G8, Bolzaneto come Guantanamo

Bolzaneto come Guantanamo

Parti lese
Editoriale di Lorenzo Guadagnucci, Fonte Carta.org [26 Febbraio 2008]

Prendiamo il Corriere della Sera e la Repubblica. Entrambi riportano la notizia della requisitoria in corso a Genova sugli abusi compiuti nella caserma di Bolzaneto, durante il G8 nel luglio 2001. Il primo mette la notizia fra le brevi di pagina 21: otto righe [ho contato le parole, sono 34] con il titolo «Ecco le violenze di Bolzaneto». Il secondo sceglie ancora le brevi, a pagina 19, con sedici righe: «G8, a Bolzaneto un girone infernale». Un unico giornale italiano–il manifesto–ha ritenuto degna di prima pagina la notizia che un articolo uscito sulla Stampa [pagina 19] introduce così: «Botte, insulti, oscenità, minacce di sodomizzazione, prigionieri costretti ad abbaiare o a restare nella posizione della ballerina o del cigno, tenuti per ore in piedi con le mani alzate, ragazze denudate e fatte girare su se stesse tra commenti brutali di agenti presenti in infermeria, piercing strappati anche dalle parti intime: non è Guantanamo, ma la caserma del reparto Mobile di Bolzaneto…». Tutto questo in Italia non fa praticamente notizia, non scatena alcun dibattito politico, non suscita indignazione. Stiamo accettando silenziosamente la scomparsa di alcuni diritti fondamentali, e non saranno le [eventuali, la prescrizione incombe] sentenze del tribunale a salvarci dall’abisso nel quale siamo caduti nel 2001. Sento oggi che un famoso poliziotto, Achille Serra, sarà portato in parlamento. Nulla da obiettare. Ma se proprio vogliamo giocare con le candidature-simbolo, segnalo che al processo per Bolzaneto ci sono 205 parti lese, tutti semplici cittadini, e 45 imputati, tutti agenti delle forze dell’ordine. In bocca al lupo, onorevole Serra.

Insulti a un disabile, minacce di sodomia, botte e inni fascisti. I pm descrivono la caserma genovese come un luogo di torture fisiche e psicologiche. Protagonisti non solo i poliziotti ma anche i medici. Così la democrazia fu sospesa.
di Alessandra Fava,
Il Manifesto 26.02.08

Continua a leggere

Pubblicato in Genova G8 | Commenti disabilitati su G8, Bolzaneto come Guantanamo

Chi si vergogna di Bolzaneto?

Ida Dominijanni, Il Manifesto 26.02.08

bolzaneto“Nella caserma di Bolzaneto, in quel di Genova 2001, dopo l’assassinio di Carlo Giuliani e l’assalto alla scuola Diaz, questi furono i fatti, secondo la ricostruzione dei pm al processo che si sta svolgendo in questi giorni. Lo sapevamo dalle testimonianze, adesso lo sappiamo, come si dice in gergo, dalla raccolta degli elementi probatori sottoposti a riscontri. Fu dunque tortura a tutti gli effetti, con tutto il carico di sadismo, sessismo, pornografia di cui la tortura è fatta. Conviene non volgere lo sguardo e leggere attentamente questa macabra descrizione: non solo a Abu Ghraib, non solo a Guantanamo, non solo nelle carceri dove «spariscono» le vittime delle «rendition» americane, la tortura è tornata ad essere uno strumento ordinario dello stato d’eccezione permanente in cui viviamo.” ” il film di Genova appare una sinistra anticipazione su scala locale di quello che pochi mesi dopo, con l’11 settembre e la guerra al terrorismo, si sarebbe scatenato su scala globale. Una prova generale, come del resto a molti  fu chiaro fin da subito.”

Continua a leggere

Pubblicato in Genova G8 | Commenti disabilitati su Chi si vergogna di Bolzaneto?

