A Cittadella migranti annunciano Sciopero spesa antirazzista

Razzisti in piazza a Cittadella (Padova).
Contromanifestazione dei migranti che annunciano
“l’idea più originale e
dirompente della giornata: lo sciopero della spesa. «Se non ci volete, andremo
a fare la spesa in un’altra città, una città che non ci nega la residenza»
hanno strillato, rivolti, più che verso Bitonci, verso la sua base elettorale”

Borghezio e i sindaciUn’idea antirazzista:
lo sciopero della spesa

di Lorenzo Zamponi CartaQui EstNord –  fonte: carta.org
Quaranta sindaci leghisti, appoggiati dagli alleati di An
e Udc, oltre ai grossi calibri del partito come Calderoli e Borghezio, hanno
manifestato a Cittadella, in provincia di Padova, per sostenere il sindaco
Massimo Bitonci, l’autore dell’ ordinanza «antisbandati» che proibisce la
residenza nel territorio comunale a chi, straniero, non può dimostrare un
reddito annuo di almeno 5 mila euro.
I toni apertamente razzisti della
manifestazione leghista non hanno scoraggiato il ministero dell’interno: in una
nota, Giuliano Amato ha scritto che «il problema esiste e la capacità di
assorbimento di alcune realtà è oggettivamente limitata». L’ordinanza Bitonci,
però, viola i trattati europei sulla libera circolazione dei cittadini
comunitari, ma Amato non si perde d’animo e scrive che «la soluzione del
problema non può che passare attraverso l’adeguamento delle norme europee». Sabato
24 a
Cittadella c’è stato un altro corteo, di segno ben diverso. Ecco com’è andata. Continua a leggere

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Così si vive a Cassibile, reportage dal cpa siciliano

CPA Cassibilefonte Fortress Europe

Roma, 25 novembre 2007 – Roman Herzog, un giornalista
tedesco, ha visitato a metà novembre il centro di prima accoglienza di Cassibile, a Siracusa, in Sicilia.
Riceviamo e pubblichiamo volentieri il suo reportage. Da un lato emergono le condizioni
degradanti in cui migranti e rifugiati sono detenuti, compresi donne e bambini.
Dall’altro, nelle parole di chi ricorda il viaggio, ritornano le gravi denunce della situazione
in Libia.

Da una prigione all’altra
Rapporto dall’interno del Centro di Prima
Accoglienza di Cassibile

di Roman Herzog

Siracusa – Il bambino
di quattro anni spinge la testa contro le sbarre. Ma c’è poco da fare. È già
troppo grande, oppure sono le sbarre ad essere troppo strette: una ogni dieci
centimetri. La recinzione è alta cinque metri e mezzo, le sbarre finiscono con
delle punte temperate. L’ultimo metro è opera recente, si vedono ancora i segni
delle saldature e della vernice. Seduti dall’altro lato della gabbia, i
carabinieri si godono il sole del primo pomeriggio. Fissano silenziosamente il
bambino, senza nessuna reazione. Da qui non può scappare nessuno. Siamo
all’interno del Cpa (Centro di prima accoglienza) di Cassibile, in provincia di
Siracusa. Un’area ingabbiata di 40 metri per 20. All’interno, un cortile e una
struttura di due piani, senza finestre al secondo piano. Si tratta di una delle
principali strutture di detenzione dei migranti sbarcati in Sicilia. Nel mese
di ottobre 2007, centinaia di migranti e rifugiati sono arrivati lungo le coste
siracusane, ma negli ultimi dieci giorni non ci sono stati nuovi arrivi. Eppure
al Cpa si trovano 170 persone, chiuse in una struttura fatiscente,
improvvisata, che basterebbe al massimo per 100 persone, e dove le persone per
legge non dovrebbero rimanere se non per un breve periodo in attesa di essere
trasferiti in altri centri, e in particolare i minorenni non dovrebbero essere
rinchiusi se non per il massimo di 96 ore. Ma l’assistente sociale Angela Odo sottolinea che “la
capienza è di 150 persone”, e che “le 170 presenze sono poche, visto che negli
ultimi mesi ci sono state stabilmente oltre 400 persone”. Mi spiega che il
problema è strutturale e che dipende della burocrazia, perché per essere
smistati, “si devono smaltire prima un po’ di stranieri negli altri centri di
permanenza”. Continua a leggere
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Banlieues: nuove rivolte

