Immigrazione: terzo click day

Terzo click day. Quota 170 mila
Ferrero: «Regolarizzare»

Ieri,22 dicembre, terzo e ultimo «click day», con cui il governo
italiano ha messo a disposizione 170 mila posti per cittadini stranieri che
vogliono lavorare in Italia. Di nuovo una valanga di richieste inviate via
internet: 107.589 per circa 58 mila posti in palio. In totale le richieste per
entrare in Italia (o per regolarizzare persone già presenti) sono state quasi
700 mila.
Ieri il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero è tornato ad
augurarsi che il parlamento approvi presto la nuova legge sull’immigrazione,
aggiungendo: «Ritengo inoltre che parallelamente con il prossimo decreto flussi
sarà necessario regolarizzare coloro che già lavorano in Italia in condizioni
di irregolarità»

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Manu Chao :: Amadou & Mariam :: Sénégal Fast Food

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Francia – La corsa per raggiungere le 25000 espulsioni

[ le vignette sono tratte dall’ultimo numero di Charlie
Hebdò. Quella in basso fa riferimento allo sgombero violento dei senza tetto "accampati dall’ Org. "Les
Enfants de Don Quichotte" sul lungo
senna. Ve ne abbiamo parlato nell’ articolo:
Sarkò picchia i senzatetto della senna ]

Associazione denuncia
sotterfugi della polizia per arrivare all’ obiettivo

Fonte Meltingpot

HortefeuxMancano dieci giorni alla fine dell’anno e la polizia
francese sta facendo i salti mortali per raggiungere la quota di espulsioni di
clandestini fissata dal presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy,
all’inizio dell’anno, quando era ancora ministro dell’Interno, come uno dei
pilastri della sua politica di controllo dell’immigrazione. Entro il 31
dicembre infatti 25.000 stranieri in situazione irregolare dovrebbero essere
stati espulsi dalla Francia. Un numero ragguardevole, che ha spinto le forze
dell’ordine a moltiplicare le iniziative "originali". Dalle retate
sui marciapiedi di fronte alle sedi delle associazioni che aiutano i migranti
agli arresti dei bambini all’uscita dalla scuola alle convocazioni-trabocchetto
in questura: la Cimade,
la principale associazione di assistenza ai migranti, le ha registrate tutte. ’Charlie Hebdo’ le rivela, e alcune tecniche usate dalla
polizia per fare numero "suscitano l’ammirazione" per la loro
perversità, osserva il settimanale satirico. Come quella per esempio che
consiste nell’arrestare gli extracomunitari che risiedono in un altro Paese
dell’Unione e sono in visita in Francia negli aeroporti o nelle stazioni
ferroviarie mentre sono in procinto di ripartire, di trattenerli nei centri di
fermo amministrativo e di "riaccompagnarli" nel loro Paese di
residenza "a spese del contribuente" francese. Circa il 7% delle
espulsioni avvengono secondo questo metodo, denuncia la Cimade. Un altro sistema consiste nell’arrestare gli extracomunitari
i cui visti sono scaduti, anche se sono sulla via del ritorno, magari al
confine. Anche in questo caso all’arresto seguono una più o meno lunga
detenzione in
vignetta tratta da Charlie Hebdòun centro e poi l’espulsione o l’accompagnamento a casa a spese
dello Stato. Ancora più kafkiano è il caso degli extracomunitari entrati
illegalmente in Francia e arrestati anche loro alla stazione o all’aeroporto
mentre stavano lasciando il Paese. Per poterli rimpatriare occorre un
lasciapassare consolare, ma se, come è già successo, il loro Paese non possiede
un consolato o un’ambasciata in Francia, devono essere liberati con l’obbligo
di lasciare il territorio. Già, osserva ’Charlie Hebdo’, proprio quello che si
accingevano a fare, solo che ora hanno perso il biglietto e non è detto possano
pagarsene un altro.
Una fortuna, ironizza il settimanale, "poiché,
trasformati in ’sans-papiers’, potranno essere arrestati ed espulsi più
volte". E’ il caso dei romeni e dei bulgari, che, prima che i rispettivi
Paesi entrassero a far parte dell’Unione europea, il primo gennaio scorso,
costituivano il 30% delle espulsioni. Ora la polizia "ha trovato un nuovo
modo per espellerli", osserva ’Charlie Hebdo’, i "rimpatri umanitari
volontari": gli immigrati, molto spesso rom, vengono caricati su pullman,
rimpatriati su voli charter e vengono dati loro 300 euro per le prime spese.
"Solo che", prosegue il settimanale, "solitamente, dopo qualche
settimana tornano in Francia, dove potranno essere nuovamente arrestati e cosi’
via". Ed ecco spiegato in parte il numero di 21.000 espulsioni
compiute dalla polizia dall’inizio dell’anno fino "a fine novembre",
annunciato la settimana scorsa dal ministro dell’Immigrazione,
dell’integrazione e della cooperazione allo sviluppo Brice Hortefeux. Poco meno
dei 21.500 registrati sullo stesso periodo del 2006. Una serie di associazioni, fra le quali ’Act Up’ e la
’Rete educazione senza frontiere’, hanno per parte loro lanciato una campagna
per denunciare la "politica del numero" del governo in materia di
espulsioni. Le associazioni denunciano il moltiplicarsi delle retate contro i
clandestini e alcune conseguenze nefaste del clima che ne deriva, citando come
esempio gli immigrati che si gettano nel vuoto dalla finestra della loro
abitazione per non essere arrestati.