Marocco, aumentano le retate contro i migranti

Si intensifica l’espulsione di rifugiati, resta dura la situazione dei profughi al confine con l’Algeria. Non più arresti di massa, ma controlli orientati verso gruppi di persone: il criterio principale è il colore della pelle
scritto per
Peacereporter da Giovanni Vegezzi

Continua ad essere difficile la situazione dei migranti dell’Africa subsahariana che vivono in Marocco. A metà gennaio si sono verificate una serie di retate della polizia marocchina alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri dei paesi del Mediterraneo.

Sponda nord e sponda sud. La conferenza, prevista nel contesto del dialogo 5+5 fra paesi della sponda nord e sud, doveva proprio affrontare il tema dell’immigrazione. Ma intanto il governo marocchino aveva già deciso di procedere a modo suo.Le retate, che sono riprese con maggiore intensità fra fine gennaio e inizio febbraio, hanno richiesto in molte occasioni l’intervento dell’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati). Le associazioni per i diritti umani riferiscono di svariati episodi di violazioni. A fine gennaio una serie di operazioni a Rabat e a Casablanca hanno portato all’arresto di una ventina di persone. Fra di loro molte con diritto di asilo, che sono state liberate solo grazie all’intervento di rappresentanti delle Nazioni Unite. Anche nelle operazioni del 5 e 6 di febbraio, sempre nella capitale Rabat, sono state arrestate 87 persone, di cui 17 rifugiati. L’Alto Commissariato è stato avvisato solo dopo l’intervento dell’Arcom (l’Associazione dei Rifugiati e dei Richiedenti Asilo in Marocco). Risulta comunque che 5 richiedenti asilo siano stati rimpatriati.

Continua a leggere

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su Marocco, aumentano le retate contro i migranti

L’ Europa a settanta chilometri

Il sogno si chiama Mayotte, colonia francese nell’arcipelago delle Comore, meta disperata di chi insegue un futuro migliore.
scritto per Peacereporter da Federico Frigerio

Fa rabbia vedere il miraggio della ricchezza a soli settanta chilometri. Quando l’oceano è tranquillo gli abitanti di Anoujan, una delle tre isole – insieme a Moheli e Grande Comore – dello stato africano dell’Unione delle Comore, vedono chiaramente le luci di Mayotte, territorio europeo a soli settanta chilometri.

Arcipelago tormentato. Mentre le tre isole hanno rivendicato la loro indipendenza dalla Francia nel 1975 l’isola di Mayotte ha deciso, attraverso due referendum, di rimanere colonia francese. Le vicende dell’arcipelago che in 30 anni di indipendenza ha visto susseguirsi 20 tentati colpi di stato e l’onnipotenza del “pirata” francese Bob Denard, hanno contribuito a una situazione politica, economica e sociale stagnante, tanto che ogni anno il prodotto interno lordo della nazione si dimezza.

Continua a leggere

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su L’ Europa a settanta chilometri

Reggio Emilia – Lo sfruttamento della manodopera migrante

Protesta pubblica dell’Associazione Città Migrante

città migranteDurante la mattinata di lunedì 25 febbraio l’Associazione Città Migrante ha indetto un presidio con conferenza stampa per reclamare il diritto al corrispettivo per prestazioni lavorative efettuate all’interno di cantieri edili. Striscioni, megafono e volantini di denuncia per chiedere il pagamento di mesi di lavoro come manovali edili nei cantieri. Lo slogan della giornata: chi è l’irregolare, lo sfruttato o lo sfruttatore?
L’Associazione Città Migrante, insieme ad una cinquantina di operai ha messo in atto una protesta pubblica per denunciare un fenomeno sempre più diffuso nella provincia di Reggio Emilia, quello dei manovali edili, impiegati per alcuni mesi e poi lasciati a casa senza avere ricevuto lo stipendio che era stato loro promesso. Il fenomeno riguarda lavoratori migranti impiegati principalmente nel settore dell’edilizia che lavorano nei cantieri e che poi, quando chiedono il compenso pattuito, si sentono dire che non ci sono soldi. Se poi si tratta di persone non in regola con il soggiorno per i datori di lavoro è molto facile non rispondere nemmeno, perchè sanno che queste non hanno tutele. Continua a leggere

