Francia – Continuano le proteste dentro i centri di detenzione

MigreEurop pubblica testimonianze dall’interno
dei centri di Mesnil-Amelot, Vincennes e altri
.

Fonte
Meltingpot


CPT in FranciaContinuano le proteste
dentro i centri di detenzione in Francia, in particolare nei centri di
detenzione presso Mesnil-Amelot e Vincennes.Rifiuto di entrare nelle stanze,
rifiuto d’essere controllati e contati, rifiuto del cibo, incendi nelle camere e
scontri con la polizia. Gesti che non hanno fine, ripresi di volta in volta dai
nuovi arrivati.Grazie a numerosi attivisti si riesce ancora oggi ad ottenere le
testimonianze dei migranti incarcerati.
Eccone alcune di seguito.
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Venerdì 11 gennaio,
centro di detenzione di Vincennes

 L’inviato di TF1 è andato a visitare il centro ma non ha voluto ascoltare
le ragioni dei migranti ma solo quelle del direttore del centro, hanno ripreso
alcune immagini e se ne sono andati. nonostante ciò continuano le mobilitazioni
dentro il centro per denunciare come la polizia attribuisca loro abitrariamente
una nazionalità, come i detenuti sub-sahariani senza passaporto siano costretti
ad andare alle ambasciate di Guinea, Mali e Senegal che rilasciano loro
lasciapassare senza verificare la nazionalità. Inoltre denunciano continue
retate davanti alle ambasciate. Per quanto riguarda le cure mediche, le
testimonianze parlano di medici che passano sempre e solo aspirine, qualunque
siano i sintomi.
 
Domenica 13 gennaio, centro di
detenzione di Vincennes

 Un detenuto racconta una giornata tipica dentro il centro di detenzione.
 Si scende in refettorio verso le nove, non c’è acqua calda per il caffè,
se lo segnaliamo alla polizia loro rispondono che non sono lì per quello, non se
ne vogliono occupare.
 Oggi pomeriggio ci hanno servito fagioli bianchi scaduti il 5 gennaio,
quando lo abbiamo segnalato ci hanno risposto che non erano lì per controllare
le date. Lo abbiamo segnalato a CIMADE che
ha scritto un testo per testimoniare il fatto. Durante il pomeriggio possiamo
restare solo nelle camerate. La notte loro stanno nei corridoi, quando andiamo
in bagno loro ci seguono, ci costringono a lasciare la porta aperta e ci
provocano e durante il sonno continuano a far suonare l’allarme per non
lasciarci dormire.
 Malgrado tutto ci riuniamo: dobbiamo essere tutti d’accordo per rilanciare
la lotta. Durante le discussioni con i detentuti possiamo dare un’occhiata ai
dettagli: due per camera, acqua solo fredda, allarme che suona tutte le sere, il
posto è pieno ora e la gente deve dormire per terra.
 
Martedì 15 gennaio, centro di
detenzione di Vincennes
 
Sono stanco, nessuna comunicazione dall’esterno,
nulla esce di quello che succede qui. Non c’è acqua calda nelle doccie, l’acqua
è insufficiente per tutti, non possiamo lavarci, non c’è riscaldamento ma il
comandante se ne frega. Siamo in 250, siamo nauseati di questa situazione. La
gente che non è dentro il centro non sa nulla di quello che succede qui dentro,
la polizia porta le tv e i giornalisti là dove ci sono lavori e non ci sono
detenuti per mostrare che tutto va bene, tutto è tranquillo, ma in realtà è
tutto il contrario. Il nostro movimento non ha portato conseguenze, continuiamo
a discutere, ci troviamo tra i due padiglioni e ci raccontiamo a vicenda cosa
succede nelle due sezioni del centro. Nessuno della Cimade vuole entrare nelle
stanze per rendersi conto della situazione, il loro ricorso non serve a niente.
 Dal momento che io sono uno degli organizzatori, la maggior parte dei
poliziotti sono contro di me, si intromettono nei miei dialoghi con gli altri,
vogliono sapere di cosa parlo, etc.
 