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Un’orda di lavoro precario e migrante

 

“La
«crescita dell’occupazione» si rivela perciò un fondale di cartone, fatto di
molti «lavoretti» a termine, malpagati, a bassa contribuzione e probabilmente a
scarso contenuto tecnologico(…)
Un quadro quantitativo che conferma le analisi
che vedono crescere la quota di «lavoratori poveri», a bassa qualificazione
professionale (magari in netto contrasto con i titoli di studio posseduti). E
che addebita al sistema delle imprese – non certo alla «disponibilità a
lavorare» della popolazione – i fallimenti certificati, ad esempio, dal recente
sorpasso effettuato nei nostri confronti dalla Spagna riguardo al «Pil pro
capite»”
[la vignetta è di Mauro Biani]
Cresce l’occupazione,
dice l’Istat. Ma cala quella «stabile», mentre esplodono i contratti atipici
nei servizi di ricezione e cura

di Francesco Piccioni – fonte: Il manifesto 21.12.07
Siamo un popolo di lavoratori obbligati a lavorare sempre
di più. A tutte le età e con qualsiasi formula contrattuale. E a dare il
contributo più rilevante sono i lavoratori migranti e i «precari» di ogni
genere e grado. A dispetto dei predicozzi iperliberisti di Giavazzi o Ichino. Lo dice l’Istat, nella sua trimestrale rilevazione Continua a leggere

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INCHIESTA/1 Il business sgomberi

"Quello di via dei Gordiani è il più centrale tra i campi
autorizzati rimasti a Roma, uno degli ultimi baluardi prima che il sogno, un
tempo di Fini, ora di Veltroni, dei rom fuori il perimetro del Raccordo Anulare
sia compiuto in pieno. Sorge tra la
Casilina e la
Prenestina, due grandi arterie stradali che entrano nella
capitale da est. Già nel secondo dopoguerra nell’attuale zona del campo sorgeva
una baraccopoli, abitata però da italiani, principalmente immigrati del centro
e del sud che si stabilirono lì in attesa di una soluzione migliore. Fu alla
fine degli anni ’70 che avvenne il «passaggio di consegne» tra gli italiani e i
rom che si fermarono in quell’area."

