Francia, Sarkozy invade le banlieues

Più di mille
poliziotti fanno irruzione nelle periferie parigine a caccia di ricercati. Una
maxi operazione di immagine fatta sotto gli occhi di giornalisti e televisioni
che scatena le critiche dell’opposizione. Ségolène Royal: «E’ la solita
politica spettacolo»

“E’ la risposta del
potere ai problemi di immagine e di consenso di questi giorni. La mediatizzazione
è stata orchestrata, i giornalisti erano stati avvertiti dell’operazione con
giorni di anticipo”

Di Anna Maria Merlo, fonte: Il Manifesto [19.02.07]

Polizia in assetto antisommossa nelle Banlieus di ParigiParigi. Più di mille poliziotti, cioè otto compagnie di
Crs, alcune compagnie di pubblica sicurezza e persino la quasi totalità delle
truppe di élite del Raid, sono sbarcati ieri poco prima delle 6 del mattino in
tre comuni della banlieue parigina, seguiti da una folla di telecamere e
giornalisti, che erano sul posto già dalle 5, in attesa del blitz.
L’operazione realizzata a Villiers-le-Bel, Sarcelles e Arnouville-lès-Gonesse
si è conclusa con il fermo di 33 persone. L’obiettivo era di arrestarne 37,
sospettate, dopo quasi tre mesi di inchiesta, di aver sparato contro dei
poliziotti durante i tre giorni di disordini che avevano fatto seguito alla
morte di due ragazzini in uno scontro con un’auto della polizia, il 25 novembre
scorso a Villiers-le-Bel. 131 poliziotti erano rimasti feriti negli scontri di
fine novembre, 75 dei quali con armi da fuoco. Il blitz di ieri è la più grossa
operazione di polizia mai avvenuta in banlieue. E’ la risposta del potere ai problemi di immagine e di consenso
di questi giorni.

La mediatizzazione è stata orchestrata, i giornalisti erano
stati avvertiti dell’operazione con giorni di anticipo. Ma ieri la mano che ha
gettato il sasso si è nascosta. La ministra degli interni, Michèle
Alliot-Marie, dopo essersi congratulata per «la bellissima operazione,
un’operazione di grande successo, realizzata nella calma», ha deplorato
«profondamente che delle fughe di notizie abbiano condotto a una
mediatizzazione importante di questa operazione, che poteva avere delle conseguenze
gravi e nuocere al suo svolgimento». Ma l’opposizione non ha dubbi. Per
Ségolène Royal, «il presidente della repubblica torna alle vecchie reazioni di
politica spettacolo sulla sicurezza». Royal si è detta «stupita della presenza
di cineprese per accompagnare le forze di polizia. Ma succede sempre prima di
ogni scadenza elettorale» (il 9 e 16 marzo ci sono le municipali dove il
partito di Sarkozy è dato perdente). «E’ un grave disfunzionamento della
repubblica» secondo l’ex candidata socialista. Stessa posizione da parte del
centrista François Bayrou: «Ho sempre considerato che la giustizia non dovesse
accompagnarsi con delle messe in scena. La giustizia è fatta per ottenere degli
arresti, non per la comunicazione». Il sindaco di Villier-le-Bel, il socialista
Didier Vaillant, ha giudicato «anormale» il fatto di essere stato informato del
blitz dopo i giornalisti: «Sono stato informato dal vice-prefetto alle 6,02 che
un’operazione di polizia era in corso a Villiers. Non è normale che la
giustizia lavori in questo modo, un’operazione di questa natura non deve essere
mediatizzata in questo modo». Le gerarchie della polizia hanno accusato (ma in
modo anonimo) i sindacati di polizia. A Unsa-Police (il principale sindacato di
polizia), respingono le accuse: «abbiamo il diritto di interrogarci sulle
ragioni della presenza massiccia dei media fin dalle 5 del mattino sui luoghi
dell’intervento».

Sarkozy è in forte calo nei sondaggi, non passa giorno
senza una polemica (l’ultima è la petizione trasversale, firmata tra l’altro da
Dominique de Villepin, Ségolène Royal, François Bayrou e Betrand Delanoë sulla
«vigilanza repubblicana» contro le derive autoritarie di Sarkozy). Il
presidente cerca di recuperare terreno, a due settimane da difficili
municipali. E lo fa sul fronte della sicurezza, per recuperare nell’elettorato
maggiormente deluso, gli elettori venuti dal Fronte nazionale, i più anziani, i
più tradizionalisti.

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