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su Reggio Emilia – Lo sfruttamento della manodopera migrante

Ex carta di soggiorno. Molte le irregolarità delle Questure

Soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) – Molte le irregolarità da parte delle Questure. Melting Pot richiede un intervento urgente al Ministero dell’Interno
Redazione Meltingpot Europa

carta di soggiornoCon una lettera indirizzata al sottosegretario del Ministero dell’Interno, Marcella Lucidi, la redazione del Progetto Melting Pot Europa ha voluto portare all’attenzione la necessità urgente di un intervento interpretativo e chiarificatore, da parte del Ministero dell’Interno, rispetto alle prassi che ancora molte Questure mettono in atto per quanto riguarda i rilasci dei permessi di soggirono CE per soggiornanti di lungo periodo. I casi sottoposti all’attenzione del Ministero sono diversi ed emblematici di una situazione in cui ancora molte sono le incertezze che riguardano la normativa, o meglio, la sua applicazione, perchè le norme, a dire il vero, sembrano essere fin troppo chiare. L’ultima direttiva emanata proprio dal Ministero dell’Interno, inoltre, fornisce indicazioni nel senso di incentivare la richiesta dello status di soggornante di lungo periodo, per chi ne abbia i requisiti, ma la realtà sembra andare in un’altra direzione. Le questioni su cui si richiede un intervento urgente: >> Continua a leggere

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su Ex carta di soggiorno. Molte le irregolarità delle Questure

Migrante uccisa al confine. 200 arresti a Tel Aviv

Fonte: MISNA

Con una retata nei pressi della stazione centrale di Tel
Aviv, 200 migranti provenienti da Costa d’Avorio, Sudan ed Eritrea sono stati
arrestati oggi dalla polizia israeliana; la notte scorsa, una donna eritrea di
circa trent’anni era stata uccisa dalla polizia egiziana mentre tentava di
varcare il confine con Israele e altre tre persone erano rimaste ferite.
Secondo fonti di sicurezza, la polizia egiziana ha aperto il fuoco dopo aver
intimato l’alt a un gruppo di dieci migranti, tra cui cinque bambini. Sono sei
gli africani uccisi dall’inizio dell’anno nel tentativo di entrare in Israele.
Secondo l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati(Acnur/Unhcr), dall’inizio
del 2008 sono oltre 1500 i migranti che hanno superato i 250 chilometri di
confine per entrare in Israele. Ieri il primo ministro israeliano aveva
ordinato la deportazione di 7200 persone che, secondo le stime, sono immigrate
illegalmente in Israele negli ultimi 14 mesi.

 

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su Migrante uccisa al confine. 200 arresti a Tel Aviv

CPT vista stadio

CPT vista stadio

Il sogno di Sharmin fan iraniana di Totti
di  G.M.Bellu, fonte “Gli altri noi” Repubblica.it
“E’ stato molto bravo
Daniele Scaglione – l’autore di
"Centro permanenza temporanea vista
stadio
", Edizioni E/O – a restituirci l’Italia attraverso gli occhi di
Sharmin. Perché è lo sguardo limpido” dell’adolescente a sconvolgere gli ordinari
criteri di verosimiglianza.”

