CPT: la “normalizzazione”…

Pratiche di ‘normalizzazione’ del
concentramento.
Apre il nuovo Centro di detenzione di
Lampedusa gestito dalle cooperative aderenti alla Legacoop.

di Alessandra Sciurba – fonte Meltingpot

“Al Viminale sono entusiasti della mia idea di
dare un nome di fantasia alle persone che non ce la fanno ad arrivare”. Queste
le parole di Cono Galipò, amministratore delegato della società “Lampedusa
accoglienza”, nuovo gestore del centro di Lampedusa, apparse sull’articolo del
Manifesto di oggi firmato da Cinzia Gubbini.

lager_coopDi fronte alle perplessità esposte dalla giornalista che lo intervistava circa
l’opportunità di gestire luoghi che rimangono in tutto simili a carceri
amministrative, Galipò non ha avuto dubbi: “Cerchiamo di renderci utili.
Portiamo innovazione”. Se non si riesce ad avere quel che si vuole meglio accontentarsi.

E allora si accontentino le persone morte in
mare tutti i giorni (spesso sotto gli occhi di imbarcazioni europee che hanno
ormai imparato che non conviene salvare la vita umana): non ci sarà nessun
numero sulla loro tomba.

E si accontentino pure tutti quelli che hanno giurato
di riuscire a vedere i cpt d’Italia chiusi anche fosse l’ultima cosa che fanno:
ora ci sono tanti medici, avvocati, operatori e assistenti che renderanno il
soggiorno dei migranti più gradevole. Le associazioni umanitarie e soprattutto la Legacoop penseranno a
tutto, si può stare tranquilli.

È finito il tempo delle denunce, della lotta,
dei principi, della verità e del coraggio. È finito il tempo in cui dire che la
detenzione amministrativa ci fa schifo e basta, che non ci possono essere mezze
misure e compromessi perché tanto, anche se trattati di lusso, quelli che
passano da Lampedusa fanno sempre la stessa fine. È finito il tempo di dire che
per mare si muore non per caso, che chissenefrega se un morto lo seppellisci
con un nome inventato o sotto una pietra muta: il nodo è che non hai fatto
nulla per evitare che morisse.

Che stanchezza. Non si può all’infinito ripetere le stesse cose. Che si è
indignati, disgustati, addolorati.

Probabilmente nel Cpt di Lampedusa non ci
saranno più persone torturate. Può darsi che il telefono finalmente inizierà a
funzionare. Magari qualche sudanese del Darfur potrà persino inoltrare una
richiesta di asilo politico.

Con la signora leghista dell’isola che ora è
pure diventata vice sindaco si troverà un accordo: infondo questi poveri
disgraziati si fermano solo per qualche giorno.

Bisogna essere realisti. Al passo coi tempi, innovativi. Cordialità e buone
maniere. Tutti amici.

E se la nostra costituzione rifiuta la
detenzione di gente innocente come principio, e se i pescatori del Mediterraneo
pescano più cadaveri che pesci, e se il razzismo è diventato una modalità
quotidiana di amministrare le città e la vita della gente, ormai poco importa.

Il Signor Galipò è contento dell’entusiasmo
del Viminale. Il Viminale è contento dell’idea del Signor Galipò. Finalmente
qualcuno ‘di sinistra’ che ha smesso con quelle assurde richieste di cambiare
una legge crudele che ammazza la gente costringendola a rischiare la propria
vita per salvarla o migliorarla un pochino.

A questo qui sì che possiamo dare ascolto;
questo qui sì che ci chiede cose sensate. Una bella sepoltura pietosa e un bel
nome da incidere sulla lapide: questo ce lo possiamo permettere, e non se ne
parli più.

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