Almeno 50.000 cittadini stanno sfilando da più di due ore per le vie di
Vicenza. Un lungo, colorato e pacifico corteo, aperto da uno striscione, retto
dalle donne del “NO DAL MOLIN”, che indossano
una maschera bianca a significare la loro invisibilità… Denunciano da tempo che
“su Vicenza è calato il silenzio”! Lottano perché vogliono per se e per i
propri figli una città di pace e non di guerra e per questo sono diventati
invisibili per il governo e per i media. La conferma della loro denuncia è
facilmente verificabile… fatevi un giro adesso per le home page dei principali
quotidiani on line o sui vari canali televisivi… di loro non c’è traccia! E’
poi così azzardato definire tutto questo REGIME?
Vicenza. ore 17:52 –Il Premio Nobel Dario Fo: "Governanti ciechi e
sordi"
‘’Una manifestazione come questa dovrebbe fare impressione
ai governanti, ma sono ciechi, sordi. Non sentono, non seguono, non vedono, non
si rendono conto delle cose. Anche la gente della sinistra, i dirigenti della
sinistra non si rendono conto dell’importanza che hanno queste manifestazioni,
della costanza, della voglia assoluta di sentirsi cittadini di queste persone e
non un insieme di gente che non conta niente’’. Ha detto Dario Fo ancora al corteo
di Vicenza.

Vicenza, corteo
contro il silenzio
Abbandonati dal
governo e dalle forze politiche, oggi tornano in piazza i no Dal Molin,
determinati a resistere alla nuova base Usa. Attese decine di migliaia di
persone e pacifisti da tutta Europa
«Su Vicenza è calato
il silenzio – dicono al presidio permanente – e la storia di migliaia di donne
e uomini che difendono la propria terra non viene raccontata dai grandi media
nazionali; dal governo, solo segnali d’arroganza che dimostrano che i cittadini
sono considerati soltanto come una presenza collaterale. Per questo il corteo
sarà aperto da una fila di persone in maschera bianca, a evidenziare
l’invisibilità di Vicenza, svenduta e trattata come una merce dallo stesso
presidente della Repubblica». La manifestazione di oggi è determinata a rompere
questo silenzio. Lo farà non soltanto ribadendo il proprio no alla nuova base
Usa ma anche tessendo le fila di una rete importante a livello europeo.
di Orsola Casagrande – fonte: Il Manifesto
Un palco
itinerante aprirà il corteo contro la costruzione della nuova base Usa che oggi
attraverserà le strade di Vicenza. Sarà un camion di otto metri dal quale
interverranno i rappresentanti del movimento vicentino, ma anche le delegazioni
in arrivo da tutta Europa e gli attivisti statunitensi che si battono contro la
guerra. Il concentramento è previsto per le 14 davanti alla stazione. Alla fine
del corteo è previsto l’happening e quindi i manifestanti ritorneranno al
presidio permanente che nel frattempo è raddoppiato, diventando una sorta di
cittadella. Un nuovo tendone ha affiancato quello esistente ed è stato
approntato un sistema di riscaldamento ed una pavimentazione interna ed esterna
nuova. Un «presidio a cinque stelle», come lo hanno definito gli «operai
dell’Altrocomune», impegnati per due settimane nei lavori di ampliamento.
Giovedì sera è stato occupato anche quello che sarà «l’ostello» per la tre
giorni.
Al corteo parteciperà anche don Gallo che la scorso
settembre, ospite del festival No Dal Molin, dichiarò che a Vicenza è iniziata
una «nuova primavera» della democrazia. Presente, come lo scorso 17 febbraio,
anche Dario Fo, che resterà anche per l’happening serale al presidio
permanente. «Se saremo più di ventimila, la manifestazione è un successo»;
questa la posizione del presidio permanente alla vigilia del corteo che
attraverserà le strade di Vicenza per ribadire che la vicenda della nuova base
Usa al Dal Molin non è affatto chiusa. Il corteo sarà aperto dalle famiglie di
Vicenza, uomini, donne, bambini. Persone con storie e culture diverse unite
dall’obiettivo di impedire la militarizzazione della città.
«Su Vicenza è calato il silenzio – dicono al presidio
permanente – e la storia di migliaia di donne e uomini che difendono la propria
terra non viene raccontata dai grandi media nazionali; dal governo, solo
segnali d’arroganza che dimostrano che i cittadini sono considerati soltanto
come una presenza collaterale. Per questo il corteo sarà aperto da una fila di
persone in maschera bianca, a evidenziare l’invisibilità di Vicenza, svenduta e
trattata come una merce dallo stesso presidente della Repubblica». La
manifestazione di oggi è determinata a rompere questo silenzio. Lo farà non
soltanto ribadendo il proprio no alla nuova base Usa ma anche tessendo le fila
di una rete importante a livello europeo. La tre giorni che è cominciata ieri,
infatti, ha già registrato un primo, grande successo, quello di riunire nella
cittadina berica esperienze provenienti da tutta Europa. Ci sono i sindaci e i
movimenti della repubblica ceca contro la guerra, ci sono i pacifisti
americani, le associazioni tedesche. Tantissime delegazioni che si stringono ai
vicentini in questa battaglia. Che appunto non è solo «contro» qualcosa ma
anche «per». Per costruire e rafforzare rapporti, fronti comuni. Ancora una
volta sarà presente il patto di mutuo soccorso, nato in val Susa, ormai
diventato luogo-simbolo e punto di riferimento di tante comunità in lotta. Come
quella tenace di San Pietro di Rosà, che da anni si batte contro i disastri
della zincheria e gli affari dell’ecomafia. I valsusini saranno anche questa
volta presenti in tanti con le bandiere no Tav. Così come ci saranno i tanti
comitati del sud Italia. Da Napoli, Cosenza, la Sicilia. Ci saranno i
fiorentini di «semprecontrolaguerra» che da oltre un mese organizzano
manifestazioni e iniziative contro l’Abc, il consorzio incaricato dei lavori di
bonifica al Dal Molin. Da Firenze cinque i pullman attesi.
Quello di oggi dunque sarà «come è nel dna del movimento
vicentino, un corteo variegato e trasversale: dagli scout ai centri sociali,
dai sacerdoti alle organizzazioni politiche, dalle associazioni nazionali ai
più piccoli comitati locali», ribadiscono dal presidio. «Chi voleva dipingerci
divisi e litigiosi è stato smentito: ci saranno tutti alla manifestazione.
Questo movimento – dicono ancora dal presidio – è un prisma di sensibilità
diverse, unite da un unico obiettivo: impedire la militarizzazione di Vicenza».
Ci saranno le associazioni e i gruppi religiosi, le famiglie per la pace, la
società civile nelle sue varie organizzazioni. Ci sarà anche l’aeroclub che sta
all’interno dell’aeroporto.