di Frei Betto

leggi anche:  
• 
Le "speranze di amore" di Frei Betto. Cuba, speranza socialista


(contiene anche una breve
biografia del frate dominicano brasiliano Frei betto)
•  E l’ isola è già nel suo futuro di Gianni Minà

Ci saranno sì cambiamenti a Cuba, quando cesserà l’ embargo USA;
quando saranno liberati i cinque cubani carcerati ingiustamente in Florida per la
loro lotta contro il terrorismo; e se la base navale di Guantánamo, utilizzata
ora come prigione clandestina – simbolo mondiale dello spregio dei diritti
umani e civili – di supposti terroristi fosse restituita. Non ci si aspetti, tuttavia, che Cuba tolga dagli ingressi a L’Avana
due cartelli che fanno vergognare noi latinoamericani che viviamo in isole di
opulenza circondate di miseria: "Ogni anno 80.000 bambini muoiono vittime
di malattie evitabili.Nessuno di loro è cubano." "Questa notte 200 milioni
di bambini nel mondo dormiranno per strada. Nessuno di loro è cubano”

una delle ultime immagini apparse sui media di Fidel CastroCuba, la rinuncia di Fidel
di Frei Betto, fonte Adital, 20
febbraio 2007
traduzione dal portoghese di Carlo
Ghione

Fidel Castro, 81 anni, ha
rinunciato alle sue funzioni di presidente del Consiglio di Stato di Cuba e di Comandante
in Capo della Rivoluzione. Impegnato a curare la sua salute, preferisce tenersi
fuori dalle attività di governo e partecipare al dibattito politico – che lo ha
sempre appassionato – attraverso i suoi articoli sui media. Rimane, tuttavia,
come membro dell’Ufficio Politico del Partito Comunista di Cuba. Domenica prossima,
 il 24 Febbraio, Raúl Castro, 77 anni,
sarà eletto, dai nuovi deputati dell’Assemblea Nazionale, per esercitare le
funzioni di primo mandatario di Cuba. È la seconda volta che Fidel
rinuncia al potere. Continua a leggere

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Presa di parola per esercitare il diritto di fuga

Al via un sito Internet dedicato
alle esperienze dei migranti

di Cinzia
Gubbini, fonte: Il Manifesto
[20 febbraio 2008]

storiemigranti.orgRaccogliere, ascoltare, riannodare fili sparsi di vita,
apparentemente insignificanti per creare un’antologia della storia degli
«infami», quelli che non si conciliano con alcun tipo di gloria, come nel
grande progetto mai realizzato di Michel Focault. È su queste basi e da queste
riflessioni che è nato il sito storiemigranti.org.
Nell’universo caotico e fantasmatico di internet, dove tutto nasce e muore
lasciando soltanto flebili tracce, il sito si pone in solida contrapposizione
con lo spirito del tempo dominante nel cyberspazio: questo è un progetto fatto
per restare, archiviare, stratificare biografie. Le storie di vita di chi
migra, di tutti coloro cioè che nel mondo di oggi esercitano concretamente il
bisogno e il sogno dettato da un mondo sempre più piccolo: spostarsi. Ma che di
questo sogno sperimentano anche il primo imbroglio: le frontiere, i divieti, i
filtri. E la beffa, che sta nel non lasciare quasi nulla dietro di sè. Nulla se
non, come si legge nell’illustrazione del progetto, ciò che serve al potere per
controllare e identificare. Continua a leggere

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Caro Rutelli, vieni a discutere con noi rom

Lettera aperta dei
capifamiglia delle comunità rom

bandiera RomCaro candidato sindaco Francesco Rutelli, ancora una volta
torniamo a scrivere in seguito a una scampata tragedia. Pensavamo che dopo aver
lasciato il ghetto di Vicolo Savini a Roma, dove vivevamo in mille persone
dentro baracche fatiscenti, non avessimo più incontrato il terrore delle
fiamme. Ancora una volta lo scenario a cui abbiamo assistito è quello di un
container in fiamme, di persone in fuga, di famiglie in cerca di nuova
ospitalità. Siamo 120 famiglie che sono stanche di vivere nelle condizioni
attuali, ospiti di un centro di accoglienza che qualcuno chiama «villaggio
della solidarietà» e che nella realtà significa una fila impersonale di
container posizionati nel nulla a 30
km di distanza da Roma. Non era questo quello a cui
pensavamo quando ci siamo spostati da Vicolo Savini, il più grande campo rom
d’Europa (…) Sono più di 40 anni che viviamo a Roma, i nostri figli
frequentano le scuole della città, molti di noi sono cittadini italiani, Continua a leggere

