Verona: la protesta nel ventre della bestia razzista

La protesta nel
ventre della bestia razzista

di Gianni Belloni  fonte: carta.org

manifestazione mogranti a veronaUn metaforico ponte levatoio si è alzato rendendo
impossibile l’accesso e la vita ai nuovi cittadini a Verona, la città
amministrata dal leghista Flavio Tosi, il sindaco che ha fatto dell’esclusione
sociale nei confronti degli immigrati la cifra della sua azione amministrativa.

«Le politiche del sindaco Tosi stanno soffocando la vita
di noi immigrati»
:
è un grido di Khaled, giovane tunisino, da dieci anni a Verona, carpentiere e
attivista del Coordinamento migranti di Verona. Quando ci parliamo, Khaled sta
raggiungendo il tribunale di Verona, davanti al quale il coordinamento ha
convocato una conferenza stampa per annunciare il deposito di un esposto alla
Procura della Repubblica sulle discriminazioni subite dagli immigrati
nell’accesso all’alloggio. L’esposto, curato dall’avvocato veronese Roberto
Malesani, esamina, con dovizia di particolari, gli ostacoli che gli immigrati
incontrano sia nel mercato privato che in quello pubblico nel procurarsi una
casa. Una recente delibera dell’agenzia veronese per gli edifici
comunali, l’Agec, ha stabilito una maggiorazione di punteggio di ben 4 punti a
favore dei cittadini italiani residenti nel comune di Verona da almeno
vent’anni. A questo si aggiunge un’ulteriore delibera, sempre dell’Agec, che
stabilisce che per quanto riguarda gli alloggi a canone convenzionato il
criterio di accesso è la residenza nel comune da almeno dieci anni.

Inoltre la giunta Tosi non ha mancato di seguire l’esempio
dei sindaco Bitonci di Cittadella stabilendo lo svolgimento di indagini
preventive e sistematiche per la rilevazione del reddito, della idoneità
alloggiativa, della pericolosità sociale o della sussistenza di precedenti penali
per poter autorizzare l’iscrizione all’anagrafe del richiedente. Il clima
xenofobo e oscurantista non può che influenzare il mercato privato degli
alloggi: una recente inchiesta svolta dal coordinamento migranti presso 16
agenzie immobiliari ha evidenziato una realtà agghiacciante.

«Tutte le agenzie
interpellate
[le telefonate sono ascoltabili sul sito www.globalproject.info]–come si legge nelle conclusioni
dell’inchiesta–hanno risposto, e alcune con toni inequivocabili, che non
affittano agli immigrati in molti casi per espressa disposizione dei
proprietari»
. Il bilancio che il coordinamento dei migranti di Verona trae
da questa analisi è chiaro: «non ci sono
case né pubbliche né private per gli immigrati, solo gli alloggi malsani del
mercato nero degli affitti».
Il coordinamento individua in questi fatti una
precisa strategia discriminatoria, e, nell’esposto presentato oggi in Procura,
fa appello ad una serie di articolati di legge, la legge 40 del 1989 e la legge
Reale, in cui vengono descritte e perseguite condotte discriminatorie.

Questa situazione di esclusione dagli alloggi è parte
integrante di un clima di continue vessazioni nei confronti degli immigrati. «Le ispezioni continue nei confronti dei
locali di ritrovo abituale degli immigrati, come i phone center o i venditori
di khebab, o le retate nei confronti dei venditori ambulanti ci racconta Khaled
hanno seminato rabbia tra di noi»
. La felice novità è che da questa rabbia
i migranti abbiano tratto le energie per lottare: sia attraverso le denunce
alla magistratura sia con la mobilitazione pubblica. Il coordinamento migranti
ha lanciato infatti una manifestazione per sabato 1 dicembre alle ore 15 in piazza Brà. I tamburi
della protesta giungeranno allora direttamente dal «ventre della bestia», la città
simbolo del razzismo in salsa veneta.

[leggi l’
Appello
della manifestazione
"Veronesi: alziamo la testa!" Per una Verona dell’accoglienza e della solidarietàSabato 1 Dicembre 2007, ore 15 – Piazza Bra, Verona]

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