Torna il fuoco nelle banlieues
Due ragazzi uccisi dalla polizia:
scoppia l’inferno come nel 2005

fonte Peacereporter         

Banlieus in rivoltaDue ragazzi, uno di 15 e l’altro di 16 anni, sono morti
ieri sera dopo essere stati investiti da un’auto pattuglia della polizia a
Villiers-le-Bel, dipartimento della Val d’Oise, 20 chilometri a nord
di Parigi. Secondo la ricostruzione fornita dalle forze dell’ordine, i due
adolescenti avevano rubato una moto e, senza casco, si erano lanciati in una
folle corsa attraverso i viali del borgo alle porte di Parigi. Secondo la
testimonianza degli agenti di polizia, i due ragazzi hanno attraversato ad alta
velocità un incrocio, senza dare la precedenza, finendo travolti dall’auto
della polizia. I due giovani sono morti poco dopo in ospedale in seguito alle
ferite riportate.
La rabbia tra i coetanei delle vittime esplode in un
attimo: decine di giovani assediano il commissariato di Sarcelles, armati di
bottiglie molotov. A fuoco cassonetti dell’immondizia e auto in sosta. Il
commissario tenta di mediare, ma viene aggredito e ferito. Il sindacato di
polizia riferisce anche di colpi di pistola che sarebbero esplosi in direzione
degli agenti. Dopo mezzanotte, tornata la calma, il bilancio: 21 feriti tra
poliziotti e pompieri.
Nell’autunno del 2005, due adolescenti di
Clichy-sous-Bois morirono folgorati in una cabina dell’elettricità dove si
erano rifugiati per sfuggire alla polizia. Scoppiarono scontri feroci tra la
polizia e i ragazzi delle banlieues, i disordini vennero repressi con il pugno
di ferro dall’allora ministro degli Interni Nicholas Sarkozy.

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Morire di carcere

Trentanove detenuti suicidi
dall’inizio dell’anno

di Luca
Galassi fonte Peacereporter

morire di carcere (1)Nelle carceri italiane si continua a morire. Per omicidio,
per malattia, per overdose, per ‘cause da accertare’. Ma soprattutto per
suicidio. I detenuti si tolgono la vita con una frequenza venti volte maggiore
rispetto alle persone libere. Spesso, lo fanno negli istituti dove le
condizioni di vita sono peggiori: strutture fatiscenti, con poche attività
ricreative, con scarsa presenza del volontariato. A ottobre si sono suicidate
sette persone. Trentanove dall’inizio dell’anno. Quattrocentoventotto dal 2000.
I ‘casi’ registrati dal centro di documentazione ‘Ristretti Orizzonti’, la
fonte più ricca e aggiornata in materia di carceri, non rappresentano però la
totalità delle morti che avvengono all’interno dei penitenziari. Sono quelle
ricostruire in base alle notizie dei giornali, delle agenzie di stampa, dei
siti internet, delle lettere che scrivono i volontari o i parenti dei detenuti.
Molte morti passano ancora sotto silenzio, nell’indifferenza dei media e della
società. Continua a leggere

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Basta violenze sulle donne


"Sicurezza percepita " dal Blog di Mauro Biani

Foto primapagina de Il Manifesto 24.11.07
 
Manifestazione naz. contro la violenza maschile sulle donne
LEGGI, SOTTOSCRIVI E DIFFONDI L’APPELLO DI CONTROVIOLENZEDONNE.ORG
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Incisa svastica su 17enne

