Treviso, offensiva leghista “I musulmani sono un tumore”

Il prosindaco
Gentilini caccia i fedeli dai luoghi di preghiera:
"Era un tumore
che poteva degenerare in metastasi, noi l’abbiamo estirpato".
Di Filippo Tosatto – fonte: Repubblica.it

Treviso: Fedeli Musulmani costretti a pregare all' apertoTempi duri per i musulmani nella città amministrata dal
sindaco Gobbo e dallo sceriffo Gentilini: una cinquantina di fedeli è stata
costretta a celebrare la preghiera collettiva del venerdì in un parcheggio, con
i tappeti stesi sull’asfalto, dopo che l’amministrazione leghista ha proibito
loro di riunirsi nel centro sportivo messo a disposizione, gratuitamente, da un
imprenditore locale. Non è facile, per gli islamici, trovare un luogo di culto
nella città roccaforte del Carroccio: in passato si riunivano nella sala di un
oratorio dell’hinterland ma le pressioni della Lega – che ha inviato una
lettera di protesta al Vescovo – hanno indotto il parroco a revocare il
permesso. Da parte sua, il sindaco nega che il divieto costituisca
una vessazione: "Lo Sporting Club non è omologato a ospitare tutte quelle
persone – afferma Giancarlo Gobbo – Qui l’intolleranza non c’entra, è una
questione di regole e a Treviso la legge la facciamo rispettare".
"Tanta severità è quantomeno sospetta", ribatte a distanza Giuseppe
Zambon, il proprietaro del circolo sportivo: "In passato qui abbiamo
ospitato molti convegni e feste e mai
Comune e polizia municipale hanno avuto qualcosa da
obiettare". Legalismo o persecuzione? A chiarire il significato reale del
"niet", ci ha pensato come al solito, il duro dei padani, Giancarlo
Gentilini: "Era un tumore che poteva degenerare in metastasi, noi
l’abbiamo estirpato".

Amarezza e sdegno tra i fedeli musulmani:
"L’amministrazione dimostra, ancora una volta, un
livello culturale e politico molto basso. È vergognoso come a Treviso si
continuino a calpestare i diritti delle minoranze", dichiara il presidente
della comunità Joussef Tadil. "Solo due giorni fa i vigili sono venuti a
controllarci, uno ad uno, durante la preghiera. Potevano benissimo farlo prima
o dopo, senza interferire in un momento che per noi è sacro".
Anche la prossima preghiera settimanale si svolgerà
all’aperto, stavolta nel piazzale di un’abitazione privata di proprietà di un
fedele musulmano, nel paesino di Villorba, alle porte del capoluogo. Ma non si
escludono altri intoppi: gli amministratori locali leghisti, hanno già fatto
sapere di non gradire affatto "un assembramento di stranieri".

Nel centrodestra, Forza Italia tace imbarazzata e solo An
sembra condividere la linea della giunta. Durissime, invece le reazioni da
sinistra. "Un orrido segnale di inciviltà che rischia di attirare sui
veneti l’odio dei fanatici", commenta il sociologo e consigliere regionale
verde Gianfranco Bettin. "Un’offensiva razzista senza precedenti", fa
eco il dirigente dei Comunisti italiani Nicola Atalmi, autore di un appello
alla Chiesa cattolica affinché "metta all’indice la follia persecutoria
della Lega".

Sferzante, infine, l’editoriale della Tribuna, il
quotidiano più diffuso nel Trevigiano: "Un’escalation che lascia
sbigottiti e proietta un’ombra cupa, violenta, sulla città e sulla Marca",
scrive il direttore Sandro Moser. "Ciò che stupisce però – aggiunge – è
che pochi, pochissimi, nella cosiddetta società civile, anche di fronte alle
manifestazioni più brutali e vergognose di intolleranza, fanno sentire la loro
voce. Da che parte stanno, davvero, i trevigiani?".

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