Appello

l'appello
Liberiamo i sette pescatori
tunisini

Siamo tutti migrantiMercoledì
8 agosto 2007 stava per consumarsi l'ennesima tragedia in mare, se 44 migranti
provenienti da Sudan, Eritrea, Etiopia, Marocco, Togo, Costa D'Avorio –
potenziali richiedenti asilo – non fossero stati salvati da due motopescherecci
tunisini, il Mohamed El Hedi e il Morthada. I coraggiosi pescatori che dal
naufragio hanno salvato la vita anche a due bambini, di cui uno disabile, e due
donne in stato di gravidanza, sono stati arrestati, appena arrivati al porto di
Lampedusa, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. In
questi giorni presso il Tribunale di Agrigento si svolge il processo per
direttissima che li vede imputati per avere compiuto un'azione umanitaria!

Nessuna
convenzione internazionale è stata violata dagli equipaggi tunisini, mentre non
è affatto chiara la ricostruzione degli eventi proposta dalle autorità
italiane. La Convenzione
internazionale di Montego Bay impone al comandante di una nave di prestare
assistenza a chiunque si trovi in pericolo in mare. La Convenzione Solas
obbliga il comandante che abbia ricevuto informazione circa la presenza di
persone in pericolo in mare, a procedere con tutta rapidità alla loro
assistenza, e la
Convenzione Sar impone l'obbligo di prima assistenza e il
dovere di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro, senza distinzioni relative
allo status delle persone o alle circostanze nelle quali avviene l'azione di
salvataggio.

Secondo le
«Linee guida sul trattamento delle persone soccorse in mare» adottato nel
maggio 2004 dal Comitato marittimo per la sicurezza, il governo responsabile
per la zona Sar nella quale sono stati recuperati i sopravvissuti è tenuto a
fornire un luogo sicuro, e il comandante dell'unità che ha operato il
salvataggio può stabilire la destinazione sicura anche sulla base delle
informazioni fornite dai naufraghi.

Al di là
della vicenda giudiziaria, l'eco mediatica di quanto avvenuto sta producendo
centinaia di vittime a mare, poiché i motopescherecci che nelle acque del
Mediterraneo si imbattono nei gommoni in avaria carichi di migranti si
rifiutano di prestare soccorso a chi si trova davanti alla morte, per paura di
subire la stessa sorte dei 7 pescatori tunisini.

Quanto
accaduto in queste settimane nel Canale di Sicilia è conseguenza diretta
dell'impostazione repressiva con la quale la legge Bossi Fini ha modificato
l'art. 12 del T.U. sull'immigrazione, con la successiva emanazione del Decreto
interministeriale 14 luglio del 2003, che ha ulteriormente confuso le
responsabilità di salvataggio nella zona cd. contigua ai limiti delle acque
territoriali.

Venerdì
prossimo, ore 11, sit-in davanti alla Prefettura di Agrigento. Per chiedere:
l'immediata scarcerazione dei sette pescatori tunisini che da oltre 20 giorni
si trovano ingiustamente reclusi nel carcere di Agrigento; il rispetto delle
Convenzioni internazionali che regolano il salvataggio in mare dei naufraghi;
il potenziamento degli interventi di soccorso dei migranti in fuga verso
l'Europa e il pieno riconoscimento del diritto d'asilo: l'abolizione della
legge Bossi-Fini basata sulla violazione dei diritti umani e civili e causa
della clandestinità e irregolarità dei migranti e del correlato Decreto
interministeriale 14 luglio 2003; la cessazione immediata delle missioni
Frontex strumento politico di repressione e morte per migliaia di migranti.

*** Rete
antirazzista siciliana, Asgi Ass. studi giuridici sull'immigrazione, Lab. Zeta
Palermo, Fortress Europe, Ass. La soglia, Ask 191, Sparo, Miss. Comboniani
Licata, Arci Sicilia, Collettivo 20luglio, Ass. Antimafia Rita Atria,
Borderlinee Europe, Migreurop, Remdh Rete euromedit. dei diritti dell'uomo,
Fed. dei tunisini per una cittadinanza delle due rive del Mediterraneo-Parigi,
Laici Comboniani Palermo, aula Carlo Giuliani Palermo, Attac Catania,
www.spaziolibero.it, Giuristi Democratici, Confed. Cobas, Parrocchia di Bosco
Minniti Siracusa, Ass. per i Popoli minacciati Bolzano, Mrap Mouvement contre
le racisme et pour l'amitié entre les peuples, Cepes, Liberazione, il
manifesto, Alex Zanutelli, Fulvio Vassallo Paleologo, Stefano Galieni, Iassine
Bel Kassem CMI- Confederazione dei marocchini in Italia, Augusto Cacopardo,
Giulia Centineo, Nadia Ferro, Franco Ferro, Fabio Marcelli, Marghareth McAdam
Martin Ralph International socialiste League-Asylum Voice, Liverpool, Adel Soltani,
Joseph Healy Green Party of England and Galles, Etienne Becker, Raphael Levj –
Green Party Liverpool, Akis Gavriilidis

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