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Morti sul lavoro: aumentano i migranti
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Premiato il film di PeaceReporter
PeaceReporter
vince il Key Award.
Premiato lo spot video “War brings
war” (Guerra porta guerra)
Si è svolta ieri sera nella splendida cornice del cinema
Orfeo di Milano la 39° edizione del “Key Award”, la rassegna che premia da
oltre vent’anni la migliore creatività pubblicitaria audiovisiva passata sullo
schermo televisivo, al cinema e on line. Per la categoria Premiere Non Food il
film di PeaceReporter è giunto primo a pari merito con lo spot televisivo di
Sky con protagonista il neo campione del mondo per club Filippo Inzaghi. Molti
i protagonisti del mondo pubblicitario presenti alla kermesse. PeaceReporter
ringrazia la casa di produzione Diaviva e il suo direttore Alain Sanyas, il
copywriter Fabio Andreini, l’executive producer, Luca Puccioni.
>>Guarda il Video di Peacereporter
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18 dicembre – Giornata Internazionale dei Migranti
di Elisabetta Ferri, progetto Melting pot
Nel 1997 numerose
organizzazioni per i migranti di alcune regioni dell’Asia iniziarono a
celebrare e a promuovere la data del 18 dicembre come Giornata Internazionale
di Solidarietà con i Migranti, scegliendo la data in cui, nel 1990, l’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite aveva adottato la Convenzione
Internazionale per la tutela dei diritti di tutti i
lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. La campagna ha portato l’ONU a proclamare ufficialmente nel
2000 la
Giornata Internazionale dedicata ai Migranti.
Purtroppo neppure quest’anno le notizie sembrano
buone. Le agenzie battono in queste ore la notizia dei naufragi nel Golfo di
Aden, dove continua ad aggravarsi il tragico bilancio di morti: 200 in due giorni, come
riporta l’UNHCR. Etiopi e Somali in fuga da un paese sull’orlo della guerra il
primo, scomparso e in preda ad un conflitto sanguinoso che dura da anni il
secondo. Una regione, quella del Corno d’Africa, che sta causando continue
fughe e sta producendo un altissimo numero di rifugiati, profughi e sfollati. Somalia,
Etiopia, Sudan ed Eritrea: tanti conflitti e fughe disperate che spesso si
trasformano in tragedia. Ai profughi si aggiungono i cosiddetti migranti
economici, costretti anch’essi ad affrontare viaggi pericolosi, come ci
ricordano puntualmente i rapporti di Fortress
Europe. Ma la tragedia può continuare anche una volta approdati:
condizioni di lavoro simili alla schiavitù, violenza razzista e discriminazione
istituzionale. Continua a leggere
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Migranti: si temono 200 morti al largo di Yemen
Sono almeno 200 i
migranti africani morti o dispersi nel weekend nel tentativo di raggiungere le
coste dello Yemen, in due viaggi della speranza finiti in tragedia. Lo ha
riferito l’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite. Fonte: Repubblica.it
Il primo naufragio e’ avventuto sabato al largo delle coste
dello Yemen, quando un’imbarcazione con a bordo 148 migranti si e’ rovesciata
dopo una lite tra i trafficanti. Sempre sabato, un’altra barca con 270 a bordo ha colpito un
scoglio e ha iniziato a imbarcare acqua mentee tentava di sfuggire alle motovedette
della polizia. Solo 173 migranti sono riusciti a raggiungere la terra a nuoto.
I restanti, tra cui molti bambini, sono tutt’ora dispersi. Il personale
dell’Unhcr ha riferito che quest’anno in Yemen sono arrivate via mare oltre
27mila migranti, per lo piu’ somali ed etiopi. Decine di migliaia di persone
rischiano ogni anno le loro vite nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei mare
dei Caraibi e al largo delle coste dell’Africa occidentale. Questa settimana a
Ginevra l’Unhcr ha organizzato un incontro di due giorni a cui hanno
partecipato oltre 200 rappresentanti di governi e organizzazioni non
governative, oltre ad esperti. Tutti hanno espresso il loro sostegno a un
approccio piu’ coerente e integrato per assicurare la protezione dei rifugiati
che si trovano fra i migranti in movimento in tutto il mondo. Nell’ambito di
una sessione dedicata al soccorso in mare, l’agenzia Onu ha esortato i
partecipanti a fare il possibile per evitare tragedie simili alle ultime
avvenute nel nel Golfo di Aden, ma anche nel Mediterraneo e nell’Atlantico.
