Decreto Flussi 2007 – Il parere di un informatico

computertratto da: Africa
Insieme di Pisa

fonte: Meltingpot

“Nel complesso, il
sistema messo a punto dal ministero si e’ rivelato del tutto inadeguato a
ricevere il gran numero di domande.” “Il risultato e’ un’autentico terno al
lotto: le domande sono state ricevute in maniera completamente indipendente dal
tempo in cui gli utenti hanno clickato sul bottone Invia, e ovviamente fa fede
il tempo di ricezione.” “Tanto valeva
raccogliere le domande nelle due settimane precedenti e poi estrarre a caso tra
quelle pervenute. Il sistema del decreto flussi di quest’anno forse evita il
freddo delle code alle poste, ma in quanto a disumanita’ non si discosta di
tanto”

Abbiamo chiesto a Marco Cornolti, il consulente
informatico che ha assistito giorno per giorno gli operatori del nostro
sportello, di inviarci un parere su cosa e’ successo ieri. Le informazioni che
fornisce, spiegate in modo semplice e accessibile a tutti, ci paiono molto
interessanti. Eccole.

Stamattina alle 8:00 e’ stato attivato il sistema di
ricezione delle domande del primo dei tre scaglioni del decreto flussi 2007. Le
domande riguardavano lavoratori provenienti da stati che hanno firmato accordi
bilaterali con l’Italia, per i quali erano complessivamente disponibili 47.100
posti. Le domande inviate sono state, fino alle ore 18:00, 350.000, cioe’ in
numero 8 volte superiore a quelle che verranno accettate.

Il ministero, in una nota, comunica che tutto ha
funzionato "alla perfezione", che le richieste servite sono state
9600 al minuto, e che il sistema ha lavorato sempre al di sotto delle sue
potenzialita’, cioe’ ha sempre servito le richieste man mano che arrivavano.
Questa visione e’ falsa e fuorviante.

La grande maggioranza di chi ha inviato le domande, prima
di ottenere la conferma ha dovuto aspettare dai 60 minuti fino a 3 ore, sintomo
evidente del fatto che il sistema nel suo complesso non ha funzionato come
avrebbe dovuto.

Il ministero, per queste interminabili attese, scarica la
colpa sulla lentezza delle connessioni degli utenti, spiegazione assurda dato
che ogni domanda inviata occupa 10KB, che una normale connessione ADSL puo’
inviare in qualche centesimo di secondo.

Se e’ vero, come sostiene il ministero, che le macchine
non sono mai state sovraccaricate, esiste un’unica spiegazione per il
disservizio: la connessione utilizzata dai server era inadeguata al traffico
enorme degli utenti che inviavano domande.

Per spiegare il funzionamento delle connessioni TCP di
solito si usa una metafora.
Una maestra fa lezione in classe, gli alunni le fanno
delle domande uno alla volta e lei risponde ad ognuno, nell’ordine.
Ci sono delle regole: l’alunno deve alzare la mano per
comunicare di voler prendere la parola, la maestra deve dargli la parola,
mentre l’alunno fa la domanda gli altri non lo interrompono, la maestra
risponde e l’alunno dice di aver capito oppure pone di nuovo la domanda.
Se, un minuto dopo che un alunno ha alzato la mano, la
maestra non gli ha ancora dato la parola, l’alunno pensa che la maestra non
abbia visto la mano alzata, cosi’ comincia a chiamarla a voce.
Un meccanismo assolutamente analogo e’ utilizzato per la
gestione del traffico nelle connessioni TCP.

Ma esistono dei casi in cui questo sistema si inceppa.
Supponiamo che invece di 20 alunni la classe ne abbia 350(mila).
Contemporaneamente, diciamo alle 8:00 del mattino, 100 di questi bambini alzano
la mano per chiedere la parola. La maestra non puo’ ricordarsi chi ha alzato la
mano per primo, cosi’ comincia a rispondere ad un alunno a caso, poi ad un
altro e cosi’ via. Ma gli altri alunni che hanno alzato la mano non sono sicuri
che la maestra li abbia visti, cosi’ la chiamano di nuovo, interrompendo
l’alunno che sta parlando o la maestra che sta rispondendo, e provocando
ulteriori ritardi nella comunicazione.

Nel frattempo, uno per volta, anche gli altri 250 bambini
alzano la mano per porre altre domande.

Risultato: se alla maestra non prende una crisi nervosa,
rispondera’ a tutte le domande, interrotta continuamente dai bambini che la
chiamano, e scegliendo casualmente le domande a cui rispondere. Gli altri
bambini dovranno aspettare, in media, delle ore prima di ottenere una risposta.
Indipendentemente da quando hanno alzato la mano. Il giorno dopo, la maestra
non vuole ripetere l’esperienza ed elegge un alunno come rappresentante della
classe.

Al rappresentante e’ dato il compito di collezionare tutte
le domande degli alunni e porle una alla volta alla professoressa. In questo
modo il rappresentante viene bombardato di richieste ma la maestra risponde con
tranquillita’ a tutte le domande. Non e’ stressata e dal suo punto di vista
tutto funziona "alla perfezione".

Peccato che dall’altra parte ci siano comunque centinaia
di bambini che dovranno lottare tra di loro per parlare col rappresentante e
aspettare delle ore prima di avere la risposta dalla maestra.

Per scendere nel concreto, nella metafora la maestra e’ il
server del ministero degli interni che riceve le domande del decreto flussi, il
rappresentante e’ l’insieme dei router del Ministero, mentre gli alunni sono
ovviamente gli utenti che inviano le domande. Tutti gli utenti hanno inviato al server una domanda che
e’ stata instradata tramite i router del ministero. Questi router connettono i
server ad Internet con una banda limitata, diciamo una T3 (5.5 MB/sec), e alle
8 del mattino cominciano a ricevere un traffico enorme. Il traffico e’ in gran parte ridondante, perche’ la
maggior parte dei pacchetti non sono vere domande ma tentativi di connessione
(gli alunni che chiamano la maestra perche’ pensano che la loro mano alzata non
sia stata vista).

E’ qui il collo di bottiglia: i server non si sovraccaricano
perche’ di tutto il traffico glie ne arriva una piccola parte, quella che ha
superato il collo di bottiglia dei router, che casualmente hanno scelto quali
pacchetti inviare al server e quali scartare.

Nel complesso, il sistema messo a punto dal ministero si
e’ rivelato del tutto inadeguato a ricevere il gran numero di domande. Il ministero puo’ vantarsi che i server abbiano retto
solamente perche’ i router e l’infrastruttura di rete a cui erano collegati non
erano sufficienti a gestire tutto il traffico. Tuttavia e’ ovvio che anche
l’infrastruttura di rete del ministero deve essere considerata parte integrante
del sistema di ricezione delle domande, ed e’ compito del ministero garantirne
una che sia adeguata alla grande quantita’ di richieste, assolutamente
prevedibile, per un servizio tanto critico. Magari spendendo qualche soldo di
piu’.

Il risultato e’ un’autentico terno al lotto: le domande
sono state ricevute in maniera completamente indipendente dal tempo in cui gli
utenti hanno clickato sul bottone Invia, e ovviamente fa fede il tempo di
ricezione.
Tanto valeva raccogliere le domande nelle due settimane
precedenti e poi estrarre a caso tra quelle pervenute. Il sistema del decreto
flussi di quest’anno forse evita il freddo delle code alle poste, ma in quanto
a disumanita’ non si discosta di tanto.

Marco Cornolti, associazione Acklab – Progetto Rebeldia

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