Sempre più razzismo contro i latinos negli Usa

scritto da Gennaro Carotenuto www.gennarocarotenuto.it

in esclusiva per “Latinoamerica” di Gianni minà

il muro di confine tra Mexico e USALa
fonte è di quelle che i media mainstream considerano autorevoli: l’FBI. Ebbene,
secondo il Rapporto dell’FBI intitolato “I crimini d’odio contro i latini ad un
livello record”, negli Stati Uniti i delitti a sfondo razziale sono in continua
crescita, e il 70% delle vittime di tali crimini sono latinoamericane. Appena
un lustro fa queste non erano più del 50%.
La denuncia è stata ripresa dal parlamento messicano e fa rumore. La curva dei
crimini, omicidi, percosse, minacce, persecuzioni sociali, scolastiche e
lavorative che vengono classificate per avere come motivazione unicamente il
razzismo, l’appartenenza etnica o nazionale, è in crescita esponenziale negli
Stati Uniti. Si sarebbe potuto pensare che a partire dall’11 settembre 2001 i
crimini a sfondo razzista negli Stati Uniti si fossero indirizzati in maggior
misura contro la popolazione di religione islamica. Ma lo studio dell’FBI
rivela che non è così. Anzi, se fino all’anno
2000 i latinoamericani erano
vittime della metà dei crimini a sfondo razziale, nell’ultimo lustro si è
cresciuti dal 50% fino a superare il 70%. I numeri sono cogenti. Nell’anno 2003
si registrarono 639 crimini a sfondo razziale, dei quali 480 contro ispanici.
L’anno successivo i crimini calarono leggermente, furono 595, con 426 vittime
latine. Tornarono a salire nel 2005. Su 646 crimini 475 furono contro messicani
e centroamericani. Nel 2006 i “crimini d’odio” crebbero ancora, furono 722 con
522 ispanici come vittime. Nell’anno in corso, il 2007, negli Stati Uniti si
sono già registrati 819 crimini a sfondo razziale. Di questi ben 576 hanno
visto come vittime cittadini ispanici, il 70,3%. Secondo il deputato messicano
Edmundo Ramírez Martínez, del PRI, è tempo che tali ondate di odio interessino
il Ministero degli Esteri attraverso misure che oltre a rafforzare le autorità
consolari messicane negli Stati Uniti inducano il governo di Washington a
prendere contromisure. Alle vittime dirette di atti di discriminazione razziale
vanno aggiunte le vittime del muro della vergogna fatto erigere alla frontiera
tra Messico e Stati Uniti per frenare l’impennata dell’emigrazione registrata a
partire dal 1994 come conseguenza del trattato di libero commercio (NAFTA). Nel
tentare l’attraversamento del deserto almeno 4000 persone sono morte di stenti
e oltre 400 sono state abbattute dalle guardie di frontiera statunitensi.

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