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E l’ isola è già nel suo futuro

vedi
anche:
Le "speranze di
amore" di Frei Betto. Cuba, speranza socialista

E l’ isola
è già nel suo futuro

di Gianni Minà, Fonte Latinoamerica (20 febbraio 2008)

Fidel CastroNon mi ha sorpreso l’annuncio di Fidel Castro sul suo
ritiro dalla politica. E non perché il leader cubano non abbia recuperato un
discreto stato fisico per un uomo 81enne operato d’urgenza venti mesi fa di
diverticolite. Fidel è un uomo coerente con se stesso e sa che il suo popolo,
nel bene e nel male, lo ha sempre vissuto come il padre che risolve tutti i
problemi, specie quelli più complicati. Anche chi non lo ha approvato o non lo
ha amato, ha sempre pensato, infatti, con gratitudine, che alla fine tutto si
sarebbe risolto, perché ci avrebbe pensato Fidel. Questa è stata la forza e la
debolezza della Revolución, ma proprio per questo il Comandante ha sempre
saputo che doveva preparare il popolo e il mondo ad una sua eventuale
dipartita, in modo che non nuocesse all’equilibrio della rivoluzione.
Non a caso, nel messaggio di ieri ai compatrioti, segnala
che si è sempre preoccupato, quando parlava, in questi venti mesi di
convalescenza, della sua salute, di evitare illusioni che nel caso di un
distacco repentino avrebbero potuto avere un impatto traumatico per il suo popolo,
nel mezzo della battaglia che la politica di Cuba rappresenta, "Dovevo
prepararlo alla mia assenza, psicologica e politica. Era il mio obbligo
primario dopo tanti anni di lotta". Per questo non ha mai trascurato di
segnalare che, nel suo caso, si trattava di un recupero fisico "non esente
da rischi".
Il destino lo ha aiutato a farlo, regalandogli una lunga
convalescenza di venti mesi, nella quale Cuba ha vissuto la sua famosa
transizione (traghettata non solo da Raul Castro, ma anche dai ministri chiave
dell’Economia, degli Esteri, della Salute pubblica e dell’Energia) senza
sussulti e senza tensioni, come avrebbero sperato in Florida o in New Jersey.
O, magari, in quelle squallide riunioni in Germania o in Repubblica Ceca dove,
come è successo la scorsa estate, con la regia e i soldi del Dipartimento di
Stato Usa, si mettono a punto ancora presunti piani per destabilizzare Cuba o
farla vivere imprigionata perennemente in una strategia della tensione.
E così ora, come avevano detto coloro che guardano alla
rivoluzione più laicamente e non facendosi accecare né dal pregiudizio, né dal
favore, Cuba è già nel suo futuro, in uno scenario, tra l’altro, molto più
favorevole di quanto solo dieci anni fa avrebbe potuto sperare. Continua a leggere

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Francia, Sarkozy invade le banlieues

Più di mille
poliziotti fanno irruzione nelle periferie parigine a caccia di ricercati. Una
maxi operazione di immagine fatta sotto gli occhi di giornalisti e televisioni
che scatena le critiche dell’opposizione. Ségolène Royal: «E’ la solita
politica spettacolo»

“E’ la risposta del
potere ai problemi di immagine e di consenso di questi giorni. La mediatizzazione
è stata orchestrata, i giornalisti erano stati avvertiti dell’operazione con
giorni di anticipo”

Di Anna Maria Merlo, fonte: Il Manifesto [19.02.07]

Polizia in assetto antisommossa nelle Banlieus di ParigiParigi. Più di mille poliziotti, cioè otto compagnie di
Crs, alcune compagnie di pubblica sicurezza e persino la quasi totalità delle
truppe di élite del Raid, sono sbarcati ieri poco prima delle 6 del mattino in
tre comuni della banlieue parigina, seguiti da una folla di telecamere e
giornalisti, che erano sul posto già dalle 5, in attesa del blitz.
L’operazione realizzata a Villiers-le-Bel, Sarcelles e Arnouville-lès-Gonesse
si è conclusa con il fermo di 33 persone. L’obiettivo era di arrestarne 37,
sospettate, dopo quasi tre mesi di inchiesta, di aver sparato contro dei
poliziotti durante i tre giorni di disordini che avevano fatto seguito alla
morte di due ragazzini in uno scontro con un’auto della polizia, il 25 novembre
scorso a Villiers-le-Bel. 131 poliziotti erano rimasti feriti negli scontri di
fine novembre, 75 dei quali con armi da fuoco. Il blitz di ieri è la più grossa
operazione di polizia mai avvenuta in banlieue. E’ la risposta del potere ai problemi di immagine e di consenso
di questi giorni. Continua a leggere

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Colpevole d’innocenza. E di essere migrante.

