Tratta Schiavi: in Italia oltre 11.200 vittime in 6 anni

Tratta di esseri
umani: in Italia migliaia gli adulti e i minori coinvolti non solo nello
sfruttamento sessuale ma anche in attività illegali, mendicità, lavoro coatto
   Fonte: Save the children

Save the ChildrenLa tratta in Italia. Come si legge nella ricerca su La
tratta di persone in Italia. Evoluzioni del fenomeno e ambiti di
sfruttamento  realizzata nell’ambito del
progetto Equal-Osservatorio Tratta
coordinato dall’Associazione On the Road,
i dati ufficiali  parlano di 11.226  le vittime di tratta fra il 2000 e il 2006,
di cui 619 minori, mentre risultano 8.056  
fra il 2005 e il 2006 le persone denunciate specificatamente per i reati
connessi alla tratta di esseri umani. Tuttavia tali numeri sono  ampiamente sottostimati e non rendono conto
di un fenomeno molto più vasto e articolato.
Per quanto riguarda la tratta a
scopo di sfruttamento sessuale, documenta la ricerca, si registra a partire
dagli anni ’90 un graduale aumento del numero di paesi di origine coinvolti
(per esempio Albania, Romania, Moldavia, Ucraina, Russia, Cina, Nigeria) e
l’affiancarsi allo sfruttamento in strada di quello al chiuso in appartamenti e
locali notturni. Sono poi cambiati l’organizzazione delle reti criminali e i
metodi di reclutamento, controllo e sfruttamento con un passaggio da gruppi
criminali semi-dilettantistici a gruppi fortemente organizzati con collegamenti
transnazionali, e con il passaggio da forme coercitive particolarmente violente
a strategie più sottili, basate anche sulla concessione alle vittime di un
margine di contrattualità; inoltre si è assistito al progressivo abbinamento
della tratta ad altre attività illecite (traffico di migranti, di droga e di
armi) e lecite (es. riciclaggio di denaro sporco attraverso attività
commerciali regolari), e alla diversificazione degli ambiti di sfruttamento:
non solo quello sessuale, ma anche in attività illegali, lavoro forzato e
sfruttamento lavorativo. Ancora invece non dimostrabile, secondo l’indagine, è
l’esistenza in Italia di ulteriori articolazioni di questo business criminale,
come la tratta finalizzata all’espianto di organi, benché sia ormai comprovata
l’esistenza di un commercio internazionale di organi e di tessuti, sia
sottoforma di compravendita di organi tra adulti consenzienti che di viaggi
della speranza in paesi in via di sviluppo per effettuare un trapianto
illegale. Quanto alla tratta a scopo di adozioni internazionali illegali , lo
studio sottolinea come le adozioni illegali, gli abusi e le pratiche irregolari
compiute in vari momenti del percorso di adozione internazionale riguardano
anche l’Italia, ma il collegamento con la tratta risulta essere molto incerto.

Il profilo dei minori
vittime

Su rotte e percorsi analoghi a quegli degli adulti e con
modalità simili, giungono in Italia anche molti minori vittime di tratta. Poche
centinaia – 619 fra il 2.000 e il 2.006 secondo le uniche statistiche ufficiali
disponibili – ma sicuramente molti di più nella realtà, stima Save the Children
che nell’ambito del progetto Agis ha coordinato 4 ricerche sul fenomeno della
tratta dei minori in Italia, Romania, Bulgaria e Germania.

Provengono principalmente da Nigeria, Romania e Moldavia e
sono per lo più adolescenti o neo-maggiorenni di sesso femminile  le vittime della tratta a scopo di
sfruttamento sessuale nel nostro paese.

Costrette con l’inganno a firmare un contratto e
attraverso particolari riti religiosi ad assumersi un impegno anche verso la
comunità, le nigeriane vengono ridotte in uno stato di soggezione già nel paese
d’origine. Quasi sempre prive di un permesso di soggiorno e di un passaporto,
fanno quindi ingresso in Italia o in aereo o per mare, nel primo caso
accompagnate da una trafficante donna, nel secondo da un uomo che esercita o fa
esercitare violenza sessuale nei loro confronti durante il tragitto. Una volta
nel nostro paese le ragazze vengono private della libertà e costrette a pagare
fra i 30 e i 50 mila euro per riscattarla, prostituendosi su strada, sotto il
controllo della sfruttatrice o di un’altra vittima indotta a farlo.

Le ragazze provenienti dall’Est Europa, soprattutto da
Romania e Moldavia, ma anche da Bulgaria, Repubblica Ceca, Albania, Serbia e
Croazia, sono reclutate nel paese d’origine da conoscenti, pseudo-fidanzati o
parenti. Vengono in genere convinte a recarsi in Italia con la promessa di un
impiego o di una vacanza, ma vi sono anche casi di rapimenti o di trasferimento
coatto. Le adolescenti giungono attraverso il confine terrestre, in auto o in
pullman o a piedi con un passeur. Una volta in Italia sono costrette a
prostituirsi o in strada o negli appartamenti, sottoposte ad una tale violenza
psicologica e verbale da  essere ridotte
in uno stato di completa soggezione.  E
tra le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, rileva la ricerca di
Save the Children, vi sono anche adolescenti rom: ragazze spesso provenienti da
Craiova, in Romania, da contesti sociali e famigliari particolarmente
svantaggiati, convinte a venire in Italia con l’inganno e poi obbligate a
prostituirsi sulla strada, in prossimità dei campi della comunità rom.