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Criminali ‘sin papel’
Spagna: si chiamano
Cie e sono come i nostri Cpt. In tutto e per tutto.
Le storie. Scritto da Carlo Concione per Peacereporter
Una donna coraggiosa. Marta Rosario è boliviana. Per lo
Stato spagnolo è una extranjera en
situaciòn irregular, una
sin papeles. Vive
in Spagna da tre anni, da tre anni non vede i suoi due figli, ancora bambini.
Suo marito la picchia regolamente, anche dopo la separazione. Lo scorso ottobre
Marta Rosario ha deciso di denunciare le vessazioni del marito e un recente
furto (commesso da lui, sospettava). È andata alla polizia. L’hanno
arrestata. Un uomo in divisa le ha puntato un dito contro e le ha gridato: “Che
faccia tosta che hai! Venire a denunciare un furto quando sei senza documenti”.
L’hanno sbattuta dentro un Cpt, in Spagna Cie (Centros de internamientos para
extranjeros). Un carcere. Peggio di un carcere. La ley de extranjeria spagnola autorizza le autorità a
detenere gli stranieri in situazione irregolare “per organizzare la loro
espulsione”, “come ultima misura, quando non siano in possesso di un domicilio
fisso”. Marta Rosario, invece, aveva una casa. Per due anni ha lavorato da
interna in una villa alla periferia di Madrid: si occupava dei tre bambini di
una famiglia agiata, lui avvocato, lei assessore comunale del Partido popular.
Non avevano voluto regolarizzarla “perché il mio partito è contro”, le aveva
spiegato la seňora. Marta Rosario si prendeva cura dei tre bambini come fossero
i suoi, i suoi che non vedeva da due anni. Vitto e alloggio più 540 euro al
mese, da mandare a casa. Quando l’hanno arrestata i suoi fratelli hanno
denunciato ai mass media ciò che stava accadendo. Invano. Marta Rosario, però,
è una donna testarda: per ben due volte si è rifiutata di prendere il volo che
dovrebbe riportarla dai suoi figli. L’hanno picchiata, però l’hanno riportata
indietro al Cie (per non disturbare i turisti europei che prendono l’aereo per
andare in vacanza in Bolivia). Al quarantesimo giorno, come prescrive la legge
(che, però, potrebbe cambiare a breve allungando il tempo di detenzione fino a
18 mesi), l’hanno messa in libertà. Marta Rosario ha voglia di denunciare: una
piccola radio comunitaria raccoglie la sua rabbia. Continua a leggere
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Extraordinary rendition // Giustizia e libertà per Kassim
Extraordinary rendition // «Io, musulmano
italiano, lasciato marcire in Marocco»
italiano, lasciato marcire in Marocco»
Parla dal carcere il
concittadino finito nell’incubo dei voli Cia. Catturato in Pakistan,
interrogato dagli americani, trasferito in Marocco, torturato e condannato a 9
anni, Kassim Britel è una vittima collaterale della guerra al terrorismo. Di
cui Roma sembra essersi dimenticata …
Leggi gli
articoli>>> Continua a leggere
concittadino finito nell’incubo dei voli Cia. Catturato in Pakistan,
interrogato dagli americani, trasferito in Marocco, torturato e condannato a 9
anni, Kassim Britel è una vittima collaterale della guerra al terrorismo. Di
cui Roma sembra essersi dimenticata …
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“Se questo è il paradiso” – Il muro – Video
Ancora esistono, anche se “nascoste” in orari notturni,
trasmissioni degne di un servizio pubblico televisivo di qualità. E’ il caso di
“C’era una volta”, ottimo programma
di Silvestro Montanaro, che va in
onda su Rai 3, ormai dal lontano
1999. L’ ultima puntata andata in onda lo scorso mercoledì 12 dicembre alle
23.55 (!!!) ha documentato con un ottimo reportage di Paola Salzano, la drammatica situazione di frontiera tra il Messico
e gli USA. Gli Usa hanno da tempo innalzato un lungo muro divisorio a difesa
del loro territorio. Lo presidiano con truppe speciali che hanno il compito di
respingere i tanti messicani che giornalmente, da anni, tentano di migrare “illegalmente”.
