G8, Enrica Bartesaghi scrive al capo dello Stato:
sospendete i
poliziotti rinviati a giudizio. Fonte: PeaceReporter
Sono una cittadina italiana di 53 anni e, le scrivo, per
chiederle di intervenire urgentemente in nome ed a salvaguardia della
democrazia del paese che lei rappresenta. Non lo chiedo per me che, dopo oltre
sei anni, ho perso ogni fiducia, lo chiedo per mia figlia, per i nipoti che
spero un giorno di avere. Per tutti i giovani che vivono in Italia e che
vorrebbero continuare a viverci, con la certezza dei diritti (insieme ai
doveri) che ogni cittadino si aspetta in un paese democratico. Nel mese di luglio
del 2001 mia figlia, allora ventunenne, è stata massacrata dalla polizia alla
Scuola Diaz di Genova, durante il G8, ricoverata in ospedale per le ferite
riportate, sequestrata e “desaparecida” nella caserma di Genova Bolzaneto per
due giorni, nuovamente sottoposta ad ingiurie e torture. Indagata per anni,
sospettata di gravissimi reati, quali l’associazione a delinquere finalizzata
alla devastazione e saccheggio, l’appartenenza al gruppo dei black-bloc, fino
alla completa archiviazione per lei e tutti i 93 della Diaz. I giudici di
Genova hanno dimostrato che le prove addotte (le molotov ritrovate nella
scuola, l’accoltellamento di un agente e molte altre) erano false, prodotte
dalle stesse forze di polizia per giustificare la “macelleria messicana”
operata nella scuola.
Da allora mi batto per ottenere verità e giustizia, anche
a nome di tutti i cittadini italiani e stranieri che in quei giorni subirono
violenze e torture da parte delle forze di polizia, nelle piazze, alla Diaz,
nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano. Scrivo a lei, perché
intervenga pubblicamente, in nome del popolo italiano, per chiedere scusa a
tutte levittime della repressione di quei giorni, nessuno ancora lo ha fatto e
sono passati più di sei anni.
Indirizzo questa lettera direttamente a lei e non al Capo
del Governo o al Governo, perché nulla hanno fatto finora per promuovere la Commissione
d’inchiesta contenuta nel loro programma. Anzi, hanno approvato le promozioni
indecenti di numerosi funzionari imputati o indagati nel processo Diaz in corso
a Genova, ultime quelle dell’ex-capo di polizia Giovanni De Gennaro (indagato
per “induzione alla falsa testimonianza” ) a capo gabinetto del ministero degli
interni, e quella di Giovanni Luperi, imputato nel processo Diaz e promosso a
capo del Dipartimento analisi dell’ex-Sisde.
Le chiedo di intervenire perché siano immediatamente
sospesi l’ex-capo della polizia Giovanni De Gennaro; Spartaco Mortola, nel 2001
capo della Digos genovese e poi assurto al rango di vice questore di Torino;
l’ex questore di Genova, Francesco Colucci. Dalle ultime notizie, infatti, c’è
il grave sospetto che questi funzionari abbiamo interferito pesantemente nelle
indagini e nel processo in corso per i fatti della Scuola Diaz, assicurando impunità
e promozioni per i responsabili. Se l’Italia fosse un paese normale avremmo
avuto in prima serata e sulle prime pagine dei giornali le prese di posizione,
e di distanza da costoro, da parte dell’attuale capo della polizia Manganelli,
del capo del governo Prodi, del ministro degli interni Amato. Invece abbiamo il
silenzio, che mi fa paura, perché sottende ignoranza o compartecipazione,
entrambi inaccettabili.
Scrivo a lei perché siano sospesi tutti i funzionari e gli
agenti rinviati a giudizio nei procedimenti in corso a Genova per i fatti della
Diaz e di Bolzaneto. Se l’Italia fosse un paese normale, i funzionari imputati,
avrebbero fatto essi stessi un passo indietro, invece di occupare posti
strategici per la sicurezza e la legalità nel nostro paese.
Amnesty International, nei suoi interventi in tutto il
mondo, sottolinea ogni volta che di fronte a processi per abusi commessi dalle
forze dell’ordine, e per evitare che violenze sui cittadini si ripetano, è
indispensabile agire con il massimo rigore, allontanando ogni ipotesi di
impunità. Amnesty International reputa necessari alcuni atti: la condanna
politica delle violenze, condanne penali per i colpevoli degli abusi e
sospensione degli agenti sotto inchiesta. Sono passaggi indispensabili per evitare
che si crei un clima di impunità, o che qualcuno si senta legittimato a tenere
certi comportamenti. Sono misure necessarie a tutelare la qualità della
democrazia. In Italia stiamo andando contro tendenza: gli
imputati “eccellenti”, invece di essere sospesi in attesa della sentenza, sono
addirittura promossi, ricevono premi ed encomi, nel totale disprezzo delle
regole minime di correttezza democratica ed istituzionale.
Queste promozioni, insieme alle intercettazioni pubblicate
in questi giorni, sono la dimostrazione che ai vertici delle forze dell’ordine
e del governo non ci si cura minimamente dei diritti di cittadinanza e della
credibilità etica e democratica delle forze di polizia.
Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato verità e giustizia per Genova