Pestaggi di stato. Legali

Dacci oggi le nostre botte quotidiane!
Tra il 2 e il 3 marzo 2003 agenti
in servizio  presso il CPT bolognese di
via Mattei  picchiarono alcuni migranti.
Assolti per "causa di giustificazione".

[3 gennaio
2008] – Alessio Di Florio, Peacelink

"Io la sfondo e sfondo anche voi". Poche parole
ma che riassume i fatti di quella notte. Tra il 2 e il 3 marzo 2003 il Cpt di
via Mattei fu teatro di un pestaggio punitivo dai contorni drammatici. Gli
agenti in servizio quella notte entrarono nelle celle e nella saletta comune e
pestarono a sangue, lanciando poi dei lacrimogeni, i migranti detenuti. Nel
pomeriggio alcuni detenuti avevano protestato per la brutalità della
repressione del tentativo di fuga di due migranti. Dopo aver atteso che la
situazione si calmasse la carica è partita. Le parole di prima sono state
pronunciate da uno dei responsabili della sicurezza nel cpt quella notte. I
migranti si erano offerti di aprire volontariamente la porta se i picchiatori
avessero fermato il loro comportamento violento. La risposta è stata appunto
quella riportata. Sono passati quattro anni e, escluso un breve intervallo,
l’autore di quella frase è ancora in servizio nel cpt bolognese. Solo che ora è
il massimo responsabile dei flussi in entrata e in uscita.
Il mese scorso è arrivata la sentenza di primo grado. La
sentenza accoglie la ricostruzione dei fatti effettuata dai migranti. Come
dichiara a MeltingPot l’avvocato Simone Sabattini [riportiamo l’ articolo
in fondo] "infatti le conclusioni del processo avrebbero
dovuto essere molto diverse, tant’è che tutti si aspettavano una condanna.
Nella prassi giudiziaria quotidiana per arrivare ad una condanna serve molto
molto meno". E invece è arrivata l’assoluzione. Il giudice ha assolto gli
imputati per "causa di giustificazione". È stato affermato che è
legittimo e nei poteri della polizia pestare a sangue e massacrare delle
persone disarmate e inermi. Una sentenza che legittima anni di soprusi e
violenze nei lager italiani, sempre più fuori da ogni principio umano.
Situazioni che hanno spinto alcuni migranti a suicidarsi(come è accaduto a
Modena per due volte alcuni mesi in sole 48 ore). Ora tutto questo riceve anche
una "causa di giustificazione". Meno di un anno fa ci fu l’annuncio
che questo governo avrebbe programmato il superamento dei Centri di Permanenza
Temporanea. Un anno dopo si è superato ogni limite. "Il silenzio è uguale
a morte", dov’è oggi il ceppalonico? Dove sono i "garantisti per
tutti"(parole del presidente di un partito di pochi mesi fa").
Causa di giustificazione. Botte, lacrimogeni, manganelli,
calci. "Io la sfondo e sfondo anche voi".

CPT Bologna –
Pestaggio legittimo. Assolti gli agenti. Intervista
all’Avvocato Simone Sabattini
Fonte MeltingPot  [lunedì 17 dicembre 2007]
Assolti dall’accusa
di lesioni personali aggravate i quattro agenti di polizia responsabili del
pestaggio dei detenuti del
CPT Mattei
nella notte tra il 2 e il
3 marzo 2003.
Pestare a sangue gli immigrati detenuti nei CPT è
legittimo. Il giudice di Bologna Milena Melloni assolve con la motivazione
della “causa di giustificazione” gli agenti che irruppero nel CPT ore dopo il
tentativo di evasione picchiando e pestando a sangue i migranti.

 

 

L’avvocato Simone Sabattini, difensore dei migranti,
definisce la sentenza inverosimile: “ il giudice ha accertato l’esistenza di
pestaggio, quindi riconosce che il fatto sia avvenuto come descritto ma
dichiara che la polizia ha agito nell’ambito dei propri poteri. Il segnale più
inquietante è che il racconto degli stranieri è stato ricnosciuto come
verosimile e che la polizia è intervenuta con un pestaggio successivo alla
rivolta. Questo è un precedente drammatico: sia perché la procura non deve
occuparsi di quanto fanno gli agenti nell’ambito dei loro poteri nel CPT, sia
perché è una forma di impunità spaventosa verso interventi pacificamente al di
fuori dell’ordine pubblico”.

Le deposizioni dei testimoni, tra cui Said Imich
intervistato da Melting Pot, raccontano che gli agenti hanno effettuato una
vera e propria spedizione punitiva nelle stanze dei detenuti e nella saletta del
caffé quando ormai nella struttura era ritornata la calma. Infatti i migranti
si erano ribellati dopo il picchiaggio brutale della polizia di due detenuti
che avevano tentato l’ evasione. I migranti che avevano protestato salendo
sulla tettoia erano già scesi e tutti si erano già ritirati nelle camere. Said
era nella saletta del caffé con altri ragazzi, qui hanno fatto irruzioni i
poliziotti in assetto antisommossa e hanno pestato con manganelli e calci i
presenti, lanciando poi i lacrimogeni all’interno della piccola stanza.

Ha tutto il sapore di una sentenza speciale per un luogo
speciale in cui i diritti hanno caratteristiche anomale. Secondo l’avvocato
Sabattini “è raro e preoccupante infatti che una sentenza si discosti in
maniera così evidente dal dibattimento, infatti le conclusioni del processo
avrebbero dovuto essere molto diverse, tant’è che tutti si aspettavano una
condanna. Nella prassi giudiziaria quotidiana per arrivare ad una condanna
serve molto molto meno. Qui c’è stato un compendio probatorio pesantissimo, con
quindici testimonianze… il metro utilizzato per le motivazioni è discutibile
e la sentenza appare incomprensibile.”

I migranti, anche se assolti dall’accusa di comportamento
violento, ricorreranno in appello, nel frattempo è facile immaginare le
ricadute concrete sulle condizioni di trattenimento nei cpt italiani, dove ogni
giorni i migranti che manifestano il disagio e la disperazione subiscono abusi
e soprusi dagli agenti di Polizia, dove lo stato di privazione del diritto è così
tangibile che sempre più spesso i detenuti cadono in uno stato di depressione
patologica che di recente ha portato al suicidio
.

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