Padova – Autorganizzazione e solidarietà tra lavoratori migranti

Si estendono nelle
province di Verona, Vicenza e Treviso le rivendicazioni dei lavoratori
licenziati: TNT costretta al tavolo di trattativa.

A cura della Redazione Veneto
Meltingpot

migranti TNT in lottaE’
passata più di una settimana da quando il colosso TNT Global Express , sede di
Limena (Pd), ha licenziato senza minimo preavviso circa cento lavoratori, tutti
migranti
.
Ma è passata anche una settimana da quando la risposta e l’autorganizzazione
dei licenziati si è rafforzata e concretizzata attraverso il blocco totale
delle attività, la costituzione di un presidio permanente contro i
licenziamenti nella zona industriale del padovano e l’allargamento della
contestazione nelle altre sedi lavorative di Treviso, Verona e Vicenza
. In
questi giorni Melting Pot ha osservato e seguito i dibattiti e le azioni
affianco ai lavoratori licenziati, vi proponiamo un report e alcune
considerazioni a riguardo.
I lavoratori, di provenienza
per lo più nord e centro africana, impiegati da diversi anni in attività di
facchinaggio presso la cooperativa TNT Global Express dopo essere stati
licenziati ed essersi trovati da un giorno all’altro senza nessun tipo di
garanzia hanno scelto di farsi sentire e rivendicare quello che è un loro
diritto. E’ nato così il presidio permanente davanti ai cancelli della TNT,
sono iniziati i blocchi delle attività lavorative e rapidamente è arrivata la
solidarietà dei lavoratori precari del call-center della ditta stessa e di centinaia
di soci-lavoratori impiegati in altre cooperative venete.
Infatti mercoledì 30 Gennaio una cinquantina di lavoratori da Padova
raggiungono la sede di Verona bloccando la distribuzione della cooperativa. In
serata alla sede TNT di Altavilla (Vicenza) viene organizzato un sit-in di
protesta e il lunedì successivo due cancelli del magazzino di Treviso vengono
bloccati impedendo ai camion di caricare e scaricare le merci. Una
determinazione irremovibile che ha portato al primo incontro in Prefettura tra una
delegazione di lavoratori appoggiata dal sindacato Adl-Cobas , TNT e la nuova
cooperativa che subentrerebbe a TNT. In tale sede proposte fatte non hanno
portato alla luce soluzioni sufficienti o per lo meno non hanno ribadito quelle
condizioni esistenti al momento della chiusura della ditta. Di conseguenza, per
l’insufficienza delle soluzioni prospettate e la non volontà da parte di TNT di
incontrare i lavoratori, questi ultimi hanno mantenuto il presidio di fronte a
TNT e costituito un assemblea, quella di domenica 3 febbraio, che ha visto la
partecipazione di moltissimi lavoratori impiegati nelle numerose cooperative di
tutto il Veneto, dalla DHL alla GLS, Bartolini e Danone.

In questa occasione si è aperta una vertenza provinciale rispetto alla sicurezza
e alla continuità lavorativa dei lavoratori che chiede che “ogni qualvolta vi
sia la necessità di cambiare la cooperativa appaltatrice, venga informato, con
una relazione scritta e motivata, oltre all’Organizzazione Sindacale presente
in azienda, firmataria o meno di contratti nazionali, anche la Prefettura […] e
garantire a tutti i lavoratori presenti, al momento del cambio di appalto, il
posto di lavoro alle stesse condizioni preesitenti, salvaguardando anzianità di
servizio e livello retributivo […]”.

Dal tavolo di trattativa composto da Prefettura, Assessore provinciale al
lavoro, membri della TNT , Adl-Cobas e una delegazione di lavoratori, la
proposta emersa è stata la
riassunzione di 55 lavoratori a Limena (Pd) e i restanti in altre sedi dislocate
in tutto il Veneto
. Sicuramente un passo importante: dopo
giorni di lotta e rivendicazioni si è arrivati ad un incontro, a dibattere
sulle soluzioni da raggiungere dopo la rappresaglia verso i lavoratori migranti
messa in atto dai responsabili di questo colosso. Ma Adl-Cobas chiederà la
riassunzione di tutti a Limena, è quello che vogliono tutti i lavoratori, e lo
farà quest’oggi ad un nuovo tavolo.

Intanto i lavoratori attendono: la necessità impellente è dare garanzia di
reddito alla propria famiglia che nella maggior parte dei casi ha un mutuo o un
affitto da ottemperare. Tutto ciò ci fa riflettere su quanto la dimensione
concreta in cui i migranti sono coinvolti e le ricadute che i licenziamenti
comportano sulla loro vita e quella dei loro figli sia lontana ancora una volta
dai dibattiti politici e dagli editoriali anche locali. Ma la lotta e le
rivendicazioni di questi lavoratori ha però incontrato la solidarietà e la
complicità dei connazionali, dei centinaia di migranti impiegati e sfruttati
nelle cooperative di Treviso, Verona e Vicenza, la lotta si è allargata
trovando una risposta rapida e determinata come sembra esserlo quella dei
responsabili che forse, per un momento, han pensato di congedare cento
lavoratori nel silenzio.

Vedi anche:

-  Padova – Serrata del
colosso TNT. Cento lavoratori licenziati, quasi tutti migranti

Una rappresaglia contro chi nei mesi scorsi aveva reclamato i suoi diritti.

-  Chi sono i migranti
sfruttati nelle cooperative? – Irene, con le mani nei rifiuti sotto il ricatto
del rinnovo del permesso

Ciclo di interviste a lavoratori che non smettono di lottare (prima parte)

-  Migranti – Nuove forme di
sfruttamento e nuove modalità di lotta

Intervista a Sandro Chignola (docente alla facoltà di Lettere e Filosofia
presso l’Università di Padova)

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