I «palazzinari» di
via Gordiani. Un pugno di
costruttori, un progetto per mille appartamenti. A un passo dal fiore
all’occhiello della Roma veltroniana: il quartiere Pigneto. E i rom pagano le
spese

di Andrea Foschi, Riccardo Iori – fonte: Il manifesto 21.12.07

Lili e Sasha il giorno delle nozzeRoma. Poco più di un anno fa, il 2 dicembre del 2006, due
giovani, Lijuba Mikic di 17 anni e Sasha Traikovic di 16, sposati da appena un
mese, morirono in un rogo divampato nel campo di via dei Gordiani a Roma [
Storia
di Lili e Sasa, giovani rom morti bruciati
]. In quello stesso
campo, lo scorso 30 ottobre, sei prefabbricati sono stati sventrati sotto le
direttive del VI e dell’VIII gruppo della Polizia municipale romana,
anticipando di poco le operazioni di polizia e gli allontanamenti coatti
divenuti routine dopo il brutale delitto Reggiani. Motivo ufficiale: contrastare
lo spaccio di eroina, problema che da anni imperversa in quel campo, come
denunciato, tra l’altro, dagli stessi rom. Motivi ufficiosi: fare un favore ai
«palazzinari» che agognano la fine di quel campo, uno dei più antichi e meglio
integrati della capitale.

Il linguaggio burocratico utilizzato nel foglio consegnato
alle persone allontanate, firmato dal dr. Francesco Alvaro, direttore del V
Dipartimento (Politiche sociali) è sconcertante, perfetta applicazione del
messaggio biblico per il quale le colpe dei padri ricadranno sui figli: «La S.V. non è stata in grado di
rispettare le norme che regolano la civile convivenza tra gli ospiti del campo
attrezzato di via dei Gordiani. I comportamenti illeciti da Lei messi in atto
escludono ogni possibilità di considerare altre soluzioni che non quella
dell’allontanamento dal campo di tutto il suo nucleo familiare». Le norme evase
sono quelle sancite da un patto firmato nel 2003 dall’allora presidente del
Municipio VI, Vincenzo Puro, e i capifamiglia rom, nel quale la vita dei
residenti era regolamentata in ogni aspetto, dall’obbligo di segnalare gli
ospiti alle modalità con cui tenere animali domestici. Un comunicato del gruppo
Prc al municipio in merito alle operazioni di sgombero lascia intravedere come
stanno veramente le cose; a chi parla di un possibile abbattimento del campo,
Rifondazione risponde: «Non vorremmo che, dietro coloro che ventilano tale
ipotesi, si nascondano personaggi che, da alcuni mesi, vanno proponendo
iniziative speculative sulle aree, compresa quella dell’attuale campo rom, che
gravitano intorno alla futura stazione Teano della Metro C». Proprio davanti
all’insediamento, infatti, fervono i preparativi per la futura linea
metropolitana della capitale, evento urbanistico che farà schizzare alle stelle
le quotazioni di terreni e appartamenti della zona, che si ritroverà a essere
da semiperiferica a centrale, in un angolo della capitale ancora pieno di verde
e assai vicino a uno dei nuovi poli d’attrazione della Roma «multietnica,
tollerante e veltroniana»: il Pigneto.
A
seguire:

Chi si oppone e chi
vuole l’affare…

Dai terroni ai rom…
Alloggi sperimentali
e sconosciuti…


Quelle «cacciate»
mondiali

di Cinzia Gubbini – fonte:Il manifesto 21.12.07
Roma. Quinto municipio sotto assedio. Uno sgombero ogni
due giorni da novembre, secondo le stime delle associazioni. Una coincidenza
strana, che non può essere spiegata soltanto con la reazione draconiana
dell’amministrazione capitolina alle polemiche dopo l’ omicidio di Giovanna
Reggiani, uccisa da un rom che viveva in uno dei tanti insediamenti sorti negli
ultimi anni in città. Dopo quel delitto le ruspe sono entrate in azione in
tutti i quartieri. Gli sgomberi sono diventati quotidiani. Ma le persone, quasi
sempre rumeni, quasi sempre famiglie con bambini, quasi sempre poveri in canna,
non se ne sono andati da Roma. Si sono solo spostati un po’ più in là. A quanto
si dice, l’ultima moda è dormire sotto i ponti e lungo gli argini del fiume con
la tenda. Che così si smonta all’alba e dà meno nell’occhio (…)