Sharmin è un’adolescente iraniana appassionata di calcio.
Una vera tifosa, candida e competente. E’ partita da Teheran assieme alla mamma
per raggiungere il padre, un professore universitario che si è rifugiato in
Francia, a Lione, dove attende la risposta alla domanda di asilo politico. Purtroppo,
mentre transitano per l’Italia, Sharmin e la mamma vengono fermate e chiuse in
un Centro di permanenza temporanea nei pressi di Torino. E’ qua che la storia
comincia. Sharmin – che attraverso la tv ha imparato a conoscere i campioni del
calcio italiano – inorridisce davanti allo spettacolo di una sgangherata
partita tra reclusi nel campetto del Cpt. "Proprio questo mi tocca di
vedere nel paese di Totti e di Maldini?". Continua a leggere

Pubblicato in Libri | Commenti disabilitati su CPT vista stadio

«Ma noi ce l’abbiamo fatta grazie all’Ue»

La storia di sette eritrei ed
etiopi fuggiti dai loro paesi, sopravvissuti a scafisti e cpt: ora ha trovato
casa a Genova. Grazie a un fondo europeo

di Alessandra
Fava, 

fonte:
Il Manifesto [23 febbraio 2008]

migranteGenova. Visi timidi o sorridenti: sono quelli di sette
immigrati eritrei ed etiopi che partiti chi due, chi tre anni fa dai loro paesi
hanno trovato finalmente un lavoro come saldatori o carpentieri, grazie a un
progetto di inserimento finanziato da fondi europei legati al progetto Iter e
altri fondi regionali e nazionali. Si chiamano Yemane, 25 anni, studente
etiope, messo in galera con l’accusa di aderire a un partito all’opposizione;
Hagos, uno studente eritreo di 23 anni che si rifiutava di andare al fronte; ci
sono anche un insegnante e un ex soldato impegnato nella guerra a bassa
intensità tra Eritrea ed Etiopia che dopo nove anni di guerra in Dancalia ha
deciso che l’unica speranza era fuggire e ancora oggi rischia ritorsioni sulla
sua famiglia anche solo a dire il suo nome. A unire le loro storie non è solo la Liguria, ma il percorso
che li ha portati in Europa. Tutti si sono riversati in Sudan, tutti hanno
attraversato il deserto libico per un mese sino ad arrivare al paese di
Gheddafi per imbarcarsi su qualche battello pagando nuovamente i passeur fino
alla Sicilia, poi i cpt, la richiesta dello status di rifugiato e l’ottenimento
del permesso di soggiorno per motivi umanitari. C’è chi racconta di aver visto due compagni morire
disidratati nel deserto. Chi di essersi trovato alla deriva verso Malta e poi
di essere stato respinto verso la
Sicilia con una fornitura di gasolio, quel che bastava per
arrivare alle coste italiane; chi di aver visto affondare poco lontano dalla
propria una barca piena di donne e bambini, in fondo al mare. Chi le ha vissute
sulla propria pelle fa fatica persino a spiegare i ricordi. Continua a leggere

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su «Ma noi ce l’abbiamo fatta grazie all’Ue»

Usa/Immigrazione: Ok al muro virtuale

VIRTUAL WALL
Sarà il più
sofisticato sistema tecnologico per fermare l’immigrazione clandestina: una
palizzata virtuale, senza muri o sbarre, ma con un potente sistema di sensori e
radar.
A metterlo
a punto gli Stati uniti, che lo hanno già utilizzato lungo 40 km di frontiera nel
deserto tra Arizona e Messico. Il «progetto 28», questo il suo nome, si compone
di alcune torrette alte circa 30
metri, completamente prive di personale ma dotate di
telecamere, sensori e radar tali da poter vedere anche di notte. Scrutano ad
una profondità che può raggiungere anche i 15 chilometri, e non
solo sanno distinguere la figura di un uomo da quella di un animale, ma – a
distanza più ravvicinata – possono scannerizzare anche i bagagli di un eventuale
clandestino e verificare se, nascoste nella zaino, vi siano armi o droghe. Il
via libera è arrivato ieri dall’amministrazione Bush.
fonte:
Il Manifesto [23 febbraio 2008]

Pubblicato in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti | Commenti disabilitati su Usa/Immigrazione: Ok al muro virtuale