Elvira Arellano, messicana, aveva ricevuto il primo ordine di rimpatrio
nel 1997. Viveva con il figlio a Chicago: è uscita per lottare per la sua causa
ed è stata fermata. Il reverendo che le aveva dato asilo: "E' già stata
portata a Tijuana. Continuerà a combattere". fonte: Repubblica.it
Los Angeles – Un anno nascosta in una chiesa di Chicago,
per non dover tornare in Messico e separarsi dal figlioletto. Elvira Arellano,
immigrata clandestina, questo weekend è uscita dal suo rifugio per la prima
volta per combattere per i diritti dei clandestini: è stata arrestata e, pare,
già rimpatriata.
La trentaduenne messicana, entrata in territorio
statunitense una decina di anni fa, è diventata un simbolo per i tanti
messicani che ogni anno tentano di passare la frontiera e di crearsi una nuova
vita negli Usa. La sua esperienza l'ha portata a diventare la portavoce non
ufficiale (e solo in lingua spagnola, l'unica che conosca) delle famiglie di
clandestini che rischiano di essere divise dei rimpatri. Arellano, infatti, è a
capo di un movimento illegale che si chiama proprio La Familia Latina
Unida.
Arellano aveva già ricevuto l'ordine di tornare nel suo
paese d'origine nel 1997, quando era stata scoperta mentre tentava di entrare
negli States con documenti falsi. Ma non si era arresa e nel 2000 era rientrata
da clandestina nell'Illinois. Qui si era fatta assumere come donna delle
pulizie all'aeroporto di O'Hare ma nel 2002 era stata arrestata con l'accusa di
aver usato un falso numero di sicurezza sociale, necessario per lavorare.
Dopo l'arresto, Elvira Arellano, che otto anni fa è
diventata madre di Saul, cittadino statunitense, aveva deciso di combattere per
ottenere il diritto a restare negli Stati Uniti. Al punto di cercare rifugio in
una chiesa di Chicago quando, nell'agosto dello scorso anno, aveva ricevuto
l'ennesimo ordine di allontanarsi dal paese.
Nella chiesa battista unita Adalberto di Chicago ha
trovato asilo per dodici mesi insieme a Saul. Poi, questo fine settimana, la
decisione di uscirne per portare in giro per il paese la propria battaglia.
Arellano si è spostata a Los Angeles, dove ha parlato di diritti dei genitori
immigrati clandestinamente in tre chiese. Mentre stava per entrare nella
quarta, Nostra Signora degli Angeli in Olvera Street, è stata arrestata. E,
secondo Walter Coleman, reverendo della chiesa di Chicago che le ha dato asilo,
sarebbe già stata rimpatriata a Tijuana. "E' pronta – spiega – a
continuare a combattere contro le separazioni delle famiglie dall'altro lato
della frontiera".
Saul, il bambino di Elvira Arellano, si trova a Los
Angeles con degli attivisti amici della donna. L'eroina dei diritti dei latinos
immigrati aveva detto: "Da quando ho chiesto l'asilo è esistita la
possibilità che mi arrestassero dove e quando volevano. Avevo solo due
possibilità. Tornare nel mio paese, il Messico, o rimanere e lottare". Ha
deciso di rimanere e lottare. Per questo ha lasciato la chiesa di Chicago ed è
andata a Los Angeles. Trovando l'arresto.