Emergenza casa,
Veltroni regala Roma ai palazzinari

Con un colpo di mano
il sindaco dà carta bianca ai costruttori dimenticando l’edilizia pubblica.
E
Action protesta in Campidoglio

di Giacomo Russo Spena – fonte: Il manifesto 21.12.07
Roma. Se prima è stato il turno del registro delle unioni
civili, affossato lunedì scorso, ora è toccato al «diritto all’abitare» finire
al tappeto. Il «modello Roma» di Walter Veltroni sferra prepotentemente un
altro colpo. La situazione è stata denunciata ieri dal movimento di lotta per
la casa Action che ha presidiato il Campidoglio con una sonora manifestazione
per protestare contro «i regali del sindaco ai palazzinari a scapito dei senza
casa» (…)..


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Decreto flussi 2007 – Riaprire subito le quote

“Mezzo milione di
domande sono un dato di fatto, una realtà, ed indicano incontrovertibilmente
una necessità di emersione dall’irregolarità, generale, senza precendenti.
Nonostante il Ministero continui a propinare l’idea che queste persone non
siano già presenti nel territorio nazionale la situazione va affrontata senza
demagogia. Parliamo di persone che sono qui, irregolari, e che aspirano ad un
permesso di soggiorno perchè non vogliono vivere nella clandestinità, vogliono
costruirsi un percorso di vita il più dignitoso possibile.”

Decreto flussi 2007 – Riaprire subito le quote
Superate abbondantemente le 550
mila domande

Fonte:
Meltingpot
contare non essere contatiI numeri di questo decreto flussi sono impressionanti,
soprattutto il numero complessivo di domande presentate e cioè più di 515 mila
a fronte dei 170 mila posti, ed all’appello mancano ancora le domande che
saranno inviate oggi, 21 dicembre. Facile immaginare che verrà raggiunta e
superata la quota delle 600 mila richieste. Definire le quote inadeguate non
riesce a descrivere veramente la distanza fra la realtà e l’ostentata finzione
dell’entrata attraverso il sistema delle quote. Le domande per l’assunzione di
cittadini provenienti dai 14 paesi per i quali il decreto prevedeva quote
riservate sono più di 350 mila, la quota totale disponibile di 47100 posti,
sette volte tanto. Le domande pervenute il 18 dicembre per l’assunzione di colf
e badanti sono state più di 136 mila, più del doppio rispetto ai posti
disponibili, sommando le domande provenienti dalla Lombardia (41600) con quelle
dell’Emilia Romagna (15221) già il tetto dei 65 mila si rivela insufficiente. Continua a leggere

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Milano: asili vietati ai figli dei clandestini

bambino migrante scuola maternaMilano,
nuove regole del Comune.
La decisione
in una circolare pubblicata sul sito e voluta dal sindaco Letizia Moratti. Dura
protesta di don Colmegna: "L’istruzione deve essere un diritto per
tutti" di Zita
Dazzi – fonte: Repubblica.it

Scuole
materne vietate ai figli degli immigrati senza permesso di soggiorno. Succede a
Milano, dove il Comune ha appena pubblicato sul suo sito la nuova circolare
sulle iscrizioni per le scuole dell’infanzia con nuove, e più restrittive,
norme riguardo ai bambini stranieri. Fino all’anno scorso, i piccoli
extracomunitari, figli di "clandestini" o i cui genitori,
semplicemente, erano in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, venivano
accettati "con riserva". Venivano
cioè iscritti formalmente a settembre, se il documento arrivava. Dal prossimo
15 gennaio, le regole cambiano. E chi non ha il permesso di soggiorno, non
potrà nemmeno presentare la domanda per entrare in una delle 170 materne
comunali. Continua a leggere

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Trento – Rom: un tetto con le regole di un lager