La Bossi-Fini e la malagiustizia italiana
"Noi accettiamo solo gli
extra-comunitari che vogliono lavorare, quelli che non sono criminali. Non
siamo razzisti". Una frase sentita migliaia di volte. Smentita dai fatti
.
18
febbraio 2008 – di Alessio Di Florio, fonte Peacelink

migrante2001.
Stephen è un migrante nigeriano che vive in Italia. Possiede regolarmente il
permesso di soggiorno. Viene arrestato per traffico internazionale di droga e
condannato l’anno dopo a 8 anni di carcere, pena che viene confermata
successivamente in appello. Fin qui la cronaca, la banale cronaca nera. Ma il
finale supera i limiti dell’assurdo. In carcere Stephen si diploma in
Informatica e nel maggio 2007 si laurea con lode. La tesi discussa è intitolata
"Realizzazione di strumenti Web per il supporto alla cooperazione"e
subito dopo si iscrive al corso di laurea specialistica biennale. Stephen vuole
essere pronto per quanto uscirà(nel 2009, passati gli otto anni). Vuole
costruirsi una vita e lavorare sodo per recuperare gli anni persi. Persi sotto
tutti i punti di vista. Perché il 4 febbraio 2008, con la revisione della
sentenza dalla Corte d’Appello di Napoli, è stato pienamente assolto dalle
accuse. La libertà arriva così con un anno di anticipo. Stephen può così
realizzare il suo sogno: laurearsi, trovare un lavoro e riscattare gli anni di
carcere. "Vogliamo gli extra-comunitari che lavorano, quelli che non
sono criminali"
. E invece tutto questo non accadrà. Denuncia Angiolo
Marrone, il garante dei diritti dei detenuti del Lazio, che Stephen verrà
espulso, così come previsto dalla legge Bossi-Fini. I migranti che hanno avuto
problemi con la giustizia non possono rinnovare il permesso di soggiorno,
devono lasciare il territorio italiano e non rientrarvi. Non importa che
l’unico appiglio della decisione sia una vicenda del 1993, non importa che
Stephen si sia visto rubare 7 anni della propria vita per reati mai commessi. E
viene cancellato anche tutto quello che è stato costruito in questi anni. La
laurea, il diploma prima ancora, la collaborazione con alcune scuole e una
società di informatica. Vige la Bossi-Fini. Una legge dichiarata incostituzionale
dalla Suprema Corte, con Calderoli(allora ministro della Repubblica e compagno
di partito di uno degli estensori della legge) che chiese di metter mano ai
principi fondamentali della Costituzione Italiana. Una legge sanzionata a
livello internazionale per violazione dei diritti umani sanciti dalla
Dichiarazione Universale del 1948. La vita di un uomo, la vita della sua
famiglia, la cultura non valgono nulla. Stephen dovrà lasciare l’Italia.
Laureato in Chimica a Port Harcourt nel 1990, diplomato in Informatica.
Laureato, nuovamente, all’Università di Tor Vergata nel 2007 con il massimo dei
voti. Assolto da accuse infamanti e inesistenti dopo 7 anni di carcere. Tutto
cancellato.

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Immigrazione: nuove misure in Italia e in Europa

Innovazioni tecnologiche per i
controlli ai confini Ue, mentre in Italia urge un decreto flussi per il 2008.
Fonte: Newsfood.com [ venerdì 15
febbraio 2008 ]

filospinatoLa Commissione europea ha annunciato una «nuova
era della gestione dei confini», presentando mercoledì a Bruxelles «Eurosur»,
il nuovo sistema europeo di sorveglianza delle frontiere interamente basato su
autorizzazioni e controlli elettronici.
L’obiettivo è quello di rendere le frontiere più sicure e
facilitare, allo stesso tempo, l’ingresso di quei cittadini che non sono
clandestini né criminali e che rappresentano invece una grande risorsa in
termini di forza lavoro e di ‘cervelli’ da impiegare. Per gli «immigrati in
buona fede», come li hanno chiamati a Bruxelles, è prevista inoltre una ‘corsia
veloce’ che consenta di snellire i controlli e i tempi di attesa per coloro che
attraversano le frontiere di frequente.
Mentre a Bruxelles sono convinti che il futuro dell’Unione
sia di aprirsi all’esterno, il ministro della Solidarietà Sociale Ferrero
ipotizza che in Italia gli immigrati irregolari potrebbero essere tre,
quattrocentomila. Le richieste di regolarizzazione sono oltre quattro volte
quelle consentite dal decreto flussi 2007 ed è quindi urgente emanare un nuovo
decreto per il 2008 per «premiare i percorsi di regolarità e non quelli di
irregolarità». Allo stato attuale l’anomalia è nella legge Bossi-Fini e non nel
comportamento degli immigrati ed è un’anomalia, è convinto Ferrero, che può
ancora, e deve, essere corretta.

