Dall' 11 al 15 luglio prossimi a Casalecchio di Reno (Bo) al via l' undicesima edizione dei MONDIALI ANTIRAZZISTI
Perché i Mondiali 2007
“Mi ricordo i tempi in cui abbiamo cominciato a rotolare insieme, la palla e io”. Osvaldo Soriano vede così il “suo” calcio ed è come lo vedono i Mondiali: il gioco più bello e divertente del mondo, perché si rotola sull'erba o su uno sterrato tutti insieme senza barriere di alcun tipo.
Su un campo da calcio siamo tutti uguali, in maglia e calzoncini, a rincorrere un pallone, poco importa se ti destreggi tra veroniche e rabone, o se a malapena riesci a stoppare una palla, se preghi Yahweh o se ti togli le scarpe prima di entrare nella Moschea, se hai la pelle di ebano o ti bruci al primo sole di Aprile. C’è lui, il pallone, e lei, la porta. Ci sono amici e compagni, avversari e fratelli. Nient’altro. Questi sono i Mondiali Antirazzisti.
In un periodo in cui si criminalizzano le differenze, dove il “diverso” diventa un avversario da battere, noi vogliamo trasformare l’avversario in qualcuno da capire, con cui confrontarsi, con cui condividere se non la vita almeno un campo da calcio.
Quest’anno al Social Forum di Nairobi per la prima volta lo sport è stato riconosciuto “ufficialmente” come veicolo di solidarietà, sviluppo e rivalsa, e non semplicemente come un modo per passare il tempo libero. Un riconoscimento importante, una formula nella quale i Mondiali hanno creduto fin dalla prima edizione, 11 anni fa.
Nati come una scommessa, per dimostrare che è possibile la convivenza fra culture diverse e lontane tra loro, proseguiti come una certezza, data dal calore e dall’affetto di tutti i partecipanti, gli ultras, i tifosi, i gruppi di migranti, gli attivitsti di 1.000 associazioni, tutte le persone che negli anni li hanno seguiti, trasformati – evoluti – nella forma, arrivando a comprendere anche altri sport, sempre più eventi culturali, manifestazioni di danza, musica, arte e dibattiti, i Mondiali Antirazzisti restano immutati nello spirito.
I Mondiali sono aperti a tutti, non ci sono gironi speciali, non ci sono barriere né costi di partecipazione e l’unica regola ferrea è il rispetto dell’altro. E i Mondiali – soprattutto – sono fatti da chi vi ha partecipato e vi parteciperà, cuore e anima di una manifestazione che altrimenti non avrebbe mai avuto luogo.
Un cambiamento, questo sì, è evidente nella prossima edizione:
un luogo nuovo, nel quale dare spazio a nuovi stimoli e idee, sperando che la nuova avventura eguagli in splendore quelle appena trascorse.
per info e iscrizioni vai al sito:
http://www.mondialiantirazzisti.org/