Rom a Trento“Nei nuovi moduli
abitativi possono entrare solo loro, i rom. È vietato l’ingresso a volontari e
amici. Questa imposizione – volta forse a spezzare quel connubio umano e
politico di quell’assemblea per i diritti che ha messo in difficoltà lo
svolgersi inesorabile della burocrazia comunale – è l’ostacolo da superare in
questi giorni. Ogni sera, prima di ritirarsi per la notte, l’assemblea si
ritrova davanti ai cancelli dell’area allestita: se non possono entrare
attivisti e volontari sono i rom che li raggiungono. Per discutere e parlare
del futuro, per incontrarsi dentro un clima di partecipazione che stempera il
gelo di una baraccopoli “ufficiale” che sarebbe fredda anche d’estate.”
Fonte:
Meltingpot  Continua a leggere

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Il razzismo di Veltroni straripa a Ponte Mammolo

di Gianluca
Carmosino – fonte: carta.org

sgombero campo nomadiIl progetto di pulizia etnica ordinato da Walter Veltroni
contro i rom rischia di interrompersi. Novembre ha registrato un sgombero ogni
due giorni circa, dicembre era cominciato con altri due grandi interventi a
Ponte Mammolo, periferia est di Roma, ma nelle ultime ventiquattro ore, per
l’azione di associazioni, parlamentari e i partiti di «La Sinistra e L’Arcobaleno»
del Municipio V, la macchina da guerra messa in campo dal sindaco si è
inceppata. Le due baraccopoli rase al suolo a Ponte Mammolo hanno infatti
distrutto gli arredamenti, i libri, le pentole di decine di famiglie rom, ma
soprattutto hanno lasciato quaranta bambini e due donne in gravidanza al gelo,
in strada, per dieci notti. Mercoledì pomeriggio, il senatore Salvatore Bonadonna
[Prc], lo ha anche denunciato in aula. «Mi vergogno di un paese che permette
una simile crudeltà e che per giunta la contrabbanda come misura di
sicurezza–ha spiegato Salvatore Bonadonna–e ancora di più mi vergogno della
città di Roma, la cui amministrazione, interpellata sul problema, risponde di
non poter fare niente. Ma non è Veltroni l’amico dei bambini? Il sindaco che
pensa al museo del giocattolo a Villa Ada? Non si possono ‘sbaraccare’ le
persone senza preventivamente trovare una soluzione alternativa». Quelli sgomberati sono due grandi gruppi familiari, i cui
bambini frequentavano le scuole del quartiere. «La maggior parte sono cittadini
italiani, francesi e rumeni che hanno la residenza in Italia e qui lavorano. Continua a leggere

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Usa, la rivolta degli indiani Lakota

La Rivolta Sioux, discendenti di
Cavallo Pazzo e Toro Seduto.
"Stracciamo i trattati con il governo"

Firmati 150 anni fa, sono
"parole senza senso su carta priva di valore".Pronti nuovi
passaporti, patenti di guida e niente tasse
[fonte: Repubblica.it]

Russel MeansVennero firmati più di 150 anni fa. Adesso non sono altro
"che parole senza senso su carta priva di valore". Così gli indiani
Lakota hanno deciso di stracciare i trattati firmati dai loro antenati con il
governo Usa. E’ netta la presa di posizione di una delle tribù Sioux più
leggendarie, che ha dato alla storia figure come Toro Seduto e Cavallo Pazzo.
Destinatario il dipartimento Usa. Troppe violazioni, denunciano gli indiani.
Continui abusi "per rubare la nostra cultura, le nostre terre e la nostra
capacità di mantenere il nostro stile di vita". Per questo, dicono, quei
trattati sono ormai carta straccia. Una lotta che cerca di salvare quel che
resta di un’identità seriamente in pericolo. Con alcune tribù diventate
"facsmili dei bianchi". "Non siamo più cittadini statunitensi e
tutti coloro che vivono nell’area dei cinque Stati del nostro territorio sono
liberi di unirsi a noi" attacca Russell Means, uno degli attivisti più
famosi, Continua a leggere

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