Immigrati, Bossi all’attacco: “Pronti a liberare la Padania”

Umberto BossiFonte: Il Giornale
Bergamo – Sul fronte aperto dai problemi dell’imigrazione e
della sicurezza, Umberto Bossi è tornato a suonare la carica al popolo della
Lega Nord. Come hai vecchi tempi. Lo ha fatto questa mattina a Bergamo davanti
alla Prefettura, con toni duri nei confronti delle istituzioni, accanto ad altri
dirigenti e ai 43 sindaci bergamaschi del Carroccio che nei giorni scorsi hanno
firmato compatti la circolare che vieta le nozze ai clandestini.
Una circolare,
‘lanciata’ dal sindaco di Caravaggio, Giuseppe Prevedini, alla quale il
prefetto di Bergamo ha risposto con una lettera di richiamo, prospettando uno
scioglimento del consiglio comunale in caso di mancato ritiro del
provvedimento. Di qui la reazione della Lega contro le prefetture, con
Bossi che ha definito "eroi padani" i sindaci leghisti. "Abbiamo
il dovere morale di liberare il nostro popolo da questa Italia schiavista – ha
detto Bossi -. Il potere colonialista imbecille non capisce che il popolo
aspetta solo il momento per attaccare, e questo momento verrà".
La Lega ne fa una questione di
sicurezza e di libertà: "I sindaci sono spinti dalla gente – ha aggiunto
Bossi – e noi non possiamo andare contro la nostra gente". Davanti alla
prefettura, oltre allo stato maggiore della Lega Nord – Roberto Castelli,
Calderoli, Borghezio, sindaci, amministratori e parlamentari bergamaschi – si
sono date appuntamento circa trecento persone. Bossi ha parlato più volte di
libertà, paragonando il prefetto di Bergamo allo storico comandante romano
Publio Quintilio Varo, le cui legioni furono sterminate dai germanici:
"Attento, Varo, a non esagerare – ha detto Bossi – Cosa vuoi che facciano,
sennò, questi nostri popoli che si sentono invasi? Non fare cazzate, perché
siamo in attesa che arrivi solo il momento giusto"
. Un messaggio, poi, anche all’indirizzo di Silvio Berlusconi.
"I partiti non si comprano – ha detto -. Non possiamo entrare in un
partito unico, perché la Lega
ha la sua identità. Chi difenderà sennò il popolo padano? Prepariamoci anzi
alla lotta, anche se si rischierà di lasciarci la vita". A me dell’Italia
non me ne frega niente – ha concluso – Conosco un solo Paese ed è
la Padania. Dell’Italia
conosciamo solo i comandanti e i viceré che mandano qui a governarci".

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