Gli ultimi saranno i
primi…ad essere colpiti
Un rapporto di Melting Pot Europa su ordinanze e sgomberi delle baracche
Mai come in questo momento la Redazione di Melting Pot
Europa, esprime la sua preoccupazione per il clima di intolleranza che si
respira nei confronti dei cittadini immigrati nel nostro paese, comunitari e
non. Le recenti iniziative
contro i “baraccati” intraprese dal Comune di Padova, insieme all’
Ordinanza promossa dal Sindaco del Comune di Cittadella, e già ripresa da altri
amministratori, sembrano rispondere alla filosofia per cui: gli ultimi
saranno i primi certo…ma ad essere colpiti. Gli ultimi saranno i primi,
ad essere sgomberati a colpi di ruspa dalle baracche che circondano la Città del Santo, a vedersi
negare l’iscrizione anagrafica dai comuni che hanno sposato l’Ordinanza del
Sindaco di Cittadella.
Neppure troppo nascosto, si rivela un modo di intendere la
gestione della vita in comune secondo il quale la povertà viene considerata “di
troppo”, “in esubero”, “in più”, rispetto alle liste anagrafiche e rispetto
alla possibilità di trovare uno spazio, seppur orribile e fatiscente, dove
coprire le notti con un tetto di cartone. Povertà, secondo queste iniziative,
significherebbe preventivamente pericolosità.
L’ Avv. Marco Paggi, commentando la recente emanazione del
provvedimento del Sindaco di Cittadella durante la consueta trasmissione settimanale di
Melting Pot Europa, ha rilevato elementi evidenti di contrarietà alla
normativa vigente. E’ evidente che le recenti normative in materia, rispondo a
criteri che denotano come l’Europa non sia certo lo spazio dei diritti ma abbia
fondato fin dall’inizio il suo processo di costruzione sulla libera
circolazione delle merci e dei capitali. La vicenda ha però portato
all’attenzione di tutti il fatto che, la pienezza della cittadinanza europea è
tale solo se si è in possesso di un reddito.
Ma i punti
rilevanti dell’Ordinanza riguardano soprattutto:
*
l’impossibilità per un Sindaco, che quando opera in materia di
iscrizione anagrafica non lo fa come capo dell’amministrazione locale ma come
funzionario dello Stato, di condurre indagini preventive e sistematiche su
quanti richiedano l’iscrizione all’anagrafe. (l’attività lavorativa o le somme
disponibili possono essere anche auto-certificate e quindi verificate con
indagini soltanto a campione)
* l’impossibilità di subordinare l’iscrizione
anagrafica alla rilevazione dell’assenza di precedenti penali. Come residenza
si può eleggere anche la cella di un carcere.
*
L’impossibilità di subordinare il conferimento della residenza allo
stato di idoneità dell’alloggio.
*
L’impossibilità di bloccare l’avvio della pratica preventivamente a
questi rilevamenti
Le suddette disposizioni sono in particolar modo contrarie
a quanto stabilito testualmente dalla Circolare del Ministero
dell’Interno n. 8 del 1995 che prevede che: “non può essere di ostacolo
alla iscrizione anagrafica la natura dell’alloggio, quale ad esempio un fabbricato privo di licenza di abitabilità ovvero
non conforme a prescrizioni urbanistiche, grotte, alloggi in roulottes”.
Sono contrarie inoltre a quanto disposto dalla Circolare del Ministero n.
2 del 1997 a firma dell’allora Ministro Giorgio Napolitano, che prevede “l’impossibilità
per le amministrazioni comunali, a respingere richieste di iscrizione in
anagrafe a cittadini che abbiano
precedenti penali”.
Tutte le suddette disposizioni, così come redatte
nell’Ordinanza emessa del Sindaco di Cittadella si pongono in contrarietà con
la normativa stabilita dal Decreto Legislativo n. 30
del 6 febbraio 2007 e della Direttiva Europea n. 38 del
2004.
C’è una cosa che però ancora nessuno ha rilevato e che si
aggiunge alle prassi che gli uffici anagrafe anche del Comune di Padova, stanno
utilizzando.
La Direttiva dell’unione Europea n. 38 come il Decreto legislativo n.
30 prevedono la assoluta gratuità dell’iscrizione anagrafica. Testualmente la
direttiva dice che “i documenti sono rilasciati a titolo gratuito o dietro
versamento di una somma non eccedente quella richiesta ai cittadini nazionali
per il rilascio di documenti analoghi”.
Nonostante questo, continua ad essere richiesto ai
cittadini comunitari il pagamento di una marca da bollo di Euro 14,62 Euro. Una
ulteriore dimostrazione della discriminazione che nei loro confronti viene
perpetrata da parte delle amministrazioni e delle Agenzie delle Entrate.
Quando si parla di “clandestinità”, di
irregolarità, la legalità viene assunta a principio fondamentale del vivere
comune, ma quando a essere colpiti sono i cittadini stranieri, non sembra certo
essere importante il rispetto della legge.
Padova, 22
novembre 2007
La redazione
del Progetto Melting Pot Europa