La Libia a un passo dalle scuse dell'Italia
per il colonialismo, deporta migliaia di migranti
di Christian Elia – fonte: PeaceReporter
"In pochi giorni speriamo di annunciare un accordo
fra Italia e Libia che segna l'approdo di un lungo processo politico durato un
decennio e che ha visto progressivamente collaborazione, distensione e
cooperazione economica tra i nostri Paesi", ha affermato il ministro degli
Esteri italiano Massimo D'Alema, partecipando a Roma al convegno sui deportati
libici in Italia negli anni 1911-1912.
Un lungo cammino. Una pagina vergognosa per la
storia italiana, che ancora non ha dato risposte ufficiali sulla sorte dei dei
tremila ribelli libici deportati nelle isole Tremiti, a Ustica, Ponza,
Favignana e Gaeta. Quattro anni di ricerche, dal 2001 al 2005, finanziati con
due milioni di euro dal ministero degli Esteri di Roma, porteranno a un
convegno a Tripoli e all'istituzione di un memoriale, volto a celebrare una
memoria condivisa. Il colonnello Gheddafi, come ha fatto spesso in passato, era
tornato sulla vicenda qualche tempo fa, chiedendo a tutti i residenti delle
Isole Tremiti di sottoporsi all'esame del Dna, per scoprire eventuali
discendenti dei deportati, da omaggiare con la cittadinanza libica.
Gli orrori del colonialismo italiano in Libia, commessi
prima e durante il regime fascista, sono diventati spesso argomento politico
per il leader libico, che ciclicamente è tornato a parlare del periodo
coloniale per chiedere alternativamente contropartite economiche e politiche a
titolo di risarcimento. L'Italia, se condurrà in porto questo cammino di
autocritica nella memoria, avrà l'occasione di segnare una bella e storica
pagina per chiudere i conti con il passato.
Deportazioni di
massa. Come spesso
capita ai leader politici, però, Gheddafi predica bene e razzola male.
Se il colonialismo è stata una pagina vergognosa, c'è poco
da essere fieri anche del trattamento che il regime di Tripoli riserva i
migranti. Un rapporto segreto della Frontex, l'agenzia dell'Unione europea
incaricata di combattere l'immigrazione clandestina, scoperto e rilanciato da
Fortresse Europe, blog che dal 1988 monitora le vittime dei flussi migratori
nel Mediterraneo, denuncia che sono 53842 i migranti arrestati in Libia e
deportati solo nel 2006. Sono inoltre almeno 60mila i detenuti stranieri nelle
carceri libiche. Cittadini del Ghana, Burkina Faso, Nigeria, Costa d'Avorio e
tanti altri paesi, senza alcune diritto, chiusi in gabbia.
Fortresse Europe, sommando i dati di Frontex a quelli di
Human Rights Watch, stima in circa 200mila persone i migranti espulsi tra il
2003 e il 2006.
I fenomeni sono molto differenti tra loro, come i
protagonisti e il periodo storico. Ma il rispetto della dignità di un essere
umano non è un valore da rispettare solo quando conviene.