Stragi di migranti tra allarmismo e
indifferenza
di Fulvio Vassallo
Paleologo, Università di Palermo
fonte: Meltingpot
Continua
lo stillicidio di tragedie nel Canale di Sicilia, ancora quattordici cadaveri
di migranti avvistati nelle acque del Mediterraneo, tra la Tunisia e la Sicilia, ancora altre
vittime senza nome, senza storia, senza la dignità che andrebbe riconosciuta ad
ogni essere umano, almeno di fronte alla morte.
Poche immagini su bare anonime sbarcate in un
porto, e poi le notizie che altri migranti sono riusciti ad arrivare, persino
in “buona salute”, quasi come se sopravvivere da “clandestino”fosse una
minaccia alla tranquilla esistenza dei bravi cittadini immersi nei
festeggiamenti del ferragosto.
Le cronache giornalistiche, con poche eccezioni, utilizzano eventi tanto
tragici per amplificare ogni tipo di allarmismo, riferiscono un aumento (
inesistente) del numero degli immigrati irregolari giunti sulle coste
siciliane, richiamano cifre e si mostrano immagini di barche stracariche di
migranti, come se l’Italia fosse sotto assalto, senza una sola parola di
pietà verso chi è stato mandato a morire da una politica basata sulla chiusura
delle frontiere, sulla mancanza di canali di ingresso legale, sull’assenza di
un riconoscimento effettivo del diritto di asilo, su una “cooperazione” con
paesi di transito che si basa più su accordi di polizia che sul rispetto dei
diritti fondamentali delle persone.
Su tutto la collusione, fino alla spartizione
dei guadagni, tra chi sbarra ogni strada per l’ingresso nella fortezza Europa e
chi specula sulla vita dei migranti. E poi la colpa di essere arrivati,
processi penali per chi non accetta di essere respinto e detenzione
amministrativa, la reclusione nei ghetti di accoglienza o nelle periferie delle
grandi città, lo sfruttamento nei cantieri edili o nelle campagne assolate, la
violenza, lo sfruttamento di donne e bambini.
Mentre l’Europa difende le sue frontiere ed i suoi privilegi, sulla pelle dei
migranti, l’Italia per garantire la “sicurezza” dei suoi cittadini, non riesce
neppure ad abrogare una legge infame come la Bossi-Fini, e non è
capace neppure di un minimo di autocritica per la legittimazione offerta ai
regimi dittatoriali che hanno accettato di collaborare con le “grandi”
democrazie occidentali nella esternalizzazione dei controlli di frontiera. Per
sbarrare la strada ai migranti ogni abuso è consentito.
Solo il tempo, forse, riuscirà a smascherare
quel cumulo di menzogne ed ipocrisia che utilizzano i mercanti del consenso
elettorale per speculare sul destino, anche sulla morte, dei migranti.
Da subito, cerchiamo di vedere dentro quelle bare anonime di migranti
allineate all’obitorio i lampi di gioia di quando giocavano da bambini, amavano
da ragazzi, correvano incontro a genitori e figli, e poi il dolore immenso,
prima della morte, il distacco, la partenza, la sofferenza del viaggio.
Cerchiamo almeno di ascoltare qualche volta le nostre emozioni.
Se riusciremo a vedere quei lampi di vita, ed a portarli sempre dentro di noi,
troveremo più forza per organizzarci, per batterci a fianco dei migranti, per
moltiplicare la capacità di comprendere, di denunciare e di fare comprendere e,
forse, quel tempo sarà più breve.
Fulvio Vassallo
Paleologo
Università di Palermo