Sindaco nero in Irlanda

Irlanda Ex rifugiato nigeriano ora primo sindaco nero del Paese
Di Matteo Fagotto – fonte PeaceReporter

Rotimi AdebariUn
sindaco da Guinness Intervista a Rotimi Adebari, il primo sindaco irlandese di
colore

Portlaoise,
cittadina di 15.000 abitanti nella fredda Irlanda, è distante migliaia di km
dal suo Paese d'origine. Ma Rotimi
Adebari
, 43 enne dal sorriso franco e dai modi gentili, fuggito nel 2000
dalla Nigeria sulla scia degli scontri interreligiosi che insanguinarono il
Paese, si sente a suo agio anche qui.
A fine giugno,
Adebari è diventato il primo sindaco nero dell'Irlanda. Grazie anche alla
passione e alla tenacia che ha messo nel favorire l'integrazione tra immigrati
e società locale. PeaceReporter ne ha raccolto le impressioni in
un'intervista.

Signor Adebari, innanzitutto complimenti…

Vi ringrazio. Il prossimo mese, saranno sette
anni esatti che sono in Irlanda. In così poco tempo, riuscire a conquistare la
fiducia di Portlaoise è stata una grande soddisfazione.

Ci racconti come è cominciata la sua carriera
politica

Sono stati gli irlandesi e gli immigrati con
cui lavoravo a spingermi a entrarci, io non ci pensavo assolutamente. Dopo tre
anni qui, capii che c'era bisogno di qualcuno che rappresentasse le minoranze,
così nel 2004 fui eletto nel consiglio municipale. Ma la soddisfazione è stata
il venire scelto come sindaco dalla gente locale, che quest'anno è andata a
fare campagna elettorale per me casa per casa. La gente ha votato per le mie
idee, non per la mia pelle.

I primi tempi in Irlanda sono stati difficili?

Molto. Non conoscevo nessuno, la mia famiglia
era spaesata. Non riuscivo a trovare un lavoro, perché le agenzie di
collocamento preferivano gli irlandesi. “Le faremo sapere”, era l'immancabile
conclusione di ogni colloquio. Ma già sapevo che non avrebbero richiamato.

Poi, arrivò la svolta…

Esatto. Mi mantenevo grazie a lavoretti
saltuari, ma nel 2002 decisi di creare un ufficio di consulenza per favorire
l'integrazione degli immigrati nelle aziende. Per il primo anno ho fornito
assistenza gratuita, solo dopo sono riuscito ad avviare l'attività in maniera
vera e propria.

Sono entrato in contatto con un sacco di
persone e con diverse realtà. E ho capito che solo tramite la reciproca
conoscenza irlandesi e immigrati avrebbero potuto integrarsi appieno.

E' mai stato vittima di episodi di
intolleranza?

La prima settimana. Passeggiavo per il centro
di Dublino con la mia famiglia, e un uomo si avvicinò dicendoci qualcosa come
“cosa siete venuti a fare qui? Voi neri dovreste rimanere nella giungla!”. Ci
rimasi malissimo, perché il mio figlio di 8 anni era lì, e sentì tutto. Non
volevo che i miei figli pensassero che gli irlandesi erano come quell'uomo. In
tutto il mondo c'è gente intollerante, ma è una minoranza.

nigeriani d'IrlandaL'Irlanda negli ultimi anni ha accolto un gran
numero di immigrati. Non pensa che la cosa possa portare gli irlandesi a essere
più diffidenti nei confronti di chi viene da fuori?

In dieci anni l'Irlanda è cambiata tantissimo.
Da terra di emigrazione si è trasformata in terra di immigrazione. Prima la
gente veniva qui a studiare l'inglese, rimaneva qualche mese e tornava indietro
con l'immagine di un Paese idilliaco. Ora, l'immigrazione di lungo periodo pone
una sfida nuova. E' come andare a trovare un amico che vive lontano e stare in
casa sua per tre giorni, oppure diventare suo vicino di casa. Alla lunga le
differenze emergono.

Finora, comunque, non ci sono stati grossi
problemi: la percezione degli immigrati non è cambiata neanche dopo gli
attentati a New York, Madrid e Londra.

Come giudica le elezioni in Nigeria? Alcuni le
definiscono un fallimento completo, altri una semplice mancanza di maturità
della democrazia nigeriana

La Nigeria viene da decenni di dittatura militare, e più
volte ha subìto battute d'arresto sulla strada verso la democrazia. E' un
processo graduale, che non avviene certo per diritto divino. Il mio è un Paese
straordinario, con grandi risorse naturali e petrolifere, anche se finora sono
state usate male. Per questo rimango fiducioso.

Ma l'Irlanda è la nostra nuova casa, ormai. E
non abbiamo intenzione di tornare indietro. 

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