E’ ormai nell’ ordine delle migliaia il numero di migranti morti sulla strada
del “paradiso” a stelle e strisce. Sul blog ho pubblicato di recente un
articolo di Peacereporter [Sempre più razzismo contro i latinos negli USA ] dedicato a questa drammatica realtà. Per chi avesse
perso questa puntata del programma ho pensato di riproporre l’ intero reportage
sul blog, diviso in due video. La puntata completa e tutte le precedenti puntate
sono visionabili sul sito Rai di “C’era una volta” che vale davvero la pena di
essere visitato.

Bare simboliche sul "muro" a Tijuana, confine tra Mexico e USA
“Se questo è il paradiso”
tratto da "C’era una volta"/Rai3
andato in onda mercoledì 12 dicembre 2007
Le economie occidentali si alimentano del lavoro, e non
solo, delle moltitudini in fuga dal sud del mondo. Eppure, l’atteggiamento
corrente nei confronti dell’immigrazione è solo poliziesco, e spesso rasenta un
nuovo razzismo. Giungere nel nostro "paradiso", così, semina migliaia
di morti ogni anno, vite perse e sconosciuti inghiottiti da muri e deserti, nel reportage
di Paola Salzano.
guarda
i video
>>> Continua a leggere
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“Superflui”…Il diritto ad essere umano
Un’ analisi che fa riferimento alla (mia) realtà brasiliana… per
quanto tempo ancora distante dalla nostra? Di sicuro esiste un drammatico collegamento
tra le riflessioni di questo articolo, che ho tradotto per voi e la storia
italiana di questi giorni.
Non siamo ancora all’ esasperazione estrema del
conflitto contro e ‘tra’ poveri che è in atto in Brasile e più generalmente nei
tanti Sud del mondo, nella vera guerra di civiltà del nostro secolo che si
combatterà sempre più tra le ‘favelas’ e le città ‘organizzate’, tra i pochi
privilegiati e gli ultimi della terra, i milioni di “superflui” come li
definisce Adriana Facina.
Ma è certo che il sistema che li produce è già da
tempo una realtà condivisa. La globalizzazione, da questo punto di vista, tende
a renderci tutti uguali … e fa paura! Matteo
Ghione
Il diritto ad essere umano
di Adriana Facina*
fonte: “FazendoMedia” – link articolo
traduzione dal portoghese: Matteo Ghione
"Da un lato, abbiamo un sistema mediatico criminoso che stigmatizza
i poveri e tifa per la pulizia etnica che le politiche di (in)sicurezza vengono
realizzando nelle periferie e nelle favelas, creando l’ idea di una guerra che
fa molta audience e contratti pubblicitari. Dall’ altro, una classe media
spaventata e confusa, priva dell’
esperienza fondamentale di convivenza con le classi popolari che si generava in
spazi come la scuola pubblica, ormai svuotata di questa funzione sociale. Non
c’è da stupirsi per la proliferazione di discorsi che relativizzano i diritti
umani, legittimando pratiche come la tortura e le esecuzioni sommarie e
accusando coloro che parlano in nome dell’ agonizzante stato di diritto di
essere difensori dei delinquenti. Si tratta di una combinazione esplosiva." "Non potendo più essere incorporata attraverso il lavoro o il consumo,
la classe operaia si è andata trasformando in una massa di esseri superflui,
oggetto di una criminalizzazione alimentata dai media oligopolizzati e propagandisti
del pensiero unico."
