Afghanistan, rinforzi italiani per combattere

Roma offre due compagnie per un ‘Battle Group’.
Simboli nazisti sui nostri blindati

di Enrico
Piovesana, fonte:
Peacereporter

Per
soddisfare le pressanti richieste della Nato, il Comando operativo interforze
(Coi) dello Stato maggiore della Difesa ha deciso che l’Italia invierà in
Afghanistan nuove truppe da combattimento per rafforzare il dispositivo di
difesa nelle sguarnite province occidentali, dove ad oggi sono schierati con
funzioni ‘combat’ solo 450 soldati Nato: circa 250 fanti della Forza di
reazione rapida (una compagnia e mezzo italiana e una compagnia spagnola) e
circa 200 uomini delle forze speciali italiane (la Task Force 45 impegnata
nell’operazione Sarissa).

Un ‘Battle Group’ italiano. L’offerta – che verrà presentata
al meeting informale dei ministri della Difesa dell’Alleanza che si terrà a
Vilnius, in Lituania, il 7 e 8 febbraio, ma che sarà annunciata solo al vertice
Nato di Bucarest, in Romania, il 2-4 aprile – prevede l’invio di almeno altre
due compagnie di fanteria (2-300 uomini) che consentiranno la trasformazione
della ‘Quick Reaction Force’ in un ‘Battle Group’ forte di circa cinquecento
soldati impiegabili in combattimento. La Spagna pare non invierà alcun rinforzo. Dopo l’invio lo scorso dicembre di altri 250 alpini a
Kabul, l’arrivo dei nuovi fanti – previsto per la primavera – porterebbe il
contingente italiano in Afghanistan a quasi 3mila uomini, ben oltre il tetto
massimo di 2.160 uomini autorizzato dal Parlamento
. Limite sforato già
oggi, con la presenza di circa 2.600 uomini.

Gaiani: “La notizia è
certa”.
La notizia
del piano di invio di rinforzi in Afghanistan, trapelata nei giorni scorsi, è
stata subito smentita dallo Stato maggiore della Difesa, con un comunicato che
parla di “normali avvicendamenti di reparti” escludendo “variazioni
quantitative della consistenza del contingente nazionale”. Quantitative no, ma qualitative sì. “Non è da escludere – spiega a PeaceReporter l’esperto
militare Gianandrea Gaiani – che l’invio delle truppe da combattimento venga
compensato dal rientro di altri reparti, magari del genio militare che hanno
portato a termine i loro lavori, senza quindi aumentare il totale del
contingente, come si legge nel comunicato dello Stato maggiore”. “L’invio in primavera di nuove compagnie di fanteria per
la creazione di un Battle Group da impiegare in combattimento è notizia
assolutamente certa – conferma Gaiani – ma la Difesa non vuole divulgarla fino a quando non
verrà ufficializzata in sede Nato, a Bucarest”.

Nazisti brava gente. In questi giorni sta suscitando scalpore anche la pubblicazione di
fotografie che mostrano un blindato italiano in Afghanistan, semidistrutto
dallo scoppio di una mina. Sulle portiere del mezzo è dipinto l’inconfondibile
stemma nazista degli
Afrika Korps, la divisione tedesca comandata dal generale Rommel che combatté in
Nordafrica durante la Seconda
guerra mondiale. Rispetto allo stemma originale manca solo la svastica, ma non
ci sono dubbi sul fatto che la palma sia quella. Le foto, ripubblicate da
L’Espresso, erano apparse su un forum del sito Internet di informazione
militare, Pagine di Difesa, che pare le abbia pescate da un sito spagnolo. Nonostante
i cliché sugli “italiani brava gente”, non è la prima volta che le nostre
truppe in missione all’estero sfoggiano stemmi e simbologie nazi-fasciste: il
dovuto rispetto per le vittime dell’attentato di Nassiriya mise in ombra la
notizia che nelle camerate della base Libeccio c’erano bandiere della
Repubblica fascista di Salò.

Questa voce è stata pubblicata in razzismo /cpt / migranti /società / movimenti / pace / diritti. Contrassegna il permalink.