Presidio di migranti contro razzismo e retoriche securitarie
Fonte: Global Project Verona [Domenica 2 dicembre 2007]
Una piazza bella, potente.
Che rovescia il discorso degli
imprenditori politici della paura e che riappropria il prolema della sicurezza.
Cinquecento tra migranti, precari, cittadini.
L’indignazione contro il
razzismo, la reorica securitaria che vuol bandire i poveri dalla città, il
silenzio dietro il quale si vorrebbe costruire una città del terrorismo e
dell’insicurezza. Non solo una battaglia dal basso per i diritti negati, ma una
presa di parola che riappropria il centro cittadino al protagonismo dei
migranti; al protagonismo di chi disegna traiettorie imprevedibili di libertà.Un presidio partecipato, innanzitutto. E poi un confronto
secco con l’amministrazione leghista e fascista della città, con le agenzie
immobiliari che rifiutano la casa ai migranti, con la polizia. Dopo una serie
di interventi al microfono in cui è stato espresso il vissuto di rabbia
dell’immigrazione, l’impossibiltà di trovare casa, innanzitutto, e poi la
contraddizione tra la centralità del lavoro migrante nella produzione di valore
nel ciclo dell’economia del nordest e il suo disconoscimento sociale, alcuni
migranti si sono incatenati al comune respingendo i cordoni della polizia,
aprendosi lo spazio, imponendo un incontro al prefetto. La rivendicazione della
sicurezza nel rinnovo del permesso di soggiorno. Il rifiuto del controllo
continuo e accanito delle guardie municipali, autentica polizia privata di Tosi,
Il diritto alla casa. Alla salute. Ad una vita dignitosa. La piazza occupata dalla presa di parola di chi si vuol
far tacere. La riapertura dal basso del perimetro dei diritti. Perché i diritti si costruiscono nella ritmica di
un’insorgenza di tutti i giorni.
Già alle ore 15.30, 300 persone iniziano a presidiare la
piazza.
Si susseguono interventi al microfono tra migranti e
realtà di movimento. Vengono fatte ascoltare pubblicamente le telefonate alle
agenzie immobiliari.
Si chiede un incontro immediato con il Prefetto per
ottenere:
-la proroga del vecchio permesso di soggiorno fino alla
consegna del nuovo permesso;
-la cancellazione delle delibere AGEC che rendono più
difficile agli immigrati l’accesso alla casa pubblica;
-la cancellazione della delibera comunale che ha alzato di
nuovo i parametri per l’idoneità dell’alloggio;
-l’immediato stop di tutte le azioni della polizia
municipale contro gli esercizi commerciali degli immigrati e contro gli
ambulanti.
Ore 17. Il prefetto rinvia l’incontro a lunedì: i
manifestanti, decisi a non cambiare le proprie richieste, scelgono di
incatenarsi davanti al comune. Tensione con la polizia che cerca di impedirlo.
ore 17.30: il Prefetto accetta l’incontro.
Una delegazione si reca in Prefettura.
Il prefetto accetta di aprire un tavolo di trattativa.
La giornata di lotta si conclude intorno alle 19.30.
Questo giorno è finito. La lotta invece è solo agli inizi!