Violenza neonazista
in Germania: svastica incisa sull’anca di una ragazza

A Mittweida, nell’est, la giovane era intervenuta in
difesa di una bambina extracomunitaria maltrattata dagli estremisti. Uno dei quattro responsabili dell’aggressione è stato
individuato e arrestato
di Andrea Tarquini – fonte: Repubblica.it

Neonazi in GermaniaLa ragazza di 17 anni voleva difendere una bimba
extracomunitaria di sei anni molestata da un gruppo di giovani neonazisti, gli
estremisti di destra hanno aggredito l’adolescente, e con un bisturi le hanno
inciso una svastica sull’anca. E’ accaduto a Mittweida, cittadina di 16mila
abitanti in Sassonia, Germania orientale. E’ successo all’inizio di novembre,
ma solo ora il crimine è stato reso noto. Polizia e servizi segreti interni tedeschi
sono impegnati nella caccia ai giovani criminali, e ne hanno già individuato
uno: membro di un’organizzazione neonazista clandestina fuorilegge dal 2004 ma
tuttora attiva. Ancora una volta, un crimine neonazista ha per teatro la Germania orientale. Cioè
l’ex "Ddr" Continua a leggere

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“Champagne Molotov”

A poco meno di una settimana dalla manifestazione di
Genova leggo le due agenzie (che pubblico di seguito) e una volta di più mi
viene da domandare in quale razza di paese viviamo… !?!?! E allora brindiamo
pure all’ ennesima promozione… cambiano i governi… la vergogna rimane sempre la
stessa…

Haidi Giuliani:
«Promozione Luperi inaccettabile»
«La promozione di un dirigente imputato per le violenze a
Genova nel 2001, Giovanni Luperi, nominato capo del Dipartimento analisi
dell’ex Sisde, è impossibile da digerire». E’ quanto afferma in una nota la
senatrice Haidi Giuliani, che sulla vicenda presenterà un’interrogazione
parlamentare. «Dopo la manifestazione di sabato scorso, pacifica e bellissima,
che chiedeva l’istituzione della commissione d’inchiesta, dalle istituzioni ci
arriva questa risposta: la promozione di uno di coloro che ha partecipato ai
pestaggi e alle torture di quella che è stata chiamata la notte cilena, a
Genova–prosegue Haidi–Credo che si stia creando un solco incolmabile tra il
popolo dell’Unione e un governo che aveva tra i suoi impegni la commissione
parlamentare sul G8. Un impegno disatteso per poi premiare i responsabili della
gestione dissennata anticostituzionale e antidemocratica dell’ordine pubblico
in quei giorni".

Agnoletto e Di Sabato
su promozione Luperi, l’uomo delle molotov alla Diaz

«La nomina di Luperi è la peggior risposta che il governo
poteva dare a tutti coloro che da oltre sei anni chiedono verità e giustizia su
Genova. Una vera e propria provocazione per coloro che sabato scorso hanno
partecipato a Genova alla grande e pacifica manifestazione per chiedere verità
e giustizia». Continua a leggere

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Gli ultimi saranno i primi

Gli ultimi saranno i
primi…ad essere colpiti
Un rapporto di Melting Pot Europa su ordinanze e sgomberi delle baracche

campo romMai come in questo momento la Redazione di Melting Pot
Europa, esprime la sua preoccupazione per il clima di intolleranza che si
respira nei confronti dei cittadini immigrati nel nostro paese, comunitari e
non. Le recenti iniziative
contro i “baraccati” intraprese dal Comune di Padova
, insieme all’
Ordinanza promossa dal Sindaco del Comune di Cittadella, e già ripresa da altri
amministratori, sembrano rispondere alla filosofia per cui: gli ultimi
saranno i primi certo…ma ad essere colpiti
. Gli ultimi saranno i primi,
ad essere sgomberati a colpi di ruspa dalle baracche che circondano la Città del Santo, a vedersi
negare l’iscrizione anagrafica dai comuni che hanno sposato l’Ordinanza del
Sindaco di Cittadella
.
Neppure troppo nascosto, si rivela un modo di intendere la
gestione della vita in comune secondo il quale la povertà viene considerata “di
troppo”, “in esubero”, “in più”, rispetto alle liste anagrafiche e rispetto
alla possibilità di trovare uno spazio, seppur orribile e fatiscente, dove
coprire le notti con un tetto di cartone. Povertà, secondo queste iniziative,
significherebbe preventivamente pericolosità. Continua a leggere