L’ origine dell’ idea di “diritti umani” risale quanto meno ai
tempi della Rivoluzione Francese, movimento politico che sta alla base della
storia contemporanea e colloca le masse come protagoniste di trasformazioni
sociali profonde. La prospettiva di base che riuniva tutti i segmenti sociali
coinvolti nella rivoluzione era data dalla necessità di creare un ordine nel
quale l’ essere umano avrebbe dovuto stare al centro della vita politica e
sociale. Niente Re consacrati e nemmeno poteri di origine divina. Spettava agli
uomini (nel vocabolario dell’epoca) guidare i loro propri destini. Continua a leggere
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Un Natale in fuga
di Maurizio
Chierici – fonte: Arcoiris TV
“Ecco perché ho
mandato il libro a Borghezio, Calderoli e agli X della marca trevigiana. X,
come xenofobia. Con quale tenerezza avrebbero accolto gli argentini in fuga dal
paese dei militari amici P2, trent’anni fa?”
E’ un racconto del
Natale di 30 anni fa dedicato al Bossi che urla sul palco di Milano assieme ai
suoi sindaci X; X come xenofobia perché riesce difficile definire in altro modo
quei primi cittadini che violano la legge per soffocare la vita dei lavoratori
stranieri con la diffidenza di chi pretende <garanzie>, ma solo dagli
stranieri considerati braccia e non donne e non uomini. Noi padroni bianchi
facciamo come ci pare. <Basta con la canaglia umana di Roma>, è la
minaccia del leader ruspante rivolta a chi si impegna a far rispettare la
costituzione. Trent’anni fa era il Natale di un’Italia angosciata dal
terrorismo, eppure gli italiani sembravano diversi.
24 dicembre 1977, l’ inverno più freddo del secolo.
Naviante ha 110 abitanti sulla strada tra Cuneo e Dogliani. Dietro i vetri di brina
di una scuola abbandonata aveva trovato rifugio un gruppo di argentini fuggiti
dai militari P2 al potere dopo il colpo di stato. Nella terra che consideravano
di nessuno, la vigilia non ricordava gli anni felici. Quel gelo e gli abiti
leggeri buttati nelle valige di chi scappa. <Mamma, la neve…>, è la
meraviglia di una bambina <col naso schiacciato sul vetro>. E’ il
ricordo di Maria Seoane, scrittrice
che ha raccolto i tremori della fuga in un libro tradotto anche in Italia e
diventato un film: <La notte delle
matite spezzate>, storia di una classe di ragazzi svaniti nelle cantine
delle squadre della morte. Oggi Maria Seoane fa la redattrice politica al <Clarin>, il più importante quotidiano di Buenos Aires. Laterza ne pubblica il saggio: <Argentina paese dei paradossi>.
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Decreto Flussi 2007 – Il parere di un informatico
tratto da: Africa
Insieme di Pisa
–
fonte: Meltingpot
“Nel complesso, il
sistema messo a punto dal ministero si e’ rivelato del tutto inadeguato a
ricevere il gran numero di domande.” “Il risultato e’ un’autentico terno al
lotto: le domande sono state ricevute in maniera completamente indipendente dal
tempo in cui gli utenti hanno clickato sul bottone Invia, e ovviamente fa fede
il tempo di ricezione.” “Tanto valeva
raccogliere le domande nelle due settimane precedenti e poi estrarre a caso tra
quelle pervenute. Il sistema del decreto flussi di quest’anno forse evita il
freddo delle code alle poste, ma in quanto a disumanita’ non si discosta di
tanto”
Abbiamo chiesto a Marco Cornolti, il consulente
informatico che ha assistito giorno per giorno gli operatori del nostro
sportello, di inviarci un parere su cosa e’ successo ieri. Le informazioni che
fornisce, spiegate in modo semplice e accessibile a tutti, ci paiono molto
interessanti. Eccole. Continua a leggere
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