Asamoah “negro maiale”

Il portiere razzista per troppo dolore
di M. Al. – Berlino

Gerald Asamoah«Negro maiale». Due parole, che sono
costate care al portiere del Borussia Dortmund, squadra tedesca di
prima divisione. Per averle pronunciate durante il «derby della Ruhr»
con lo Schalke 04 di sabato scorso, Roman Weidenfeller è stato
condannato ieri dalla giustizia sportiva della Lega calcio tedesca
(Dfb) a tre turni di squalifica e al pagamento di una multa di 10mila
euro. L'offesa Weidenfeller l'aveva rivolta a Gerald Asamoah,
attaccante dello Schalke 04 e osannato – neonazisti a parte – giocatore
della nazionale tedesca semifinalista nel campionato del mondo della
scorsa estate. «Un'affermazione umiliante e diffamatoria», l'hanno
definita i giudici sportivi. Che però si sono ben guardati dal punire
il Borussia con una riduzione dei punti sin qui conquistati, come
prevedrebbero in questi casi sia il regolamento della Dfb che le nuove
disposizioni della Fifa.
La giustizia sportiva non ha voluto
calcare la mano nemmeno sul giocatore, in fondo. A Weidenfeller sono
state riconosciute alcune attenuanti del caso – o del campo – come il
fatto che l'imprecazione gli sia sfuggita di bocca dopo «uno scontro
molto doloroso con Asamoah», come sta scritto sul comunicato. Inoltre
il portiere si sarebbe poi scusato e riconciliato con l'avversario.
Weidenfeller nei giorni scorsi ha negato veementemente di aver
pronunciato quelle parole. Ieri la sua squadra ha annunciato che non
farà ricorso e applicherà da subito la pena comminata, pur schierandosi
dalla parte del giocatore, innocente secondo il Borussia.
Quella di
sabato scorso non è stata la prima volta in cui Asamoah è stato fatto
oggetto di insulti razzisti. Solo lo scorso settembre, per ricordare
uno degli episodi più eclatanti, in una partita di Coppa di Lega contro
l'Hansa Rostock i tifosi avversari avevano fatto il verso della scimmia
ogni volta che l'attaccante originario del Ghana toccava palla. Allora
la Dfb aveva punito la squadra di casa con la multa più salata mai
comminata in casi del genere: 20mila euro, più un turno a porte chiuse,
ma per la seconda squadra, impegnata nella lega regionale del nord-est.
Non molto. Anche la sua convocazione per i campionati del mondo da
parte di Klinsmann, l'allenatore yankee che ha infranto più di un tabù,
era stata oggetto di riprovazione e scherno da parte della destra
estrema tedesca. I neonazisti volevano una nazionale «tutta bianca»:
«No Gerald, tu non sei la Germania», avevano fatto stampare su
manifesti e t-shirt. Il razzismo è stato la sua croce, soprattutto nei
campionati minori: «Quando giocavo con il Cottbus mi tiravano le
banane. La lotta all'estremismo di destra potrebbe diventare la mia
occupazione per il futuro, terminata la carriera di giocatore», aveva
detto in un'intervista l'anno scorso. La partita di sabato, per onore
della cronaca, l'ha vinta la sua squadra, per 4 a 1.
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