Un ex agente della Cia rivela:
negli interrogatori il waterboarding era una pratica approvata dai vertici
di Alessandro
Ursic – fonte: PeaceReporter
Gli Stati Uniti non torturano, ha detto il presidente
George W. Bush alcuni mesi fa. Ma un’obiezione sentita spesso è stata: dipende
da cosa si intende per tortura. Ora John Kiriakou, un ex agente della Cia, ha
fatto luce sulla pratica del waterboarding, ossia il portare l’interrogato
sull’orlo dell’annegamento con l’obiettivo di farlo parlare. La pratica non è
mai stata ufficialmente ammessa dagli Usa. Ma Kiriakou ha avuto a che fare con
un presunto terrorista nelle carceri segrete della Cia, e gli effetti del
waterboarding li ha visti. Di più: durante il suo addestramento, quel
trattamento l’ha dovuto subire lui in prima persona. Le sue rivelazioni sono
giunte proprio nei giorni in cui Michael Hayden, l’attuale capo della Cia,
rispondeva davanti a due commissioni del Congresso sulla distruzione dei video
dell’intelligence relativi agli interrogatori condotti nel 2005.
Le rivelazioni. Nell’estate del 2002, in Pakistan,
Kiriakou fu supplicato dal prigioniero Abu Zubaida di ucciderlo, soffocandolo
con un cuscino. Zubaida era appena emerso da un coma, dopo essere stato
catturato (e ferito quasi a morte) dalla polizia pachistana. “Abbiamo altre
cose in mente per te”, gli disse l’agente della Cia. Zubaida fu trasferito in
un carcere segreto, e Kiriakou non vide di prima persona come andarono le cose.
Ma gli furono riferite: il prigioniero fu legato a una tavola, gli venne
impedito di respirare tappandogli naso e bocca con il nastro isolante, e fu
costretto a ingerire acqua. La sensazione di soffocamento arriva subito. Quando
Kiriakou venne sottoposto a questa tecnica, non resistette per più di cinque
secondi. Nel caso di Zubaida, ci vollero 35 secondi per crollare.
Successivamente, ha rivelato Kiriakou, “fu come aver premuto un interruttore”.
Zubaida – che è tuttora detenuto a Guantanamo – spifferò, a detta dell’agente
della Cia fornendo informazioni che hanno consentito di prevenire alcuni
attentati terroristici. Secondo Kiriakou, questa tecnica era stata approvata
dai vertici dell’intelligence.
I filmati distrutti. Ora che non è più un agente della
Cia, Kiriakou si è ricreduto: il waterboarding costituisce tortura, “e gli
americani possono essere migliori”, ha detto ai giornalisti. Lo stesso concetto
che ribadisce da sempre John McCain, uno dei candidati repubblicani alla
presidenza nel 2008, nonché ex prigioniero di guerra in Vietnam: uno che la
tortura l’ha provata sulla sua pelle. “Il waterboarding ti dà una confessione,
ma non ti dà sempre la verità”, ha detto McCain commentando le rivelazioni di
Kiriakou. Quanti casi di annegamento forzato ci siano stati non è chiaro, anche
perché i video degli interrogatori Cia nel 2005 sono andati distrutti –
nonostante diverse corti federali avessero ordinato di conservare i filmati di
tutti gli interrogatori di presunti terroristi dopo gli attentati dell’11
settembre. Di questo ha dovuto rispondere l’attuale direttore Hayden, in due
udienze a porte chiuse. Ma Hayden, in carica dal 2006, si è difeso dicendo che
i filmati erano stati realizzati sotto la competenza dell’allora direttore
George Tenet, e distrutti sotto il suo successore Porter Goss.