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Tifosi del Glasgow Celtic…


Supporter Celtic contro razzismo e discriminazione I tifosi del Celtic
contestano il presidente:
«Non vogliamo un criminale di guerra»

Tifosi in rivolta a Glasgow ma non per la sconfitta con
l’Italia che è costata l’Europeo alla nazionale scozzese. Una cinquantina di
soci del Celtic, nel corso della riunione annuale del club, hanno duramente
contestato il nuovo presidente, John Reid, accusato come «criminale di guerra»
per aver fatto parte del governo Blair durante l’invasione anglo-americana
dell’Iraq. Reid, 60 anni, ex ministro della Difesa e della Sanità con
un passato rinnegato nel partito comunista inglese, è stato eletto alla guida
del Celtic in settembre. «Il suo incarico nel govermo Labour – hanno spiegato i
rappresentanti del Celtic Supporter Trust – lo rende incompatibile con la
presidenza del club. In patria e all’estero, Reid sarà sempre identificato con
un disastro politico e umano come la guerra in Iraq». Chitarrista ed ex
alcolista, il nuovo chairman dei biancoverdi si è difeso davanti all’assemblea
dei soci (400 ) ricordando di essere «figlio della famiglia del Celtic sin da
bambino. E’ il più grande onore della mia vita essere qui ma politica e
religione devono restare fuori dalla porta del nostro club».

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Reportage dalla Romania

Viaggio
nell’intellighenzia «zingara» in Romania
Rom rumeni, ne
mancano due milioni

di Cinzia Gubbini  -di
ritorno da Bucarest

 

Ciprian Necula«Alcuni stereotipi, a cui i giornalisti italiani sembrano
credere pienamente, servono molto alla politica. Qui in Romania è certo: i politici
si sono a lungo masturbati con il problema rom. E mi sembra che lo stesso stia
avvenendo in Italia. Dove mi permetto di dire che la democrazia dopo Berlusconi
sembra non funzionare più tanto bene e al popolo italiano vorrei dare un
consiglio: occhio all’estrema destra che, come da noi, è sempre pronta a
spuntare da dietro l’angolo». Lui di estrema destra un po’ se ne intende. Da giovane ha militato nelle fila
di un gruppo di skinhead «era la moda, ma sono stato anche rocker. Il fatto è
che a lungo nella mia adolescenza ho lottato per seppellire la mia identità rom
di cui mi vergognavo». A diciott’anni vide Voicu in tv (di cui per la verità
oggi non è il principale estimatore) e si convinse che era necessario attivarsi
per difendere il popolo di cui faceva parte: «Così oggi io sono tra le 563 mila
persone che sono rom e lo dicono». I due milioni mancanti, dice Ciprian: «Non
se ne sono andati dal paese, chi se ne va sono i più poveri, quelli che sanno
di essere odiati. Al contrario, sono gli assimilati. Sono quelli che nella
società rumena lavorano, vivono nelle case, ma non vogliono essere riconosciuti
preferiscono rimanere invisibili». Come ha fatto lui fino a dieci anni fa."

C’e’ chi dice che
sono quelli usciti dal paese e emigrati all’estero. Ma il fatto è che solo
mezzo milione di persone nei censimenti si dichiara rom. Colpa della
discriminazione o della libertà di essere «assimilati»? La Romania covo di razzisti?
Per Voicu, senatore rom e musicista, il problema è la miseria. Secondo alcuni
intellettuali le radici del razzismo affondano nel comunismo. E tra i rom c’è
chi è stato skinhead Continua a leggere

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