Padova – Licenziamenti TNT: tutti riassunti dopo due settimane di lotta

Il colosso multinazionale
si piega davanti all’allargamento delle lotte dei lavoratori
Fonte: Meltingpot

lotta migranti della TNTSessanta persone riassunte presso le cooperativa
subentrante, trentanove ridistribuiti all’interno di altre cooperative tra le
province di Padova, Vicenza e Treviso, ma quel che più è importante, le
condizioni contrattuali conquistate con le lotte di luglio verranno mantenute,
così come sarà garantito un compenso per i gironi di lavoro persi a causa degli
improvvisi ed illegittimi licenziamenti.Si conclude dunque positivamente la
vicenda che ha riportato alla luce tutta la crudeltà dello sfruttamento del
lavoro migrante in quel Veneto delle ordinanze impegnato nella sua stanca e
approssimativa rincorsa al mito dell’economia globale. TNT Global Express, il colosso della logistica e dello
smistamento merci si è piegata dopo due settimane di presidio davanti alla su
sede centrale padovana, condotte con tenacia e determinazione dall’Associazione
Difesa Lavoratori insieme ai lavoratori licenziati improvvisamente.
Conoscere ogni mossa in grado di mettere in ginocchio le attività della
controparte, ogni momento in cui intervenire, ogni snodo da bloccare, sono
state le condizioni essenziali di questa vittoria: il sapere, le conoscenze, la
rabbia e la passione, insieme alla consapevolezza di poter essere veramente
incisivi hanno avuto un ruolo centrale nelle lotta di queste settimane.
Se fossero gli anni della grande fabbrica interpretati da Nanni Balestrini nel
suo Vogliamo tutto, racconteremmo queste giornate di lotta come in quel
libro venivano raccontati la centralità del sapere operaio accumulato nel
lavoro in linea, ed il suo rovesciamento capace di trasformarlo in un’arma in
grado di far collassate in ogni momento le attività di Mirafiori. In quegli
anni le migrazioni rincorrevano il mito del progresso capitalistico che
imponeva la fabbrica come elemento centrale della società.
Oggi, non c’è nessun mito capitalistico del progresso a farla da padrone. I migranti
vengono da Algeria e Tunisia, dal Marocco e dalla Nigeria e si ritrovano a
condividere rapporti precari, la fabbrica diffusa in tutta la città, avvolta in
un insieme di momenti produttivi e di tempi valorizzati.
Qui, in questo complesso mondo in cui sfruttamento e migrazioni, precarietà e
ricatti si intrecciano in modo vorticoso, è la circolazione delle merci ad
essere centrale ed il suo blocco si è rivelato un arma letale anche per una
super potenza economica del terzo millennio come TNT.
Bloccati i turni di facchinaggio verso l’esterno, bloccate le sedi limitrofe
verso le quali era stato smistato il carico di lavoro normalmente gestito dalla
sede padovana: Vicenza, Treviso, Verona, una azione annunciata allo snodo
centrale di Bologna.
E’ stata questa disponibilità al conflitto, questa capacità di estenderlo nei
punti chiave delle attività di TNT, questa intelligenza della lotta ad aver
giocato un ruolo fondamentale nel risultato finale di questa controversia.
Le conquiste ottenute nei mesi scorsi dai lavoratori “non
lasciavano più margine di guadagno e si sarebbe creata una situazione di
impossibilità a gestire il cantiere dal punto di vista disciplinare”
così
Gesconet, durante le concitate giornate che hanno visto le parti sedersi al
tavolo di trattativa convocato dalla Prefettura ha reso noto le reali
motivazioni dei licenziamenti. Rompere e decostruire il vello di organizzazione
dei lavoratori migranti, abbandonare una commessa che non garantiva più i
livelli di profitto precedenti per riprenderla nei mesi a seguire in condizioni
più favorevoli: questo il vero obiettivo.
Ma la risposta dei lavoratori ha costretto tutti a tornare
sui loro passi.

ADL Cobas ed i lavoratori possono quindi dimettere il presidio di Limena, le
cento famiglie coinvolte possono tirare un sospiro di sollievo. Noi tutti
invece abbiamo l’obbligo, ancora, di non lasciar cadere l’attenzione sulla
realtà drammatica che vede i migranti stretti nella morsa del ricatto nel
lavoro da una legge che ancora attende (ormai invano) di essere cancellata.

Vedi anche:
Padova –
Serrata del colosso TNT. Cento lavoratori licenziati, quasi tutti migranti

Migranti – Nuove forme di sfruttamento e nuove modalità di lotta
Intervista a Sandro Chignola (docente alla facoltà di Lettere e Filosofia
presso l’Università di Padova)

Chi sono i migranti sfruttati nelle cooperative? (prima
parte)

Irene, con le mani nei rifiuti sotto il
ricatto del rinnovo del permesso

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