Il Premio Tenco 2007 per il miglior disco è andato a
Gianmaria Testa con “Da questa parte del mare”, un concept album dedicato al
tema dell’emigrazione
Quando i migranti eravamo noi.
di Giorgio Maimone – fonte: La Brigata Lolli/recensioni
"Storie di
ordinari migranti, rese poesia, rese musica, rese canzoni. Per pensare ed
emozionarsi insieme."
Non
cercate un sorriso qua dentro. Non lo troverete. Non cercate redenzione o
speranza, perché non ve ne sono. Gianmaria Testa ha prodotto un disco rigoroso
e serio, triste e compreso, intenso e violentemente poetico, dove l’ombra di un
sorriso è sfiorato solo in un pezzo, ma è un sorriso ironico e disperato, dalla
parte degli ultimi. “Dal letame nascono i fiori” diceva il più grande tra i
cantautori, e qui “hanno posato sul banco dei fiori”, intorno ai garofani e
alle gardenie, il frutto di uno “sgravidamento sul suolo pubblico comunale”. E’
l’unico sorriso, contenuto ne “Il mercato di Porta Palazzo”.
Per
il resto “Da questa parte del mare” parla dei moderni migranti, parte da un
episodio reale, vissuto dal cantautore 14 anni fa su una spiaggia dell’altro
Adriatico, quando sono stati ripescati in mare clandestini scaricati dalla
stiva di un cargo. Uno di loro morì. Gianmaria Testa però è un poeta e la sua
voce è forse profonda e scura, ma non “potente e adatta per i vaffanculo”, come
scriveva De André. Preferisce, ora che ha deciso di parlarne, di non scrivere
“per loro”, ma di scrivere “per tutti quelli che come me stanno da questa parte
del mare”, anche per ricordarci che, nemmeno 100 anni fa i migranti eravamo
noi. Continua a leggere→