Regolarizzazione o morte

In Belgio,
150 immigrati senza documenti sono in sciopero della fame da quasi due mesi
scritto
per Peacereporter da Giovanni de Paola

L'interno dello stabile occupato (foto di G. de Paola)“Regularisation ou
mort!”
. È
l’estrema richiesta di 150 migranti “sans papiers”, senza documenti, che stanno
occupando lo stabile di Rue Royale n° 91 a Bruxelles. Dal primo gennaio sono in
sciopero della fame. Rue Royale è una delle vie principali della città, collega
il Palazzo di Giustizia alla chiesa in stile gotico e con portale barocco di
Sainte-Marie. I “sans papiers” – sudamericani, africani, asiatici – chiedono
qui, nel pieno centro della capitale europea, di essere regolarizzati. All’interno dello stabile c’è Elif (nome di fantasia), che
ha dodici anni ed è di famiglia turca. Elif frequenta una scuola fiamminga a
Bruxelles e vive in Belgio con i suoi cari. È lei a sostenere la responsabilità
delle interviste. I bambini, benché irregolari, vanno regolarmente a scuola.
Parlano fiammingo e francese fluentemente, contrariamente ai più anziani. Elif
dice che sua madre è qui a Rue Royale per lo sciopero della fame. Vivono qui da
più di dieci anni e non ritengono giusto essere ancora senza un documento che
gli consenta di vivere tranquilli.Dopo tutto questo tempo.
Quando a Elif viene chiesto se si sente integrata, la sua
risposta è sicura: “Sì, sono felice qui. Parlo molto bene fiammingo perché è la
prima lingua a scuola. Se dovessi tornare in Turchia sarebbe molto difficile
per me imparare il turco. Per questo voglio restare in Belgio”. I suoi occhi
sono decisi e intelligenti. Elif pronuncia una frase che, dalle labbra di una
bambina, proprio non ti aspetti: “Lo sciopero della fame è la nostra ultima
occasione”. Parla al plurale. Lo fa a nome della sua famiglia e di tutti gli
altri occupanti di Rue Royale 91. Tua madre può restare in Belgio? “Se non
viene regolarizzata… no”.
L'entrata di rue Royale 91Elif ha 12 anni, ma è più matura della sua età. I suoi
genitori sono qui irregolarmente, qualunque lavoro facciano è in nero. E la
piccola Elif, non lo può dire. Quando si ricorda di parlare un ottimo
fiammingo, risponde solo: “È molto difficile pagare l’affitto e il cibo, i miei
genitori non lavorano. È molto difficile perché non abbiamo soldi”.Ha un
fratello maggiore e due sorelle. Tutti vanno a scuola. In Belgio è garantito il
diritto all’istruzione per i bambini, regolarmente residenti o no, purché
vivano qui da almeno due anni. Per quanto tempo tua madre sarà ancora qui in
sciopero della fame? “Fino a quando non avremo la regolarizzazione!”.Credi che
lo sciopero della fame sia la via giusta? “Mio padre ha già partecipato a uno
sciopero della fame, ma non è servito a nulla. Speriamo che questa sia la volta
buona. Non ci resta altro da fare”.
Passando anche accidentalmente da Rue Royale è facile
vedere l’ambulanza arrivare a sirene spiegate. C’è probabilmente qualche
migrante da assistere. Lo sciopero della fame sta debilitando i loro organismi.
Vengono portati in ospedale perché ormai il fisico inizia a cedere. Il medico
che aiuta i “sans papiers” di Rue Royale è sempre in preallarme. Ormai
lo sciopero dura da più di un mese e mezzo. Si lasciano morire… perché non gli
resta altro da fare. Sono qui in occupazione perché preferiscono questa via a
quella della delinquenza. Si lasciano morire…attendendo che il governo li
regolarizzi. Sono tutti in Belgio da molto tempo. Chi da nove, chi da dieci,
chi addirittura da quattordici anni. Chiedono di non doversi più nascondere, di
diventare cittadini belgi e poter alzare la testa. Chiedono di avere gli stessi
diritti dinanzi alla legge di molti che questo Paese, in fondo, non lo amano
tanto e ne vorrebbero l’immediata scissione.

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