Il 90% degli stupri commesso da italiani

"Nell’immaginario collettivo – continua – gli stupri per le strade
sono quasi sempre opera di immigrati. Ma non fare i conti con le statistiche
può portare ad orientare in modo errato le priorità e il tipo di
politiche".


Una ricerca dell’Istat sfata molti luoghi comuni sui reati a sfondo
sessuale. Secondo i dati resi noti dall’istituto solo il 10% delle violenze
arriva da stranieri. Il rischio maggiore da familiari e conoscenti
[fonte:Repubblica.it]
arancia meccanica
Lo stereotipo dello "stupratore
medio", secondo molti italiani, è quello dell’immigrato. Ma la realtà è
molto diversa. Il sessantanove per cento delle violenze nel nostro Paese è
opera di partner, mariti o fidanzati. E solo in sei casi su cento il colpevole
è estraneo alla cerchia familiare o delle conoscenze. Tra questi, non più del
dieci per cento viene commesso da persone di origine straniera. E’ quanto
risulta da uno studio dell’Istat, che ha aperto nella sua sede centrale il
Global Forum sulle statistiche di genere. Secondo i dati raccolti, la
maggioranza delle violenze più gravi subite dalle donne è dunque domestica: un
vero e proprio ribaltamento dei luoghi comuni sulla pericolosità degli
stranieri.
La ricerca è stata effettuata
su un campione di donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni e si riferisce al
periodo tra gennaio e ottobre 2006.
"Se anche considerassimo
che di questi estranei la metà fossero immigrati – ha spiegato Linda Laura
Sabbadini, direttore centrale Istat per le indagini su condizione e qualità
della vita – si arriverebbe comunque al tre per cento degli stupri, e se anche
ci aggiungessimo il cinquanta per cento dei conoscenti, al massimo si
arriverebbe al dieci del totale. Dati in totale contrasto con la percezione
diffusa".
"Nell’immaginario
collettivo – continua – gli stupri per le strade sono quasi sempre opera di
immigrati. Ma non fare i conti con le statistiche può portare ad orientare in
modo errato le priorità e il tipo di politiche".
Il presidente dell’istituto,
Luigi Biggeri, ha ricordato che l’Istat ha avviato e vuole continuare il
processo di riforma delle statistiche ufficiali. L’obiettivo è quello di fare
luce sui temi caldi che fanno discutere il Paese e sfatare i luoghi comuni che
in certi casi dominano l’opinione pubblica.
"Ma il nostro lavoro non
si ferma qui: dovremo porre l’attenzione anche su altre tematiche come la
discriminazione, terreno difficilissimo ma che ormai necessita di e
ssere misurato in tutte le sue
manifestazioni".

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