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Afghanistan, la guerra in Parlamento

 

Italiani in guerra in afghanistanInizia oggi alla Camera la
discussione sul rifinanziamento della missione

di Enrico
Piovesana, fonte: Peacereporter
Il costo
della missione aumenta di quasi il 10 per cento rispetto all’anno scorso.
Questo perché, rispetto a un anno fa, l’Italia schiera più soldati e mezzi. E
altri ancora ne verranno inviati in primavera per combattere questa guerra a
cui l’Italia partecipa da un anno e mezzo, ma che i nostri politici continuano
a nascondere dietro la cortina fumogena della retorica della “missione di pace” Continua a leggere

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Matrimoni e migranti, sempre più restrizioni

Vedi anche:
Dai matrimoni ai requisiti per la residenza, le discriminazioni dei
sindaci

Secondo una recente
sentenza, uno straniero in procinto di sposarsi non può sfuggire al
provvedimento di espulsione.
 
Fonte: Melting Pot Europa

coppia mistaUna recente sentenza della Cassazione
ha sancito che un immigrato sottoposto a provvedimento di espulsione non può
sfuggire a tale obbligo nemmeno col matrimonio. La normativa italiana in
materia è già di per se complessa, ma le ultime decisioni sembrano restringere
ancora di più le possibilità per gli stranieri di costruirsi una vita normale
in Italia, mettendo in evidenza ancora di più come il loro ruolo debba
limitarsi a quello di manodopera, possibilmente di transito: la possibilità di
una famiglia esiste solo se a scegliere è l’italiano! Ma quando sposarsi
significa realmente uscire da una situazione di "irregolarità"?  L’unica certezza che si ha in merito è che il
matrimonio tra una persona extracomunitaria non regolarmente presente sul
territorio italiano e una persona italiana porta alla non espellibilità della
stessa solo se su di essa non pendono provvedimenti precedenti di espulsione
(bisogna in realtà dire che il solo matrimonio non basta se non accompagnato da
una serie di "prove" e documentazione riguardo l’effettiva
convivenza). Ma cosa succede se invece il matrimonio avviene tra uno
straniero regolarmente soggiornante in Italia e un altro straniero?  Riguardo a questo bisogna dire che la
legislazione italiana mostra una vena discriminatoria, riconoscendo un diritto
all’unità familiare maggiore al cittadino italiano rispetto allo straniero
regolarmente soggiornante: infatti in nessuna situazione il matrimonio può
regolarizzare la posizione dello straniero cosidetto "irregolare", a
prescindere che esso sia sottoposto o meno a provvedimento di espulsione. Inoltre
bisogna ricordare che recentemente alcuni sindaci, in particolare quello del
comune di Caravaggio in provincia di Bergamo, hanno emanato ordinanze ancora
più restrittive. La normativa italiana è di per sé ingarbugliata, ma la
tendenza che emerge è quella di restringere la possibilità dell’acquisizione
dei diritti sempre di più, eliminando il più possibile le alternative
all’ingresso sul territorio nazionale che non siano comprese nei flussi annui
stabiliti dal governo.

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“Ricoveriamo i bimbi clandestini, espelliamo i genitori”

Ricevo da Laura di Milano (che ringrazio!) e posto
volentieri l’ articolo pubblicato sul Corriere della sera di Sabato 16 Febbraio e
le note legali che fanno seguito all’ articolo.

Vedi anche:
Immigrati, sì al ricorso contro la Moratti
"Possono iscriversi agli asili milanesi"
Milano,
asili vietati ai figli dei clandestini

“Tiziana Maiolo,
assessore alle Attività Produttive, dice di essere "scandalizzata dal
fatto che un magistrato abbia ricevuto una clandestina senza immediatamente
farla espellere. Il bambino clandestino
lo ricoveriamo in istituto. Ma i genitori
vanno espulsi, questi sono le leggi".

Asili ai clandestini
é scontro
Il Comune: ora faremo
ricorso

di Paola d’Amico,
fonte: Il Corriere della Sera – 16.02.2008

La
Moioli
:
accoglieremo i bimbi, ma l’ordinanza crea confusione Il Comune fa mezzo passo
indietro: recepirà l’ordinanza del giudice Claudio Marangoni, che viete di
discriminare i figli di immigrati irregolari impedendone l’iscrizione alle
materne. "Li accolgo tutti, li accoglievo anche prima che me lo ordinasse
il giudice" spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Mariolina Moioli. E
ne fa uno avanti, dando mandato all’ufficio legale di ricorrere in tribunale
contro la stessa ordinanza. Continua a leggere

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