La Conferenza di Parigi mette in evidenza le difficoltà incontrate nell’aprire il calcio alle minoranze etniche
La conferenza della rete FARE, 'Calcio, Minoranze Etniche e Uguaglianza sociale', che si è tenuta a Parigi il 19-20 Maggio 2007, ha visto la partecipazione di più di 100 rappresentanti di ONG, organizzazioni per la tutela delle minoranze etniche, tifoserie, club e organi dirigenti inclusa la UEFA.
Le rappresentanti del Brent Ladies Football Club nel Regno Unito, hanno parlato del divieto FIFA per le calciatrici di indossare il hijab durante le partite , sottoponendolo all’attenzione di William Gaillard, dirigente per la comunicazione della FIFA che ha replicato "L’adozione di determinate misure spetta alle diverse associazioni nazionali. Sarà estremamente complicato trovare un'accordo su questo tema tra le 53 associazioni presenti nella UEFA "
Gaillard si è inoltre occupato della questione dell’acquisto di giovani calciatori africani, dicendo "La Commissione Europea ha affermato che lo sport è un lavoro per loro (per i giovani calciatori africani), pertanto modificando le leggi si ostacolerà il loro diritto di lavorare in Europa.
"La Commissione Europea ci ha inoltre riferito che lo sport non è qualcosa di diverso da qualsiasi altra attività economica, tuttavia ritengo che sia nostro dovere tutelare i diritti umani di questi giovani calciatori. Fintanto essi sono in Europa, sia che giochino oppure no, dovrebbero avere un passaporto per tutta la vita e godere dei nostri stessi diritti. La UEFA è pronta a collaborare con gli enti governativi per assicurare che i calciatori non siano visti come merce di scambio."
L’ex capitano del Ghana Anthony Baffoe ha insistito "Dobbiamo sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica riguardo ai problemi che le minoranze etniche si trovano ad affrontare nel calcio e dobbiamo migliorare la loro partecipazione." Baffoe ha continuato, dicendo "E' fondamentale che più portavoci di colore siano coinvolti e presenti agli incontri di alto livello presso la FIFA, UEFA e CAF. L’istituzione di una Unione dei Calciatori Africani aiuterebbe ad affrontare molti dei problemi che devono affrontare i calciatori africani portati in Europa senza la minima conoscenza di ciò che li attende. Gli ex professionisti potrebbero parlare della propria esperienza e fornire consigli alle famiglie dei più giovani. In sostanza, dobbiamo renderci conto che i bianchi da soli non possono risolvere i problemi che riguardano le persone di colore."
Il vincitore francese della Coppa del Mondo Christian Karembeu ha raccontato alla conferenza la sua esperienza personale di razzismo e ha continuato, chiedendo che la forza di questo sport venga utilizzata al fine di un cambiamento positivo, affermando "Il calcio deve essere usato come uno strumento per educare le persone e rispondere ai mali della società."