Minori rom di origine rumena di entrambi i sessi sono
inoltre tra le principali vittime di 
tratta a scopo di attività illegali. Hanno per lo più 14 anni e quindi
non sono perseguibili penalmente. Reclutati nel paese di origine dietro
pagamento ai genitori, agli affidatari o ai responsabili degli istituti per
minori soli, vengono condotti in Italia affinché compiano furti e scippi,
costretti a vivere in condizioni pessime e a destinare tutti gli incassi allo
sfruttatore. Provengono invece da Senegal e Gabon molti adolescenti coinvolti
nel trasporto e spaccio di droga, a cui sono indotti con la minaccia, l’inganno
e anche violenze fisiche come l’abrasione dei polpastrelli,  rileva la ricerca di Save the Children. Che
documenta anche fenomeni di tratta  a
scopo di mendicità, di cui sono vittime bambini rom maschi e femmine di origine
rumena, reclutati nel paese di origine dal trafficante che paga direttamente le
famiglie e che, una volta in Italia, li costringe a mendicare per molte ore al
giorno nella stessa postura, anche in condizioni metereologiche sfavorevoli.
Esempi di grave sfruttamento lavorativo anche se non di vera e propria tratta
sono inoltre documentati da Save the Children e si riferiscono ad adolescenti e
neo-maggiorenni maschi di origine magrebina, sub sahariana, albanese, rumena e
di altri paesi della ex-Jugoslavia occupati nei settori agricolo e
dell’edilizia.  Le ricerche coordinate
dall’organizzazione internazionale danno infine conto della tratta di minori in
Romania, Bulgaria e Germania: paesi principalmente di origine e transito  delle vittime, i primi due; nazione
prevalentemente di destinazione la Germania. Le adolescenti tra i 15 e i 17 anni
sono il più delle volte le vittime dello sfruttamento sessuale mentre i minori
di 14 anni – talora di etnia rom – sono maggiormente coinvolti  in attività illegali e nella mendicità.

La tutela giuridica
delle vittime: un protocollo per l’identificazione dei minori

Dunque siamo in presenza di un fenomeno tentacolare e che
sempre più sta allargando il suo raggio di azione, ai danni di migliaia di
bambini, adolescenti e donne. Ebbene, quale supporto e protezione la legge
italiana riserva alle vittime di tratta, siano esse adulte o minorenni? Come
documentato nel volume La tratta di persone in Italia. Le norme di tutela delle
vittime e di contrasto alla criminalità, la seconda delle ricerche realizzate
nell’ambito del progetto Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall’Associazione
On the Road, nel nostro paese la normativa anti-tratta (l. 228/2003 “Misure
contro la tratta di persone”) viene applicata in modo disomogeneo. In
particolare ciò vale per il riconoscimento alle vittime del permesso di
soggiorno per motivi umanitari.

Secondo un’indagine condotta su 65 delle 103 questure italiane
infatti, oltre la metà tende a subordinare il riconoscimento del permesso alla
collaborazione della vittima al procedimento penale, secondo una logica
“premiale” che prevale sui requisiti della “violenza e grave sfruttamento” e
del “pericolo grave, attuale e concreto”. 
Inoltre restano lunghi i tempi della procedura di rilascio del permesso
di soggiorno stesso.

Per quanto riguarda invece specifiche tutele riservate ai
minori, uno dei problemi più spinosi resta l’identificazione di coloro che sono
vittime di tratta, spesso confusi e trattati alla stregua di minori dediti ad
attività criminali. Per questo Save the Children ha coordinato la redazione del
primo Protocollo di identificazione e supporto dei minori vittime di tratta e
di sfruttamento: a disposizione di forze dell’ordine, magistrati, operatori,
presenta, in modo molto schematico, i profili dei gruppi a rischio di tratta e
sfruttamento e fornisce la prima lista esaustiva sviluppata in Italia di
indicatori per la identificazione dei minori vittime e in tabelle sintetiche
descrive gli strumenti di tutela e di protezione delle vittime disponibili nel
nostro paese.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa – Save the Children Italia                           
tel. 06.48070023-71;              
press@savethechildren.it                                 

*Nota. I progetti Agis e Equal-Osservatorio Tratta

Il progetto biennale europeo Agis-Sviluppo di una
metodologia sulla identificazione e il supporto a minori vittime di tratta è
coordinato da Save the Children Italia, in partnership con Bulgaria Foundation
(Bulgaria), Landes-Caritasverband Bayern e. V. (Germania), Save the Children
Romania (Romania). Si propone:  di
sviluppare metodologie e tecniche basate sui diritti dei minori per
intervistare correttamente, identificare e fornire adeguato supporto e
assistenza ai minori vittime di tratta e grave sfruttamento; di promuovere la
conoscenza sul fenomeno e le competenze professionali dei soggetti deputati a
contrastarlo e ad aiutare e proteggere i bambini e gli adolescenti che ne sono
vittima. Il progetto europeo Equal-Osservatorio Tratta, è coordinato
dall’Associazione On the Road in partnership con Save the Children Italia,
Azienda ULSS 16 di Padova, Censis, CNCA, Comune di Venezia, Università di Torino
– Dipartimento di Scienze Sociali, IRS, Irecoop Veneto, Consorzio Nova,
Provincia di Pisa.  Ha come obiettivo,
tra gli altri, di approntare strumenti di ricerca e di rilevazione dei dati sul
fenomeno, di approfondirne la conoscenza, di creare dei modelli di intervento e
degli iter formativi delle diverse figure professionali coinvolte.

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