Matrimoni e migranti, sempre più restrizioni

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sindaci

Secondo una recente
sentenza, uno straniero in procinto di sposarsi non può sfuggire al
provvedimento di espulsione.
 
Fonte: Melting Pot Europa

coppia mistaUna recente sentenza della Cassazione
ha sancito che un immigrato sottoposto a provvedimento di espulsione non può
sfuggire a tale obbligo nemmeno col matrimonio. La normativa italiana in
materia è già di per se complessa, ma le ultime decisioni sembrano restringere
ancora di più le possibilità per gli stranieri di costruirsi una vita normale
in Italia, mettendo in evidenza ancora di più come il loro ruolo debba
limitarsi a quello di manodopera, possibilmente di transito: la possibilità di
una famiglia esiste solo se a scegliere è l’italiano! Ma quando sposarsi
significa realmente uscire da una situazione di "irregolarità"?  L’unica certezza che si ha in merito è che il
matrimonio tra una persona extracomunitaria non regolarmente presente sul
territorio italiano e una persona italiana porta alla non espellibilità della
stessa solo se su di essa non pendono provvedimenti precedenti di espulsione
(bisogna in realtà dire che il solo matrimonio non basta se non accompagnato da
una serie di "prove" e documentazione riguardo l’effettiva
convivenza). Ma cosa succede se invece il matrimonio avviene tra uno
straniero regolarmente soggiornante in Italia e un altro straniero?  Riguardo a questo bisogna dire che la
legislazione italiana mostra una vena discriminatoria, riconoscendo un diritto
all’unità familiare maggiore al cittadino italiano rispetto allo straniero
regolarmente soggiornante: infatti in nessuna situazione il matrimonio può
regolarizzare la posizione dello straniero cosidetto "irregolare", a
prescindere che esso sia sottoposto o meno a provvedimento di espulsione. Inoltre
bisogna ricordare che recentemente alcuni sindaci, in particolare quello del
comune di Caravaggio in provincia di Bergamo, hanno emanato ordinanze ancora
più restrittive. La normativa italiana è di per sé ingarbugliata, ma la
tendenza che emerge è quella di restringere la possibilità dell’acquisizione
dei diritti sempre di più, eliminando il più possibile le alternative
all’ingresso sul territorio nazionale che non siano comprese nei flussi annui
stabiliti dal governo.

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