Soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) – Molte le irregolarità da parte delle Questure. Melting Pot richiede un intervento urgente al Ministero dell’Interno
Redazione Meltingpot Europa
Con una lettera indirizzata al sottosegretario del Ministero dell’Interno, Marcella Lucidi, la redazione del Progetto Melting Pot Europa ha voluto portare all’attenzione la necessità urgente di un intervento interpretativo e chiarificatore, da parte del Ministero dell’Interno, rispetto alle prassi che ancora molte Questure mettono in atto per quanto riguarda i rilasci dei permessi di soggirono CE per soggiornanti di lungo periodo. I casi sottoposti all’attenzione del Ministero sono diversi ed emblematici di una situazione in cui ancora molte sono le incertezze che riguardano la normativa, o meglio, la sua applicazione, perchè le norme, a dire il vero, sembrano essere fin troppo chiare. L’ultima direttiva emanata proprio dal Ministero dell’Interno, inoltre, fornisce indicazioni nel senso di incentivare la richiesta dello status di soggornante di lungo periodo, per chi ne abbia i requisiti, ma la realtà sembra andare in un’altra direzione. Le questioni su cui si richiede un intervento urgente: >>
- Nonostante la giurisprudenza si sia espressa più volte ancora molte Questure rigettano con un inspiegabile diniego la richiesta di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo a quanti siano titolari di contratti a tempo determinato;
- Nonostante una recente sentenza del TAR Emilia Romagna si sia espressa con chiarezza, il computo degli anni di regolare soggiorno, per quanti si siano regolarizzati attraverso la sanatoria 2002, è effettuato tenendo conto della data di consegna del permesso invece che della data, espressamente indicata dalla legge, di regolarizzazione, che aveva appunto valore retroattivo al 10 giugno 2002;
- Nonostante il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo sia un titolo a carattere irrevocabile e quindi a tempo indeterminato, con facoltà di rinnovo periodico nel caso venga utilizzato come documento di identità, molte Questure imprimono ambiguamente, nello spazio riservato alla scadenza, una data oltre la quale il documento dovrebbe essere ritenuto non più valido.
Alla luce di quanto riscontrato e per l’enorme quantità di cittadini migranti coinvolti da questo tipo di vicende, abbiamo chiesto al Ministero dell’Interno un urgente chiarimento che sia utile a uniformare la prassi alle norme di legge.
Vai al testo della lettera inviata al sottosegretario Marcella Lucidi