Caravaggio(Bg): matrimonio vietato ai clandestini

Gli stranieri che
vogliono sposarsi a Caravaggio devono presentare anche il permesso di soggiorno

di Claudio Del Frate 
Fonte: corriere.it

matrimonio mistoCaravaggio (Bergamo) — «C’è una legge che mi impone di
denunciare i clandestini e un’altra che dà loro la facoltà di sposarsi: non vi
pare assurdo?». Messa così tanto logica non pare; solo che Giuseppe Prevedini,
sindaco leghista di Caravaggio, marzullianamente parlando, si è fatto la
domanda e si è dato la risposta: ha emesso un provvedimento in base al quale lo
straniero che vuole sposarsi nel comune bergamasco deve presentare anche il
permesso di soggiorno. «Abbiamo voluto colmare un vuoto di legge e sollevare da
responsabilità i nostri ufficiali d’anagrafe» spiega Prevedini. Ma la mossa non
sembra dettata solo da amore per il diritto. Ne è convinto ad esempio Marcello
Saponaro, consigliere regionale dei Verdi eletto in provincia di Bergamo che
bolla la decisione come «illegittima e xenofoba».

Caravaggio è uno dei
più solidi feudi leghisti della Lombardia
: qui il Carroccio governa dal ’97 in solitudine, alle
comunali di un anno fa ha raccolto il 64% dei voti e le nozze negate ai
clandestini sono in assonanza con altri provvedimenti presi da sindaci leghisti
in giro per il Nord. «Come faccio a pretendere dai miei cittadini — rilancia il
sindaco — rispetto per le leggi e per le istituzioni se poi consento ad altri
di aggirare le stesse leggi?». A Caravaggio hanno scoperto la «falla»
legislativa nelle norme che regolano il matrimonio degli stranieri; fino a ieri
in tutta Italia, a uno straniero intenzionato a «impalmare» un’italiana (o
viceversa) era praticamente sufficiente presentare all’ufficiale di stato
civile il passaporto o un documento equivalente rilasciato dal suo consolato.
Pronunciato il «sì», dopo due anni lo straniero acquistava la cittadinanza
italiana. Ma questo avrebbe consentito a clandestini attraverso matrimoni «di
comodo» di accasarsi in Italia saltando le procedure di regolarizzazione.

Caravaggio ci ha
messo una pezza imponendo agli stranieri l’esibizione del permesso di soggiorno
al momento del matrimonio.
«È una norma di tutela sociale — precisa Ettore Pirovano, senatore
leghista e vicesindaco di Caravaggio — perché molti anziani potrebbero essere
raggirati con la promessa di sposare, magari dietro compenso, una giovane
proveniente dall’estero». Difficile dire d’altra parte che gli abitanti di
Caravaggio siano stati travolti dalla passione per le straniere: negli ultimi
tre mesi i casi sospetti sono stati appena tre. «Ma è una questione di rispetto
della legge» ribadisce Pirovano. Nel comune bergamasco, 15 mila abitanti, il 7%
dei quali extracomunitari (percentuale in linea con il resto della Lombardia,
ma inferiore a quella di territori vicini) non sono nuovi i provvedimenti che
non sono propriamente degli striscioni di benvenuto verso gli stranieri. «Se
qualcuno di loro chiede la residenza — dice ancora il sindaco — mandiamo i
vigili a controllare che nel loro appartamento tutti gli impianti siano
perfettamente a norma e verifichiamo il numero delle persone che vive in
ciascun appartamento. E siccome molti stranieri non pagano la tassa sui rifiuti,
abbiamo pronta una nuova ordinanza che obbliga i proprietari degli alloggi a
saldare il conto al posto degli inquilini». Tutto questo sempre per amor di
legalità, non per xenofobia: «Sono razzista solo nei confronti dei cretini»
replica secco Prevedini.

A mettere un freno ai
matrimoni di comodo, fenomeno documentato da innumerevoli operazioni di
polizia, ci avevano già provato altri:
la questura di Treviso aveva emesso tempo fa una
circolare chiedendo ai sindaci di monitorare il fenomeno, mentre il sindaco di
Morazzone (Varese) aveva deciso di segnalare ai carabinieri ogni matrimonio con
un extracomunitario. Facile comunque aspettarsi ricorsi contro l’ordinanza.
«Non spetta al sindaco modificare le leggi — è la critica del consigliere dei
Verdi Marcello Saponaro —: il provvedimento è di pura propaganda e colpisce
quella parte di stranieri che è talmente integrabile da voler sposare cittadini
italiani. E poi, chi lo stabilisce se un matrimonio è di comodo? Come può il
sindaco mettere il naso in una sfera privata come la libertà di amare? Mio
fratello si è appena sposato in Messico e là nessuno gli ha chiesto il permesso
di soggiorno ».

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