Mercoledì 16 gennaio, centro di
detenzione di Vincennes

 Abbiamo fatto riunione, abbiamo discusso su come rilanciare il movimento,
il morale è abbastanza basso, alcuni ci chiedono degli avvocati. Non dobbiamo
lasciarci andare. 40 persone non hanno avuto il lascia-passare dalle ambasciate,
non sono stati riconosciuti e dovranno passare almeno un mese qui dentro:
abbiamo protestato per questo. Se non ci danno una risposta venerdì ricominciamo
le lotte. Ieri sono tornati due ragazzi, non hanno più nè camera nè un posto nè
un materasso, hanno dormito per terra nei corridoi. Il posto è pieno e
nonostante ciò continua ad arrivare gente, i poliziotti gli dicono di venire da
noi per farsi dare un posto, ma di posti non ce ne sono. Non ho dormito, sto
male e ho voluto vedere il medico che mi ha dato un medicinale per dormire.
 
Venerdì 18 gennaio, centro di
detenzione di Vincennes
 
Mi hanno chiamato alle 5 di mattina, ora sono
all’aeroporto di Rossy, mi hanno mentito sulla destinazione e l’ora, mi vogliono
espellere.
 
Martedì 22 gennaio
 Sciopero della fame da parte di 20 dei 30 sans-papier presenti al centro
di detenzione di Palaiseau
 Vincennes Durante la grande manifestazione di sabato la polizia ha filmato
tutti quelli che si mettevano sulle reti per parlare con i detenuti delle altre
sezioni. La polizia ha perquisito le camere.
 Non riusciamo a dormire, continuano a svegliarci per i controlli, non la
smettono mai
 
Mercoledì 23 gennaio
 
Nantes
 Alcuni detenuti sono in sciopero della fame e viene organizzata un
presidio davanti al cnetro per esprimere solidarietà.
 
Vincennes
 Ieri sera ci siamo rifiutati di essere contati e di rientrare nelle nostre
stanze, volevamo dormire nei corridoi. Abbiamo provato a parlare con il cpao
della polizia ma ha fatto intervenire i gruppi antisommossa che ci insultavano
dicendo che eravamo invasori delle lorro terre, alla fine con la forza ci hanno
costretto a rientrare nelle stanze.
 Proviamo a parlare in assemblea, ma è difficle perchè ci controllano in
tutti i movimenti, di giorno e di notte. Ci servono manifestazioni fuori del
centro, ci servono per il morale e perchè se c’è la solidarietà di fuori allora
magari si capirà cosa succede qua dentro. Stasera dei ragazzi hanno dato fuoco
alla loro stanza.
 Giovedì 24 gennaio
 Oggi ci siamo rifugiati di mangiare, buttando per terra il cibo. La
polizia ha filmato chi protestava e ha arrestato due persone tra cui un tunisino
che non mangia da dieci gironi e ha perso 9 kg.
 Oggi hanno espulso un algerino, domani toccherà a dei cinesi: la sera
scrivono sulla lavagna i nomi, la destinazione e l’orario ma spesso viene
espulsa gente il cui nome non è scritto da nessuna parte, questo soprattutto nel
caso delle persone che partecipano alle rivolte. Ieri subito dopo la rivolta
hanno chiuso le cabine telefoniche e non le hanno riaperte che stamattina.
 Sono 18 giorni che non mangio, ho perso dieci chili, non mangio perchè il
cibo non è permesso dalla mia religione ma soprattutto per protesta, bevo solo
acqua e caffè. Il medico anche oggi si rifiuta di curarmi se non ricomincio a
mangiare, voglio uscira da qui, voglio essere libera.
 Venerdì 25 gennaio, centro di detenzione di
Vincennes

 Ancora proteste con camere incendiate e scioperi della fame.
 Sabato 26 gennaio e domenica 27 gennaio, centro
di detenzione di Vincennes

 Continuano le proteste con incendi dei bagni e delle stanze. Parte dei
detenuti si rifiuta di mangiare e blocca le porte affinché nessuno mangi, la
polizia usa la forza e nel pomeriggio impedisce l’accesso alla passerella che ci
permette di vedere fuori.
 Nel pomeriggio hanno perquisito le camere e hanno trasferito delle persone
nelle altre sezioni.
 Martedì 29 gennaio
 Un detenuto ha tentato il suicidio tagliandosi le vene, è stato
trasportato all’ospedale.
 Quattro detenuti sono in isolamento perchè hanno osato parlare con gli
agitatori all’esterno. Ho chiesto di poterlo incontrare ma all’ultimo momento la
visita è stata negata
 Commissariato Waldeck a Nantes
 Uno dei detenuti in sciopero della fame è stato liberato, un minore è
stato mandato a Rennes e un compagno turco continua coraggiosamente lo sciopero
della fame. Un altro sciopero della fame è stato iniziato al centro di
detenzione di St Jacques de la Lande: è l’unica arma rimasta ai sans-papier.

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